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Banca Popolare di Vicenza, semestrale in rosso di 795,3 milioni

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 5 Settembre 2016 alle 17:40 | 0 commenti

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Di seguito la nota della Banca Popolare di Vicenza dopo il cda di oggi 5 settembre che annuncia un primo semestre 2016 con un risultato netto di -795,3 milioni (qui le anticipazioni di oggi del nostro direttore)

Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Vicenza, presieduto da Gianni Mion e riunitosi in data odierna, ha approvato la relazione finanziaria al 30 giugno 2016. Nel corso del 1° semestre 2016, l’attività del management si è  concentrata sul processo di ristrutturazione avviato nel 2015 volto al rilancio del Gruppo, che ha  visto  il completamento di tappe fondamentali quali (i) la trasformazione della banca  in  società  per azioni, (ii) la realizzazione del pianificato aumento di capitale da 1,5 miliardi che ha consentito di mettere in sicurezza la Banca e (iii) il rinnovamento della governance con l’approvazione di un nuovo Statuto, la nomina di un nuovo Consiglio di Amministrazione e Collegio  Sindacale.

In particolare, con riferimento al rafforzamento patrimoniale, in data 4 maggio 2016 è stato finalizzato l’aumento di capitale da 1,5 miliardi attraverso l’integrale  sottoscrizione da parte del Fondo Atlante (fondo di investimento alternativo mobiliare di tipo  chiuso  gestito  da  Quaestio Capital Management SGR S.p.A.) che ha contribuito a riportare i  coefficienti  patrimoniali al di sopra dei requisiti minimi richiesti dall’Autorità di Vigilanza nell’ambito del c.d. Supervisory Review and Evaluation Process (SREP) ed a migliorare la posizione di liquidità, consentendo all’indicatore LCR di posizionarsi stabilmente al di sopra dei minimi regolamentari. Per effetto della sopracitata sottoscrizione, il Fondo  Atlante detiene una partecipazione  nel capitale della Banca pari al 99,33%.
Il primo semestre è stato anche caratterizzato dall’avvio del nuovo modello di banca commerciale. A partire dal 1° gennaio 2016 è, infatti, operativo il nuovo modello di rete commerciale che ha visto la creazione di due filiere commerciali, una dedicata alle comunità del territorio (Community Banking) a servizio di famiglie e piccoli operatori economici, l’altra focalizzata sulla clientela corporate, PMI e private (Corporate & Private Banking) organizzata per fornire servizi di elevata qualità alle imprese ed agli imprenditori. Entro la fine del 2016, è previsto il completamento del percorso di attuazione del modello di filiale Hub&Spoke (modello che prevede filiali Hub più strutturate e con operatività completa che coordinano le restanti filiali Spoke che hanno un’operatività limitata).
Inoltre, in continuità con le iniziative di revisione organizzativa adottate nei mesi precedenti che hanno coinvolto, principalmente, gli ambiti Mercati, Credito e Finanza, sono stati avviati, una serie ulteriore di interventi di ottimizzazione della Direzione Generale, funzionali al conseguimento di miglioramenti in termini di efficienza e semplificazione di tutte le strutture del Gruppo.
Alla luce del mutato contesto di mercato (scenario tassi, TLTRO2, incertezza macro-economica)  e della riduzione delle masse intermediate, il nuovo Consiglio di Amministrazione, nominato in data 7 luglio in occasione dell’Assemblea straordinaria e ordinaria degli azionisti di Banca Popolare di Vicenza, ha avviato la revisione del Piano Industriale che dovrà puntare ad un rapporto costi/ricavi sostenibile nel tempo. Inoltre, dovranno essere attentamente valutate le diverse opzioni relativamente alla gestione del portafoglio crediti non  performing.
Più in generale, nell’ambito del nuovo Piano saranno valutate le diverse opzioni strategiche sia    in ottica stand-alone sia nell’ambito di eventuali processi di  aggregazione.
