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Fare i conti con l’Europa o per l’Europa, l'ex ministro Padoan a Vicenza: "l'Italia è un paese bancocentrico e ha un problema di credibilità"

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 13 Novembre 2018 alle 17:29 | 1 commenti

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Fare i conti con l’Europa. E’ il titolo che gli organizzatori dell’associazione Forgiare idee han voluto dare all’incontro con l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, svoltosi lunedì sera 12 novembre al centro congressi di Confartigianto in via Fermi a Vicenza. Con buona partecipazione di cittadini nel salone principale dell’associazione vicentina, l’associazione di categoria tra le più grandi del Veneto.

Iniziata con un leggero ritardo causa trasferimento di Padoan da Padova, dove aveva tenuto nella città del Santo analoga iniziativa, l’ex ministro si è fatto perdonare subito, rispondendo con vivacità e competenza, a tratti con autoironia non usuale, e facendosi ascoltare su una materia, la politica economica, non certo facilissima ed attrattiva, se non addirittura ostica per molte orecchie. Ma ha ricevuto applausi per la chiarezza di esposizione di concetti complessi, dal pubblico presente. Fin dall’inizio, rispondendo alle sollecitazioni di Stefano Fracasso, presidente del gruppo Pd in Regione.

Su crescita e debito si è incentrato il discorso di Pier Carlo Padoan. “Occorre crescere di più e avere meno debiti. In questa equazione sta la ricerca dell’equilibrio di bilancio. Ben sapendo che ci sono due tipi di vincoli: istituzionali europei da un lato e vincoli di mercato dall’altro. Oltre a vincoli verso lo stesso nostro Paese”, ha chiarito con competenza di professore e di ex ministro.

“E’ che per ridurre il debito pubblico - ha proseguito lo stesso Padoan - occorrono tempi non propriamente ristretti, bensì un periodo sufficientemente lungo. E questo rischia di non pagare in termini di consenso”.

La crisi finanziaria del 2008, l’Italia che è “bancocentrica” e la “debolezza strutturale del nostro paese” sono gli elementi da considerare se si vuole uscire da questa difficile situazione.

“Per questo obiettivo occorre utilizzare le risorse in bilancio per sostenere lo sviluppo”.

Il problema non è tanto quel numero 2,4 %, il punto è che questo numero, tanto citato, è solo l’inizio. Produrrà una dinamica della finanza pubblica in direzione sbagliata: si andrà verso un ulteriore indebitamento rendendo lo stesso insostenibile”.

Infine ha sottolineato con forza che “ciò che manca all’Italia è la credibilità”. “Non si può intavolare un discorso in tal senso perché in Europa manchiamo di credibilità come nazione”.

“Oltre tutto l’Europa – ha proseguito Padoan- è impegnata a portare a casa l’unione bancaria dopo il caso Grecia.  E dunque l’Italia è ancora a metà del guado. Anche perché in Europa non ci si fida l’un paese nei confronti dell’altro”.

“Per cui, come si constata ogni giorno, è sempre una questione politica: appunto la credibilità”.

Sull’attualità della manovra di bilancio: “questa manovra è fintamente espansiva”. E Padoan, rispondendo ad una domanda del pubblico, dice di non credere nella patrimoniale: “sono molto scettico”.

E per finire gli è stata posta la domanda delle domande: perché i Pd ha perso così male le elezioni politiche del 4 marzo? Secca la risposta senza appello di Padoan: “perché abbiamo sbagliato l’agenda. Con una comunicazione inefficace su sicurezza ed inclusione sociale. Non abbiamo saputo comprendere che aumentavano le diseguaglianze sociali e certo malcontento diffuso. Anche se Minniti ha ben lavorato a partire da una certa data”.  Il pubblico in prevalenza piddino applaude la lezione dell’ex ministro dell’economia, ma è con un po' di amarezza che se ne torna a casa.

L’impressione che la traversata del deserto sarà ancora lunga.

Dai, si sente dire all’uscita, che stasera  Mentana ha detto che il Pd è risalito al 18%.


Commenti

Inviato Martedi 13 Novembre 2018 alle 23:55

Contano più gli slogan e facebook del serio lavoro.
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