Apple, Cook esclude la politica e... critica Donald Trump
Martedi 29 Agosto 2017 alle 23:55 | 0 commenti
"Ho un lavoro a tempo determinato". Cosi' Tim Cook, amministratore delegato di Apple, ha messo a tacere insinuazioni secondo cui il suo mini-tour in Usa concluso la settimana scorsa e concentrato su manifattura, occupazione e istruzione stesse a indicare aspirazioni politiche, le stesse insinuazioni che ripetutamente travolgono Mark Zuckerberg, il Ceo di Facebook il cui obiettivo per il 2017 e' visitare ogni Stato d'America. Lo scrive un giornalista del New York Times che con il successore di Steve Jobs ha parlato durante una colazione ad Austin (Texas) dopo essere stato in Ohio e in Iowa: nel primo caso, Cook aveva visitato uno stabilimento di CTS, gruppo tecnologico che produce attrezzature usate da Apple per testare la resistenza all'acqua e alla polvere dei suoi dispositivi.
Nel secondo aveva annunciato piani per investire 1,3 miliardi di dollari in un data center dove conservare informazioni legate ai suoi servizi iCloud e FaceTime; nella citta' texana invece ha presentato un programma che insegnera' a 74.000 studenti come scrivere codici per creare app pensate per l'iPhone.
Durante la colazione, Cook ha parlato di un governo Usa che "per un periodo lungo di tempo e' diventato meno funzionale per una serie di ragioni e non sta funzionando alla velocita' passata. Quindi sta non solo alle aziende ma ad altre sfere della societa' farsi sentire". Lui lo ha fatto per esempio dicendosi "in disaccordo" con il presidente americano Donald Trump, accusato di paragonare manifestanti pacifisti a suprematisti bianchi. Secondo Cook, "abbiamo la responsabilita' morale di aiutare a fare crescere l'economia, a creare occupazione, a contribuire al nostro Paese e ad altri che fanno business con noi". Anche con le energie rinnovabili, le uniche che alimentano qualsiasi edificio aziendale in Usa di Apple. I detrattori faranno notare che il suo non e' altro che un modo per promuovere i prodotti Apple mentre tiene parcheggiati all'estero quasi 250 miliardi di dollari (per evitare di pagare tasse in Usa sul rimpatrio). Apple e' comunque uno dei maggiori contribuenti americani che ha versato 28 miliardi di dollari in tasse federali tra il 2014 e il 2016 e che gode di sgravi fiscali (pari a 208 milioni di dollari per il data center in Iowa).
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