Il nuovo Consiglio di Amministrazione ha inoltre già deliberato di avviare le attività di valorizzazione degli asset ritenuti  non strategici nell’ambito di rigorose procedure competitive   che consentano la massima trasparenza a garanzia di massimizzazione del  valore.
Aggiornamento in merito al c.d. “capitale finanziato”, litigation su azioni BPVI e accertamenti ispettivi BCE
Al 30 giugno 2016, l’importo dei finanziamenti che, sulla base dei criteri indicati dalla BCE nell’ambito delle verifiche ispettive del 2015, sono risultati “correlati” all’acquisto o alla sottoscrizione di azioni della Banca è confermato pari a 1.086,9 milioni3. A tale importo, al fine di completare il censimento delle operazioni oggetto degli accertamenti ispettivi delle BCE conclusi nel luglio 2015, vanno aggiunti 52,4 milioni riferibili alle lettere di impegno/garanzia, riferite ad azioni non ricomprese tra quelle acquistate o sottoscritte dalla  clientela  facendo  ricorso a finanziamenti “correlati”, per un totale di 1.139,2 milioni. Con riferimento al fenomeno dei finanziamenti “correlati” all’acquisto o alla sottoscrizione di azioni, per effetto delle rettifiche iscritte nel semestre, il Bilancio semestrale al 30 giugno 2016 evidenzia rettifiche di valore su crediti (fondi rettificativi) per 533,4 milioni (erano 465,9 milioni al 31 dicembre 2015) e specifici accantonamenti ai fondi per rischi ed oneri per 325,3 milioni (erano 352,6 milioni al 31 dicembre 2015), comprensivi anche degli stanziamenti effettuati a fronte delle lettere di impegno/garanzia precedentemente citate, pari a 34,4 milioni. I maggiori accantonamenti sui finanziamenti  “correlati” e sulle lettere di impegno/garanzia, pari a 46,6 milioni4, hanno comportato una corrispondente riduzione del “filtro prudenziale” dedotto dai Fondi Propri, passato da 320,8 milioni al 31 dicembre 2015 a 274,2 milioni al 30 giugno 2016. La riserva di patrimonio netto che la Banca ha qualificato come indisponibile ai sensi dell’art.2358, comma 6, cod. civ. ammonta al 30 giugno 2016 a 256,2 milioni, a fronte dei 304,4 milioni al 31 dicembre  20155.
Per quanto riguarda le litigation su azioni BPVi, nel corso del primo semestre 2016 si è assistito ad un incremento del numero dei reclami e contenziosi promossi dalla clientela aventi ad oggetto l’operatività in azioni della Banca (esclusi quelli relativi al c.d. “capitale finanziato”) - saliti, al 30 giugno 2016, a n. 6.936 da n. 2.919 al 31 dicembre 2015 - a fronte del quale sono   stati contabilizzati ulteriori accantonamenti al fondo rischi e oneri per 94,4 milioni che hanno portato l’importo complessivo del fondo iscritto a fronte dei rischi connessi a tali fattispecie a  230,7 milioni al 30 giugno 2016 (136,4 milioni al 31 dicembre 2015). Il nuovo Consiglio di Amministrazione ha avviato gli approfondimenti necessari a valutare la prossima apertura di  tavoli di conciliazione che possano consentire un’equilibrata composizione delle vertenze instaurate contro la Banca e relative a operazioni che possano presentare profili di   criticità.
3 L’importo è immutato rispetto al corrispondente dato del 31.12.15 poiché non si è prudenzialmente tenuto conto dei rimborsi frattanto effettuati dai soci/clienti.
4 Comprensivi di 6,2 milioni relativi a perdite contabilizzate a fronte di stralci su posizioni oggetto di accordi transattivi.
