Per il salvataggio delle due banche venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, riferisce Radiocor Il Sole 24 Ore, e per evitare una risoluzione che peserebbe sul sistema italiano per 11 miliardi, questo l'ammontare della 'massa protetta' dei depositi dei due istituti assicurata dal Fondo interbancario di tutela, le maggiori banche italiane, piu' che il sistema nel suo complesso, si stanno facendo parte attiva per trovare una soluzione. Lo ha chiarito il direttore generale di UniCredit Franco Papa. Tra le varie opzioni allo studio la piu' difficle al momento appare quella della soluzione spagnola, con la risoluzione del Banco Popular e l'intervento del Banco Santanderche ha pero' azzerato azionisti e bondholder subordinati della sesta banca spagnola. Il reperimento di un 'cavaliere bianco' sia per la Popolare di Vicenza che per Veneto Banca appare improbabile anche considerando le taglie robuste dei due big nazionali: Intesa Sanpaolo e UniCredit.
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L'interesse dei fondi di private equity per le due banche venete non si e' ancora manifestato in modo formale. E' l'indicazione raccolta da Radiocor da fonti finanziarie che seguono da vicino il dossier. L'ipotesi di un intervento dei fondi e' circolata a fine maggio dopo la formale rinuncia del Fondo Atlante, azionista di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, a un nuovo intervento da un miliardo secondo le richieste formulate dalla Dg Comp di Bruxelles come precondizione per dare il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale. I 'cavalieri bianchi' dei fondi di private equity "fanno sapere di essere interessati ma non si muovono" notano le fonti interpellate.
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Sono oltre 3.000 le denunce di azionisti di Veneto Banca per truffa ed estorsione inviate a Treviso dai magistrati di Roma. E come scrivono Corriere del Veneto e Mattino di Padova, tutto è fermo per ora a causa della mancanza di magistrati in grado di occuparsi delle pratiche. La Procura generale di Venezia ha già individuato nel pm Massimo de Bortoli il magistrato che dovrà seguire l'inchiesta. Ad aiutarlo ci sarà un nuovo magistrato che dovrebbe liberare de Bortoli dall'ordinaria amministrazione e probabilmente una task force della Polizia tributaria della Guardia di Finanza. Ma non si sa quando il nuovo giudice arriverà , le ipotesi indicano che potrebbe essere tra un paio di mesi. Il lavoro è complesso e lungo: infatti ogni posizione dovrà essere valutata dal magistrato, che indicherà l'ipotesi di reato.
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Fabrizio Viola (amministratore delegato della Banca Popolare di Vicenza e presidente del comitato strategico di Veneto Banca) oggi su Il Corriere della Sera fa scrivere: «Desidero rettificare una mia inesattezza contenuta nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera il 2 giugno scorso. Infatti, nel valutare le conseguenze del bail in, ho fatto riferimento agli effetti che potrebbero, eventualmente, verificarsi nel caso di una liquidazione coatta amministrativa. Nello scusarmi per l'equivoco, desidero comunque evidenziare che una resolution delle due banche venete non potrebbe non avere effetti - sia pur indiretti - anche sull'offerta di credito nelle aree di riferimento delle due banche».
Pubblicato alle 19.56, aggiornato alle 23.50. Se "l'atto di citazione" per l'avvio dell'azione di responsabilità contro gli ex vertici "è questione di giorni", come ha annunciato il presidente di Veneto Banca, Massimo Lanza, uscendo dalla sede milanese dell'istituto al termine della riunione del cda, i fari sono stati puntati soprattutto sulla questione del salvataggio dlla banca che va di pari passo con quello della Banca Popolare di Vicenza. Il bail-in di Veneto Banca "mi sembra irragionevole e siccome credo nella ragionevolezza delle persone...". Lo ha dichiarato il presidente dell'istituto, Massimo Lanza, al termine della riunione del cda. Lanza ha spiegato che nel week end non si sono registrate novità nella partita per il salvataggio della banca e della Banca Popolare di Vicenza.
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Tutti scrivono di tutto di questi tempi, e non prima, sulle banche venete, ma nessuno o solo qualcuno scende nel particolare. Si tratta di banche anche dall'illustre passato, che però sono state rovinate a dir poco da una gestione sconsiderata, che si basava sul principio della catena di Sant'Antonio, complici anche molti imprenditori ingordi, che, a fronte di millantati utili futuri, si sono fatti prestare soldi per acquistare azioni. A loro ben gli sta, anche se ancora non hanno avuto la condanna del pubblico ludibrio. BPVi, già boccheggiante di suo grazie a Gianni Zonin e a chi lui aveva scelto per guidarla e gestirla, ha avuto anche la bella esperienza di Francesco Iorio, presuntuoso manager che ha trattato personalmente con Zonin (e una bella "indagine" su dove e come siano stati impegnati i sui circa 6 milioni di euro di emolumenti per poco più di anno ci starebbe bene).
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Ospitiamo oggi su VicenzaPiu.com, dopo la prima parte, anche la seconda e ultima dell'intervista esclusiva a Vincenzo Consoli suIl Gazzettino a firma di Maurizio Crema e dell'ex direttore del GdV, Ario Gervasutti , che abbiamo incontrato a Mestre giorni fa per avere un costante dialogo con colleghi come lui, Giorgio Meletti, Stefano Righi... per capire, verificare e raccontare senza schemi precostituiti e, soprattutto, senza interessi da difendere se non quelli dei lettori. Ecco oggi, quindi, la parte finale dell'intervista a Consoli «della cui "vicenda" per la gestione della "cattiva" Veneto Bancaabbiamo parlato soprattutto quando era in connessione con la "buona", anzi "ottima", Banca Popolare di Vicenza e su cui ci piace riportare il racconto che ne fanno anche i colleghi del Gazzettino, per confrontarla con la nostra e per informare i nostri lettori anche a costo di prenderci più di un rischio...» scrivevamo ieri e ribadiamo oggi. A seguire l'intervista.
Ci fa piacere ospitare oggi su VicenzaPiu.com l'intervista a Vincenzo Consoli su Il Gazzettino a firma, oltre che di Maurizio Crema autore di "Banche rotte", anche di Ario Gervasutti, l'ex direttore de Il Giornale di Vicenza, che abbiamo incontrato a Mestre lo scorso 26 maggio... Con lui e con alcuni colleghi, come Giorgio Meletti de Il Fatto Quotidiano e Stefano Righi de Il Corriere della Sera autore di "Il grande imbroglio", disposti a confrontarsi con le varie "rappresentazioni" basandosi su fatti documentati o ricontrabili, noi, autori di "Vicenza. La Città sbancata", cerchiamo di avere un costante dialogo per capire, verificare e raccontare senza schemi precostituiti e, soprattutto, senza interessi da difendere se non quelli dei lettori.