Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, le proposte per non dimenticare i soci degli Azionisti Associati BPVi e di don Torta
Domenica 17 Aprile 2016 alle 19:01 | 0 commenti
Riceviamo da Andrea Arman, presidente Azionisti Associati Banca popolare di Vicenza, e dal Coordinamento associazioni Banche popolari venete "Don Torta", e pubblichiamo "le proposte che - scrive Arman - , come associazione e coordinamento banche popolari venete, intendiamo proporre agli organi istituzionali, dal momento che ancora una volta l'attenzione è rivolta solo a salvare la banca, ignorando per l'ennesima volta noi azionisti risparmiatori".
Le associazioni dei risparmiatori delle banche popolari venete da tempo sostengo la necessità di affrontare l'enorme problema del crack delle banche popolari da due diverse angolature: la prima economico finanziaria, riferita ai singoli istituti bancari; la seconda socio economica con particolare attenzione alle ricadute sociali ed alla creazione di condizioni che consentano la ripartenza della società ed economia veneta (foto di Giulio Todescan per Veneto Economia).
Nel gran parlare, spesso confuso, di questi giorni, viene affrontato il solo problema della ricapitalizzazione delle banche, ovvero di quello che dovrebbe essere il salvataggio di queste, senza porre alcuna attenzione alla condizione delle migliaia di soci che hanno perso tutto ed al contesto sociale veneto che, sebbene ancora non se ne accorga, subirà un pesantissimo generalizzato tracollo conseguente il venir meno di circa 10 miliardi di ricchezza. Non essendo per noi, associazioni e risparmiatori azionisti, possibile interagire con i superiori disegni della grande finanza, formalizziamo delle proposte e delle idee che, crediamo, potrebbero evitare ulteriori danni e, in qualche misura, risarcire i risparmiatori. Destinatari delle seguenti proposte sono il Governo, le Commissioni Finanze e Bilancio di Camera e Senato, i parlamentari eletti in terra veneta, la Regione Veneto, la dirigenza di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza e la società veneta.
1- Costituzione della Commissione Parlamentare di Inchiesta che, senza segretazioni, accerti e renda pubbliche le cause del tracollo delle banche, eventuali responsabilità , dove sono andati i soldi, chi sono i grandi debitori che non hanno restituito, come funzionava la catena di comando che ha consentito e sostenuta la vendita di azioni con modalità difformi da norme e regolamenti, le eventuali ingiustificate variazioni dei patrimoni degli amministratori delle banche, dei dirigenti, di soggetti privati o pubblici ad essi collegati o in relazione, i ruoli e le eventuali responsabilità di Banca d'Italia, Consob, collegio sindacale, società di revisione, periti, servizio AUDIT, servizio COMPLIANCE etc.
2- In vista della vendita dei crediti in sofferenza - che consentirà ingenti guadagni agli acquirenti - venga emanato, con la massima urgenza, un provvedimento legislativo che imponga la distribuzione di parte dell'utile ricavato dall'esazione dei crediti a favore dei soci risparmiatori.
3- Costituzione di una commissione, della quale deve far parte anche la rappresentanza delle associazioni dei soci risparmiatori, che abbia il potere di vigilare su tutto il percorso dei crediti in sofferenza, a partire dalla loro qualificazione e quantificazione sino alla esazione e conseguente determinazione del risultato economico delle operazioni.
4- Al fine di evitare l'intasamento dei Tribunali e per facilitare la rapida soluzione di quante più controversie possibile, vengano costituiti e resi operativi i tavoli stragiudiziali di confronto ed eventuale conciliazione, il cui mandato e poteri deve essere convenuto fra le banche e le associazioni dei soci risparmiatori.
5- Per evitare l'aggravamento del danno economico sociale venga disposto il blocco, per almeno un anno e comunque sino alla conclusione dell'eventuale controversia giudiziaria, di tutte le esecuzioni su tutti i crediti che le banche abbiano nei confronti di soggetti che siano anche soci e i cui titoli siano stati, in qualche modo, trattenuti a "garanzia" e nei confronti di coloro che abbiano acquistato azioni dopo il 2013 in maniera non diversificata e senza trasparenza.
Quanto sopra non avrebbe impatto sulle casse dello stato ed eviterebbe di ulteriormente esasperare i rapporti fra risparmiatori azionisti e le banche, con ciò creando le condizioni, se non per un recupero di fiducia, quantomeno per attenuare il clima ostile. Inoltre, come già detto, limiterebbe il pesante impatto che il prevedibile massiccio accesso agli organi istituzionali di giustizia causerebbe ai tribunali veneti che già operano in condizioni di sovraccarico. E, non per ultimo, consentirebbe di avere risorse e tempo per affrontare la crisi.
Andrea Arman, presidente Azionisti Associati Banca popolare di Vicenza
Coordinamento associazioni Banche popolari venete "Don Torta"
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