Da NordEst Economia: è in calendario domani, 3 maggio, alle 12.30 il primo incontro tra Fabrizio Viola e i sindacati sul piano di riduzione strutturale costi BPVi. Da VeneziePost: dopo Parma, la fiera di Bologna strizza l'occhio alla Fiera di Verona. Per i tagli di personale delle banche venete il piano di riduzione strutturale dei costi della Banca Popolare di Vicenza parte, per ora, dal taglio delle retribuzioni apicali e del personale di Banca Nuova. Sul tavolo è attesa per il 3 maggio la proposta di almeno 100 mila giornate di solidarietà . Farà il suo primo ingresso a Vicenza il capo del personale di Veneto Banca, Vania Piccin. La donna che gestirà d'ora in poi i tavoli sindacali e la riorganizzazione della nuova e unica banca. In attesa dell'ok a procedere della Bce.
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I lavoratori del gruppo Banca Popolare di Vicenza stanno manifestando davanti alla Fiera di Vicenza dove dalle 10 si sta svolgendo l'assemblea dei soci dell'Istituto di Credito convocata per l'approvazione del bilancio di cui riferiremo a seguire anche se non sono prevedibili sorprese. Il progetto di bilancio siglato dal Cda, infatti, non potrà che essere approvato dal socio di maggioranza schiacciante, il Fondo Atlante, che, comunque, in questo periodo sta portando avanti la sua "lotta" per non essere esautorato completamente dallo Stato che, in caso di "ricapitalizzazione preventiva" e in assenza di altri investitori privati, azzerebbe di fatto le quote di Atlante e, per una non inconsueta legge del contrappasso, lo metterebbe nelle condizioni dei 118.000 soci da lui stessoazzeratiÂ
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Con la "ricapitalizzazione precauzionale" della Banca Popolare di Vicenza, il suo nuovo proprietario, lo Stato, dovrà nominarne i vertici. Achille Variati, che pure ha un curriculum da sindaco, presidente della provincia di Vicenza e dell'Upi, oltre che da membro della Cassa Depositi e Prestiti, ha assunto ad abundantiam un personal trainer di calcetto...
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Pubblicato il 16 aprile, aggiornato il 18 alle 8.30. Gli alberghi della catena padovana Boscolo Hotel, ma non il suo marchio, diventeranno di proprietà del fondo internazionale Varde che il brand Boscolo lo userà in franchising, grazie a un'operazione, assistita da Mediobanca, che consente alla famiglia Boscolo di riscuotere 150 milioni di euro dopo che Varde aveva affrontato nei mesi scorsi anche l'acquisto del debito di Boscolo con Unicredit e Banco Popolare, due delle banche verso cui il gruppo era esposto pagandolo 210 milioni su 240 nominali. Tra le banche c'erano (ci sono?) anche Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (l'abbiamo scritto recentemente qui per BPVi e in passato anche per Veneto Banca), a cui erano state date in pegno dai Boscolo tutte le proprie azioni e che speriamo siano rientrate almeno in parte dell'esposizione.
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Pubblichiamo la circolare n. 53 inviata la scorsa settimana da Codacons Veneto a firma del suo presidente avv. Franco Conte per informazione ai suoi collaboratori e ai suoi associati che, oltre a vari interessanti punti trattati, "attenziona" sulle azioni di diffida e messa in mora attivabili dai soci di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca nei confronti delle rispettive società di revisione KPMG spa e PricewaterhouseCoopers spa, nei cui confronti, comunque, era stata deliberata dalle singole assemblee una "azione di responsabilità " che ad oggi, per quanto noto, risulta non attivata in entrambi i casi. Ricevuta la comunicazione abbiamo chiesto a BPVi il motivo del "presunto" ritardo e ci è stata fornita una motivazione.
Durante la conferenza stampa odierna di ufficializzazione del buon esito della transazione le domande sono state fatte essenzialmente a Fabrizio Viola, Ad della Banca Popolare di Vicenza e presidente del Comitato strategico di Veneto Banca, quindi il vero traghettatore per conto del Fondo Atlante delle due ex Popolari Venete verso un futuro ancora incerto, con Gianni Mion a fare il padre putativo veneto e Lanza e Carrus di sfondo. Tra tutte le domande una riguardava le voci che lo vorrebbero sulla via dell'addio al progetto visto che, provocava la collega che aveva posto questo quesito, l'ex MPS sembrava avesse fatto un bilancio dei suoi primi quattro mesi come se fosse quello di un lavoro considearo finito.
Anno nero, il 2016, per il salvataggio delle banche italiane. Solo Intesa Sanpaolo, ha risolto i problemi portando a casa, a fine anno, 3.111 milioni di utile, in crescita del 13% sull'anno precedente così come in forte e correlata crescita è la sua raccolta, proveniente in buona parte dalle banche in crisi, tra cui, facile annotarlo, le due ex Popolari venete. Storia diversa per gli altri maggiori gruppi italiani che non hanno la sua forza attrattiva, se intrinseca alle sue qualità o voluta o anche solo favorita dal "sistema" ad oggi non è facile dirlo. Il mondo delle banche sta cambiando. Le due principali fonti di ricavi degli istituti di credito si stanno ridimensionando ad ogni trimestre. Solo Ubi, Credito Valtellinese e Mps sono riuscite ad aumentare i ricavi derivanti dalle commissioni.
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Altro che Monte dei Paschi Paschi di Siena e Banca Etruria. Qualunque metro di paragone scegliate, alla Banca Popolare di Vicenza hanno fatto peggio. Le 350 pagine (e allegati) dell'azione di responsabilità contro 32 ex amministratori e sindaci depositata al Tribunale di Venezia dall'ad Fabrizio Viola sono un viaggio raccapricciante. Viola chiede due miliardi di danni all'ex padre-padrone Gianni Zonine compagnia la cui disastrata gestione ha scassato l'istituto. È una goccia nel mare: tra perdite e capitalizzazioni in fumo sono evaporati oltre 10 miliardi. Solo la forsennata campagna acquisti partita con Zonin alla presidenza (1996) è costata 1,17 miliardi. "Cercheremo di rifuggire da giudizi sommari", scrivono gli avvocati guidati da Carlo Pavesi, ma si fa fatica.
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"Orgogliosi di essere copiati e seguiti nei comunicati anche da altre associazioni ci spingiamo oltre" scrive l'Associazione "Noi che credevamo nella BPVi", che, sull'azione di responsabilità intrapresa dalla Banca Popoalre di Vicenza contro Gianni Zonin & altri 31 "coinvolti", aggiunge: "I quasi 2 miliardi di richiesta danni ai vecchi amministratori sono un'inezia se consideriamo solo il danno di immagine che ha portato la banca a perdere oltre 8 milardi di raccolta. Sono un'enormità , invece, rispetto ai rimborsi a 9 euro offerti ai soci delle due banche venete per un totale di soli 600 milioni (la metà circa per la Popolare di Vicenza, ndr). La banca chiede molto di più di ciò che offre ai suoi soci a cui invece offre solo le briciole".
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