5 La riserva indisponibile ex art. 2358, comma 6, cod. civ. si riferisce ai soli finanziamenti che, sulla base dei criteri individuati dalla BCE, sono stati ritenuti “correlati” all’acquisto o alla sottoscrizione delle azioni BPVI e rispetto al filtro non include le lettere di impegno/garanzia dedotte dai Fondi Propri per la parte non coperta da accantonamenti a fondi rischi ed oneri, pari a 18 milioni. Oltre al predetto ammontare di 256,2 milioni, risulta altresì iscritta tra le poste del patrimonio netto una riserva indisponibile ex art. 2358, comma 6, del cod. civ. di 48,5 milioni a fronte delle due operazioni di aumento di capitale (regolarmente comunicate alle Autorità di Vigilanza), finalizzate all’ampliamento della base sociale che offrivano ai nuovi Soci la possibilità di sottoscrivere azioni BPVi con risorse riveniente da un finanziamento messo a disposizione dalla Banca, nel rispetto di quanto disposto dall’art. 2358 del codice civile.
In quest’ambito, la Banca persegue con determinazione, in accordo con il suo principale  azionista, l’obiettivo di avviare tutti i passi necessari per un’azione di responsabilità nei confronti   di chi si è reso colpevolmente responsabile del dissesto della Banca. A questo proposito il Consiglio di Amministrazione ha dato mandato ad uno studio legale di approfondire l’individuazione di tutte le azioni volte a ristorare i danni subiti dal Gruppo  BPVi.
Su fronte degli accertamenti ispettivi, a maggio 2016, la BCE ha avviato  una  verifica  ispettiva avente ad oggetto i processi di gestione e di valutazione e il  sistema  dei  controlli interni relativi ai rischi di credito e di controparte. La verifica ispettiva è in fase di finalizzazione e la presente Relazione Finanziaria Semestrale recepisce le evidenze preliminari relative alle maggiori rettifiche di valore analitiche e forfetarie emerse dal confronto tenutosi con    il Gruppo ispettivo nel corso degli accertamenti. Gli esiti finali della verifica ispettiva non sono ancora stati formalizzati e discussi con la Banca; non si può pertanto escludere che, anche alla luce degli esiti della verifica ispettiva e/o delle indicazioni che la stessa BCE dovesse dare alla Banca, il Consiglio possa procedere ad una revisione dei processi e delle policy aziendali del credito in un’ottica maggiormente  conservativa.
Risultati semestrali consolidati:
Il Gruppo BPVi chiude il primo semestre 2016 con una risultato netto di -795,3 milioni a fronte dei -1.052,9 milioni del 30 giugno 2015. Il risultato di periodo è stato significativamente influenzato dagli impatti economici e patrimoniali connessi (i) alla già contestata decisione  assunta il 4 agosto 2016 da Cattolica Assicurazione di recedere dall’accordo di partnership e ai relativi rischi e potenziali oneri, (ii) all’incremento delle coperture sui crediti anche per effetto del recepimento delle rettifiche di valore su crediti conseguenti agli esiti preliminari della recente verifica ispettiva della BCE sui rischi di credito e di controparte, in corso di finalizzazione, e (iii)  alle ulteriori rettifiche e accantonamenti sugli investimenti in fondi lussemburghesi e sui rischi legali relativi a reclami e contenziosi su azioni BPVI avviati dalla  clientela.
Escludendo i sopracitati effetti il risultato è pari a circa -85 milioni6  principalmente dovuto   ad una riduzione dei ricavi ‘core’ (margine di interesse e commissioni nette) che hanno risentito degli impatti reputazionali che hanno colpito il Gruppo a partire dalla seconda parte del 2015 e che hanno comportato la diminuzione delle masse intermediate e un innalzamento  del  costo della raccolta. Le masse intermediate hanno comunque fatto registrare segnali di stabilizzazione/moderata ripresa dopo il perfezionamento dell’aumento di capitale. Il calo dei  ricavi ‘core’ è stato parzialmente compensato dalla riduzione degli oneri operativi, che hanno beneficiato, di un numero minore di risorse e di un’ulteriore razionalizzazione della presenza territoriale del Gruppo BPVi, che ha visto la chiusura di ulteriori 71 filiali (dopo le 75 già effettuate nel 2015) e l’avvio della chiusura dei 6 Uffici di Rappresentanza posizionati all’estero che si completerà entro la fine del  2016.
