VicenzaPiu.tv e LaPiù.tv, dopo aver proposto l'evento in diretta, trasmettono in streaming dalle 21.01 di oggi, sabato 4 febbraio, (altri orari domani domenica alle 1.32, 7.52, 12.11, 16.40 e 23) le repliche integrali dell'assemblea dei soci della Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, oganizzata dall'associazione "Noi che credevamo nella BPVi". L'assemblea si è svolta nel palasport di Via dei Cavalieri Vittorio Veneto pieno in ogni ordine di posti, davanti alle telecamere di molte tv nazionali, tra cui Rai Due e La7 e con la regia lucida e la "conduzione" magistrale del presidente dell'associazione Luigi Ugone. L'evento ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Don Torta, di numerosi esperti, del nostro direttore, Giovanni Coviello, autore del libro "Vicenza. La città sbancata", e di Alessandro Montagnoli, consigliere Regione Veneto, e, soprattutto, di Achille Variati a rappresentare la "politica"
Alle prime repliche ne seguiranno una serie da lunedì in poi sempre in streaming (per la programmazione clicca qui) e tutte visibili sul sito www.vicenzapiu.tv oppure scaricando l'app gratuita VicenzaPiù Tv in ambiente Apple iOs o Android. .
Pubblicato il 27 gennaio alle 23.21, aggiornato sabato 4 febbraio alle 16.00 con video qui proposto e annunciato davanti a Don Torta nell'assemblea odierna dell'Associazione "Noi che credevamo nella BPVi", che abbiamo trasmesso in diretta streaming su www.vicenzapiu.tv e le cui repliche saranno disponibili fra poco più di un'ora sullo stesso sito ma anche scaricando l'App gratuita VicenzaPiù Tv, come da informazioni di dettaglio qui riportate. A seguire, in serata, pubblicheremo su questo portale il video integrale dell'assemblea.
Reverendo Monsignor Beniamino Pizziol, sono un devoto cattolico e mi permetto di chiedere a Sua Eccellenza qualche minuto di attenzione per alcune mie povere osservazioni e per una semplice domanda finale a cui vorrei che Lei, dall'alto della sua Fede cristiana, desse una risposta che si richiami alla Carità e induca alla Speranza.
Dopo la lettera "simbolo" del malessere dei soci traditi dalla vecchia BPVi, scritta dal nostro direttore in loro vece per incoraggiarli a "manifestarsi", ci arriva questa volta una missiva "originale" firmata da decine di lettori con tanto di nome e cognome e indirizzata, contro i presunti "privilegi" riservati alla Diocesi di Vicenza dalla Banca Popolare di Vicenza, alla "c.a. di Mons. Beniamino Pizziol, Vescovo di Vicenza" Eccellenza Reverendissima, Le scriviamo a nome di un molto più folto gruppo di fedeli che sono rimasti gravemente turbati dalle notizie apparse sulla stampa, relativamente alla possibilità che la Diocesi di Vicenza aderisse all'offerta di compensazione presentata da BPVI. Come l'E.V. ha peraltro già pubblicamente esternato lo scorso anno, la situazione di decine di migliaia di famiglie è oramai permeata di "sconforto, delusione e sfiducia nelle persone, sfociati in taluni casi in veri sentimenti di disperazione".
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Gentile Direttore, vorrei condividere con Lei ed i suoi lettori alcune considerazioni in merito al Convegno su BPVI tenutosi il 26 novembre 2016 a Vicenza, organizzato da Comune di Vicenza e Provincia di Vicenza (alias Achille Variati, nella foto) e Camera di Commercio. Il parterre dei relatori, come sicuramente ricorderà , comprendeva il Sindaco di Vicenza, quello di Prato, un assessore di Udine, un assessore regionale, il giornalsita Stefano Righi che Lei cita spesso ed altri tra i quali "non" figurava, nel programma pubblicizzato, il presidente di BPVI , Gianni Mion, il cui intervento è stato peraltro a mio giudizio quello più "a cuore aperto". Come già riportato dalla vostra testata, ai presenti era stata data dagli organizzatori la possibilità di rivolgere solo in forma scritta delle domande ai relatori, domande a cui sarebbe stato risposto per iscritto in un secondo momento.
Il Baronio di Don Paolo Zanutel, a cui la vecchia Banca Popolare di Vicenza ha concesso prestiti attualmente non restituiti per 11.5 milioni di euro, come denunciato lo scorso 20 gennaio da La7, è in una situazione di grossa difficoltà per via delle sue perdite ma anche di debiti tributari e contributivi, forse anche sopra la soglia penale. Sta di fatto che l'attività tipica è modesta, sempre in perdita e diificile da conciliare con la possibilità di restituire il debito contratto fatte salve le preoccupanti operazioni immobiliari la cui ideazione è riferita dai media all'arch. Sergio Carta, particolarmente noto ai tempi della Giunta di Enrico Hüllweck e che ora cerca "comprensione" alla corte di Achille Variati per vendite di terreni e permessi di cementificazione in un periodo che a tutto sembra funzionale meno che a questo.
