Il faro Antitrust acceso su Veneto Banca per l'abbinamento prestiti-titoli è una importante notizia che rinnova le censure al comportamento di indurre l'acquisto di azioni in cambio di credito (dal mutuo al fido in c.c.) e conferma le analogie con la prassi della Banca Popolare di Vicenza, che già è stata sanzionata per 4,5 milioni di euro per una inadempienza analoga e che tra l'altro ha appena "incassato" la prima condanna da parte dell'Ombudsman-Giurì Bancario, un organismo alternativo alla magistratura ordinaria a cui possono rivolgersi i clienti per risolvere gratuitamente le controversie con le banche e gli intermediari finanziari in materia di servizi di investiment: a causa della mancata informativa precontrattuale la BPVi dovrà , infatti, risarcire un suo cliente che aveva sottoscritto 100 azioni per un controvalore di 6.250 euro nel marzo del 2014.
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Quaestio Capital Management SGR che promuove e gestisce il fondo Atlante smentisce categoricamente che il dott. Marino Breganze abbia mai rimesso il proprio mandato di Presidente di Banca Nuova, società controllata dalla Banca Popolare di Vicenza, al Fondo Atlante. La remissione infatti avrebbe potuto essere indirizzata solo al competente Consiglio di Amministrazione. Le Autorità di Vigilanza inibiscono al Fondo Atlante, come più volte chiarito, di svolgere l’attività di Direzione e Coordinamento su Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. La responsabilità di qualsiasi attività strategica ed operativa inerente le due banche e le loro società controllate, come Banca Nuova, è quindi interamente nelle mani dei rispettivi Consigli di Amministrazione.
"Buon giorno Direttore, avrei alcune cose da dire al sig. Gianni Zonin e le invio una sorta di lettera aperta con il desiderio che lui ma soprattutto i suoi figli possano in qualche modo leggerla magari tramite la sua testata": è così che un lettore socio della BPVi inizia una mailinviata a [email protected], l'indirizzo attivato da noi, raggiungibili anche al numero di telefono 0444-1429915 e in redazione a Vicenza in viale Milano 31) per raccogliere le testimonianze dei soci traditi dalla Banca Popolare di Vicenza, assicurando, se richiesto, l'anonimato purchè le lettere siano firmate e rispondendo sempre, personalmente o su questo mezzo quando il caso può essere di aiuto ad altri. Se diamo sempre una prima risposta ai loro problemi, per i quali cerchiamo di indicare strade da percorrere con l'aiuto di studi legali e associazioni di azionisti, oggi la risposta la lasciamo al destinatario della lettera aperta. Se ne avrà il dignitoso coraggio, lui imprenditore illuminato delle sue aziende... Di seguito la lettera aperta.
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«Il Cda del Gruppo Stefanel ha deliberato di presentare domanda di ammissione al concordato preventivo "in bianco" o "con riserva", al fine di ottenere gli effetti protettivi del patrimonio della società »: questa la, brutta, notizia (Ansa rilanciata da Redazione Economica VicenzaPiù ) per uno storico brand veneto a cui si aggiungono voci, raccolte da Radio24 de Il Sole 24 Ore, di ingenti fondi della proprietà investiti in azioni della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca ora di fatto azzerate. A noi, da un rapido controllo degli elenchi in nostro possesso e salvo improbabili variazioni rispetto ai momento, recente, in cui li abbiamo estratti, risultano solo 132.000 azioni Veneto Banca in possesso di Giuseppe Stefanel, patron del gruppo, e null'altro ma bisognerebbe vedere se negli intrecci societari sono "rintracciabili" altri investimenti azzerati.
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Se Zonin1821, il brand dell'azienda vitivinicola Casa Vitivinicola Zonin spa, leader nel settore a livello italiano e internazionale, ha chiuso positivamente il bilancio semestrale 2016 con un incremento del fatturato del 21% rispetto ai primi sei mesi del 2015 (in fondo riportiamo la nota ufficiale ziendale), particolarmente positivo è il bilancio 2015, quello coincidente con l'uscita di Gianni Zonin dalla Banca Popolare di Vicenza dopo il crack che ha coinvolto oltre 118.000 soci risparmiatori. L'analisi è fatta da Marco Baccaglio, un esperto del settore, che l'ha pubblicata sul suo blog I numeri del Vino e ha ripreso l'analisi degli affari di Zonin dopo che l'aveva interrotta nel 2012 per assenza di "fonti" che gli consentissero di andare dentro e oltre i numeri.
Scatta da domani 1° novembre, ricorda Il Mattino di Padova, la possibilità di convertire un bond in azioni per gli obbligazionisti della Banca Popolare di Vicenza del prestito convertibile da 328,9 milioni 2009-2016. L'operazione tuttavia dovrebbe (e il condizionale è di pura... educazione giornalistica) avere adesioni pari a zero visto che il prezzo di conversione è pari a 64,5 euro, un valore superiore anche ai 62,5 euro che avevano i titoli fino all'aprile 2015 prima di crollare agli 0,1 euro con cui il fondo Atlante si è fatto carico dell'aumento di capitale da 1,5 miliardi.
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Di Vittorio Malagutti, da L'Espresso  I risparmi di una vita bloccati in banca. Migliaia di famiglie che non possono attingere al loro tesoretto in titoli. E allora domande, suppliche, ricorsi, esposti in tribunale. Va avanti così da mesi, ormai: da una parte un esercito di piccoli azionisti delusi e inferociti. Dall'altra i vertici della Popolare di Bari, il più grande istituto di credito del Sud, oltre 70 mila soci e, da mezzo secolo, una dinastia al comando: Marco Jacobini, il presidente, entrato in consiglio nel lontano 1978, insieme ai suoi due figli, Gianluca, condirettore generale, e Luigi, vicedirettore generale (qui lo spot che inonda le reti nazionali per promuove re una banca che cresce in... silenzio, ndr). Ma dietro questa storia di risparmio tradito, con i soci della Popolare di Bari che non riescono più a vendere le loro azioni, c'è molto di più.
Continuiamo ad occuparci, assicurando l'anonimato se non richiesto diversamente in maniera esplicita, delle richieste di consigli che arrivano al nostro indirizzo mail specifico [email protected] (tel. 0444-1429915, redazione a Vicenza in viale Milano 31) riservato ai soci traditi dalla BPVi che volessero una prima risposta ai loro problemi per i quali cerchiamo di indicare strade da percorrere con l'aiuto di studi legali e associazioni di azionisti. Oggi esaminaimo il caso di un lettore/socio "costretto" a divenatre cattivo pagatore per l'incrocio malefico tra azioni che non ha potuto vendere per soddisfare le sue necessità e prestito che ha dovuto, prima, accettare e, poi, subire nelle sue conseguenze a valore dei titoli azzerati.
Egr. Direttore, le riassumo di seguito la mia vicenda personale iniziando dall'informazione che sono socio Banca Popolare di Vicenza dal 2002.