"Prendo atto delle dichiarazioni del ministro Pier Carlo Padoan". Risponde così, secondo l'agenzia Radiocor, Fabrizio Viola, amministratore delegato di Banca Popolare di Vicenza interpellato a Roma dopo l'incontro in mattinata al Tesoro con il ministro al quale ha partecipato accompagnato anche dai vertici di Veneto Banca, ad Cristiano Carrus incluso. Viola ha risposto alla domanda sulla valutazione di Padoan secondo il quale è da escludere il bail in per le due banche venete. "La Commissione Ue, il Single supervisory mechanism (SSM della Bce) e le autorita' italiane stanno lavorando fianco a fianco" e "sono in corso contatti costruttivi": è quanto fa sapere un portavoce della Commissione Ue a proposito delle banche venete. Come è noto, l'Ssm è il 'Single Supervisory Mechanism', ovvero il meccanismo di supervisione bancaria europeo, che comprende la Bce e le autorita' di vigilanza nazionali dei singoli Paesi.
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Fabrizio Viola e Cristiano Carrus hanno varcato stamattina tardi la porta della Commissaria Europea alla Concorrenza, cioè la responsabile dell'Antitrust Margrethe Vestager, proprio mentre avveniva qualcosa, il primo downgrandig, da Aa3 a A1 della Cina neo capitalista, di più epocale, ci perdonino i nostri lettori locali, della possibile "risoluzione" della Banca Popolare di Vicenza e/o (anche a vocali invertite) di Veneto Banca di cui i due Ad sono venuti a Bruxelles a perorare la causa "implorando" l'applicabilità dell'intervento di Stato sotto forma di "ricapitalizzazione pracauzionale" per degli spiccioli come 6.4 miliardi di euro almeno di cui, però, l'Europa vuole che almeno un miliardo fresco, conversione di bond subordinati per 740 milioni e anticipo di Atlante per 900 milioni a parte, arrivi da ormai sorde casse private.
Dopo sei mesi il governo non è ancora riuscito a sbloccare l'intervento per MPS. Se ci vorrà lo stesso tempo per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, si rischia un disastro per tutto il sistema
Lo spettro del contagio incombe sul sistema bancario italiano. Il possibile fallimento (o risoluzione, o bail in) della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca è confermato dai silenzi del governo italiano e delle autorità europee. E con esso comincia a farsi strada il suo corollario: il contagio sul sistema economico e sulle altre banche. Corollario del corollario è il toto-contagiati. Quali banche colpite per prime?
«Non c'è alibi che tenga. Se da Bruxelles domani i vertici delle due banche venete, la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, non tornano con il disco verde, senza ulteriori... "fasi di studio costruttivo e convergente" che ci hanno fatto perdere mesi preziosi, il fallimento sarà inevitabile e con i soldi pubblici anzicchè rilanciare le due banche assisteremo ai funerale più costoso di "seconda repubblica" al tramonto»: lo dice Franco Conte, presidente di Codacons Veneto nella nota che pubblichiamo e che con la sua inconsueta preoccupazione e aggressività è indice che forse, ma noi lo dicevamo, siamo alla penultima, se non ultima, spiaggia. Quel rischio default che in molti hanno fatto finta di non vedere ora appare sempre più vicino alla realtà .
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Come scrive NordEst Economia è in programma per domani, 24 maggio, a Bruxelles un incontro fra la direzione generale della concorrenza dell'Ue, capeggiata da Margrethe Vestager, il Tesoro, guidata da Pier Carlo Padoan, e i vertici delle banche venete, con gli a.d. della Banca Popolare di Vicenza, Fabrizio Viola, e di Veneto Banca, Cristiano Carrus. Scopo del vertice è fare il punto della situazione sulla richiesta di ricapitalizzazione precauzionale avanzata dai due istituti veneti. Le banche hanno già presentato all'Ue i loro piani di ristrutturazione, che prevedono la fusione fra i due istituti, con una fabbisogno di capitale complessivo stimato in 6,4 miliardi e lo smaltimento di 9,6 miliardi di sofferenze lorde. L'iter per la ricapitalizzazione delle venete, che determinerebbe il controllo dello Stato sulle due banche, è analogo a quello di Mps.