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Per le banche la fiducia non è molto... è tutto. Quindi, quando la perdono, hanno un solo obiettivo: riconquistarla. Sì, ma anche la fiducia ha un suo prezzo, e non solo in senso metaforico. Normalmente un prezzo è la sintesi di una contrattazione, nell'economia classica viene definito come punto d'incontro fra domanda ed offerta. In alcuni casi, tuttavia, il prezzo viene imposto, diventando un diktat: prendere o lasciare. E' il caso delle due ex banche popolari venete che, ricordiamolo, tecnicamente non sono fallite. Al momento, infatti, a perderci dei soldi sono stati solo gli azionisti, quindi Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca si trovano in una situazione diversa rispetto alle quattro banche "commissariate" dal Governo nel novembre del 2015.
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Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca con due note distinte ma dal contenuto analogo comunicano di aver ricevuto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze il decreto con il provvedimento di concessione della garanzia dello Stato su nuove emissioni obbligazionarie ai sensi del Decreto Legge n. 237/2016 e di aver contestualmente avviato l'operatività necessaria per l'emissione di titoli garantiti. Questo passo, sia pur atteso, era indispensabile per attivare nuovi canali per l'approvvigionamento della liquidità necessaria a gestire il graduale risanamento dei due Istituti, che, superato lo scoglio delle litigation, andranno verso una fusione con un annessa ricapitalizzazione.
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Dopo un lungo periodo di grande prudenza pubblica del Procuratore capo di Vicenza, Antonino Cappelleri, che a noi a maggio 2016 aveva detto che entro primavera 2017 probabilmente si sarebbe arrivati a una richiesta di rinvio a giudizio per i responsabili dei reati ipotizzabili a carico degli indagati per il disastro della Banca Popolare di Vicenza a trazione Gianni Zonin, ci avevano stupito alcune frasi e deduzioni a lui attribuite e lette sulla stampa locale e, poi, rimbalzate anche su quella non vicentina (qui un esempio, ndr) anche perchè, come faceva poi notare qualche commentatore nazionale, quelle anticipazioni, se vere, avrebbero potuto indurre i destinatari di alcuni provvedimenti cautelari ipotizzati (la stessa banca oltre agli indagati) a prendere qualche contro misura del tipo di quelle già note ed attivate dall'ex presidente della vecchia BPVi, tecnicamente spogliatosi dei suoi beni.
Il fabbisogno di capitale della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca sarà significativamente inferiore ai 5,7 miliardi di euro ipotizzati da indiscrezioni di stampa. È quanto ha spiegato una fonte vicina al consiglio della Banca Popolare di Vicenza, a margine del Cda dell'istituto berico in cui l'ad Fabrizio Viola ha illustrato le linee guida del progetto di fusione che verrà discusso con la Vigilanza della Bce. Nel corso del consiglio Viola ha parlato, tra l'altro, del piano di fusione, dello scorporo degli Npl e della ricapitalizzazione. Oggi è in programma anche un Cda di Veneto Banca, di cui Viola è presidente del comitato strategico, mentre domani il banchiere sarà a Francoforte, dalla Bce, per illustrare il suo piano.
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Al 31 dicembre 2016 il patrimonio del Fondo Atlante risulta investito in Banca Popolare di Vicenza S.p.A., Veneto Banca S.p.A. e nel fondo di investimento alternativo mobiliare chiuso denominato "Atlante II". Ai fini della valutazione delle partecipazioni del Fondo, Quaestio Capital Management SGR, non avendo direzione e coordinamento delle banche partecipate, deve basarsi necessariamente su dati oggettivi e di pubblico dominio, deve tener conto delle prospettive di lungo periodo (avendo il Fondo durata quinquennale) e non può fare riferimento a prezzi di mercato in quanto le partecipazioni non sono quotate. Tenuto conto che gli ultimi bilanci disponibili risalgono al 30 giugno 2016, della circostanza che il patrimonio netto delle banche a quella data era significativamente superiore al valore dell'investimento complessivo effettuato, anche considerando l'ultimo versamento in conto futuro aumento di capitale del dicembre 2016, e della breve durata trascorsa dall'effettuazione dell'investimento, la SGR ritiene che non sussistano adeguati elementi per discostarsi da una valutazione al costo storico degli investimenti.
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