6 Dato gestionale.
Principali evidenze patrimoniali:
Al 30 giugno 2016 il prodotto bancario del Gruppo, costituito dalla raccolta  totale  e  dagli  impieghi per cassa con clientela, ammonta a 55.706 milioni, in flessione del 9,7% rispetto ai 61.671 milioni del 31 dicembre 2015. Su base annua la flessione, che dal secondo  semestre 2015 ha principalmente risentito degli impatti reputazionali conseguenti agli elementi di criticità emersi nell’ambito degli accertamenti ispettivi BCE, è del  20%.
La raccolta diretta, pari a 20.029 milioni, segna una riduzione dell’8,7% rispetto  alle  consistenze di fine 2015 per effetto, principalmente dei citati impatti reputazionali. A partire dal mese di maggio 2016, la raccolta ha ripreso a crescere, in concomitanza con l’aumento di capitale che ha dissipato i timori sulla solidità della  Banca.
Per far fronte al temporaneo deflusso di fondi, in un contesto di mercato particolarmente volatile che ha reso inaccessibile l’accesso a forme di funding a medio-lungo termine di tipo senior unsecured presso investitori istituzionali, nel corso del 1° semestre 2016 il Gruppo BPVi ha implementato una strategia di funding basata principalmente sul reperimento di risorse finanziarie attraverso la strutturazione di operazioni di tipo “collateralizzato” (inclusa l’estensione dei crediti stanziabili presso la Banca Centrale Europea con riferimento alle società controllate e ai crediti autoliquidanti). In particolare, l’azione di reperimento di fonti di raccolta sul fronte istituzionale è stata condotta attraverso la strutturazione di operazioni di Repurchase Agreement (Repo) con primarie controparti di mercato e il collocamento sul mercato secondario   di tranche senior di cartolarizzazioni, originariamente “ritenute” come collateral presso la Banca Centrale Europea a fronte di operazioni di rifinanziamento presso la  stessa.
Tali operazioni di funding, unite al positivo effetto sulla posizione di liquidità riveniente dall’aumento di capitale, hanno permesso all’indicatore Liquidity Coverage Ratio di posizionarsi al di sopra del 100% alla fine di giugno 2016 (era 47,5% alla fine del 2015), valore superiore all’attuale limite regolamentare  (70%).
Infine, con riferimento alle nuove operazioni di rifinanziamento a più lungo termine TLTRO (Targeted Longer Term Refinancing Operations) annunciate dal  Consiglio  Direttivo  della  BCE il 5 giugno 2014, la Banca, coerentemente con la sua mission di sostegno alle famiglie e   alle imprese ed in linea con gli obiettivi della Banca Centrale Europea di sostegno del processo   di erogazione del credito bancario all’economia reale, aveva partecipato all’asta di giugno 2015 per 600 milioni che andavano ad aggiungersi a 1,2 miliardi utilizzati a dicembre 2014 (per un totale che ammontava a 1,8 miliardi). A fine giugno 2016, il Gruppo BPVi ha rimborsato integralmente 1,8 miliardi relativi alla preesistenti TLTRO, richiedendo l’importo massimo utilizzabile della TLTRO II (annunciato dal Consiglio Direttivo della BCE il 10 marzo 2016) pari     a 4,7 miliardi. Oltre ai fondi TLTRO II, il Gruppo BPVi ha fatto ricorso ad Operazioni di Rifinanziamento Marginali settimanali presso la BCE per un totale di 1,8  miliardi.
Al 30 giugno 2016, l’esposizione netta del  Gruppo  sul mercato  interbancario, è negativa  per 6,6 miliardi, in riduzione di 1,2 miliardi rispetto ai -7,8 miliardi di fine 2015, di cui -5,2 miliardi riferibile all’esposizione debitoria netta verso BCE (-6,5 miliardi al 31 dicembre   2015).