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Il caso "tassazione non tassazione" degli indennizzi versati dalla Banca Popolare di Vicenza e da Veneto Banca ai circa 121.000 soci complessivi che hanno aderito alla Opt(Offerta Pubblica di Transazione) per un importo totale di circa 440 milioni di euro tiene banco sui media (a seguire* riportiamo l'articolo che ribadisce le perplessità de Il Sole 24 Ore, il primo a rilanciare la nostra segnalazione del problema fatta il 18 maggio scorso e analizzato il 19) e tra i vertici dei due Istituti, che ieri hanno emesso una nota a "difesa" della propria tesi sulla non tassabilità come "reddito diverso" opposta a quella della direzione generale del Veneto dell'Agenzia delle Entrate che con la risposta a un interpello di un socio, Luca Canale, ha stabilito su un documento ufficiale il contrario per l'esistenza di "obblighi di non fare" (azioni legali contro la Banca stessa) che configuano l'importo erogato non come pure indennizzo ma come reddito diverso, quidi da tassare e sui cui versare circa 86 milioni di euro di ritenute alla fonte.
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Abbiamo atteso più di un paio d'ore prima di pubblicare la nota che, in risposta ai nostri quesiti e ai nostri articoli, poi ripresi dalla stampa nazionale, Il Sole 24 Ore in primis, ha trasmesso la Banca Popolare di Vicenza sulla questione della tassabilità , sostenuta ufficialmente dalla direzione generale del Veneto dell'Agenzia delle Entrate, degli indennizzi percepiti da circa 70.000 soci BPVi (all'analogo problema ha dato subito dopo analoga risposta scaricabile qui la Veneto Banca per altri 70.000 azionisti circa) a fronte del danno di fatto subito per il flop delle loro azioni (ma non riconosciuto "legalmente") e in combinata con l'obbligo a rinunciare a qualsiasi azione legale nei confronti di chicchessia.
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Arrivano alcune reazioni preoccupate di varie associazioni di soci BPVi e Veneto Banca mentre siamo in attesa dei chiarimenti che sia la Banca Popolare di Vicenza, che ci è stato assicurato che sta rispondendo al nostro quesito, che l'ex Popolare di Montebelluna, che negli ultimi tempi rimane muta alle nostre richieste di risposte su vari aspetti, vorranno fornire e delle azioni che vorranno intraprendere sulla questione da noi sollevata il 18 maggio e descritta il 19 sulla tassabilità degli "indennizzi" ai soci che hanno aderiro alla Offerta Pubblica di Transazione (Opt), questione ripresa e analizzata il 20 maggio con preocupazione poi da Il Sole 24 Ore e quindi rilanciata con alcune rassicurazioni del presidente Gianni Mion ieri, 21 maggio, e infine da altri media incluso oggi, 22 maggio, il GdV, che ci... cita.
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All'incontro a Roma del 21 febbraio scorso tra la delegazione di "Noi che credevamo nella BPVi" capeggiata da Luigi Ugone e il sottosegretario all'Economia e Finanze Pier Paolo Baretta, incontro a cui eravamo presenti (in esclusiva da... "infiltrati" sia pur noti e accettati), l'esponente del governo aveva anticipato con chiarezza il suo giudizio sul "mancato impegno dell'imprenditoria locale che pure è stata compartecipe dei motivi della crisi della ex Popolare" che ora ripete e precisa quando dice che "lo Stato è pronto a fare la sua parte, ma non basta" come si legge in questi gorni sulla stampa nazionale e, a seguire, su quella locale, che urla, insieme ai politici "insegui consensi" ex post, al "complotto" anti Veneto e contro le due ex Popolari venete.
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