La raccolta indiretta (escluse le azioni BPVi) del Gruppo, a valori di mercato, ammonta al 30 giugno 2016 a 12.310 milioni, evidenziando una riduzione del 15,4% rispetto al dato di fine dicembre 2015, anch’essa principalmente riconducibile agli impatti reputazionali prima   citati.
Nel dettaglio, nel primo semestre 2016, la raccolta amministrata si riduce del 14,1% mentre il comparto del risparmio gestito e previdenziale scende del 16,8% ascrivibile, in particolare, ai “fondi comuni” (-19,9%) e alla “raccolta previdenziale”  (-9,7%).
Gli impieghi netti verso la clientela si attestano a 23.367 milioni in flessione del 7,2% rispetto   al 31 dicembre 2015 e del 12,7% nei dodici  mesi.
L’andamento dell’aggregato risente, principalmente, del deleveraging operato a sostegno del profilo di liquidità del Gruppo nonché dell’aumentata copertura media del portafoglio crediti deteriorati. Gli impieghi lordi evidenziano una flessione più contenuta e pari al 4,3%  nel  semestre e del 7,5% nei dodici mesi.
I crediti deteriorati lordi si attestano a 9.394 milioni e registrano un aumento nel primo  semestre 2016 pari a 431,7 milioni (+4,8%), di cui quasi la metà è riferibile a clientela con esposizioni correlate al capitale finanziato che, sulle base delle analisi svolte internamente, risultavano non avere più sufficienti flussi di cassa per un rimborso integrale   dell’esposizione.
I crediti deteriorati sorti nel corso del primo semestre 2016, non riferibili a clientela con capitale finanziato, ammontano a 217,1 milioni ed evidenziano una crescita del  +2,7%.
Le sofferenze crescono del 5,5%, le inadempienze probabili del 4,7% mentre le esposizioni scadute deteriorate si riducono  dell’11,2%.
I crediti deteriorati netti verso clientela evidenziano, rispetto al 31 dicembre 2015,  una  riduzione in valore assoluto di 133,5 milioni (-2,5%), per  effetto  dell’incremento  del  relativo livello di copertura media che al 30 giugno 2016 si attesta al  44,79% (46,24% tenendo conto  delle cancellazioni parziali su crediti in procedura concorsuale, c.d. stralci7), a fronte del 40,64% del 31 dicembre 2015 (42,41% inclusi gli stralci) e del 39,57% del 30 giugno 2015 (41,75%   inclusi gli stralci). La relativa incidenza sul totale dei crediti verso clientela  netti  passa  dal 21,13% del 31 dicembre 2015 al 22,20% del 30 giugno 2016. Le  sofferenze  nette  verso  clientela ammontano a 1.879,8 milioni e rappresentano l’8,04% del totale dei crediti netti. La relativa percentuale di copertura, includendo gli stralci, si attesta al 61,36% in crescita di oltre 2 punti percentuali su fine 2015.
Principali evidenze economiche:
Al fine di illustrare il contributo delle varie aree di attività alla formazione del risultato di periodo,    nel prosieguo si commentano in ottica “gestionale” le dinamiche delle principali grandezze economiche che hanno caratterizzato i primi sei mesi del 2016, comparate con quelle del corrispondente periodo dello scorso  esercizio.
7 I c.d. “stralci” che attengono a passaggi a perdita su crediti in procedura concorsuale in corso alla data di riferimento.
Il margine di interesse, al 30 giugno 2016, si attesta a 196,6 milioni ed è in flessione del 23,6% rispetto alle risultanze del 30 giugno 2015 principalmente per effetto,  della  riduzione  delle  masse intermediate e del maggior costo del funding connesso al diverso mix  delle  fonti  di raccolta a cui si è fatto ricorso per sostenere il profilo di liquidità del Gruppo.
Il contributo dei dividendi e del risultato di periodo delle partecipazioni valutate al  patrimonio netto è positivo per 7,4 milioni a fronte dei 31,4 milioni di giugno 2015 (-76,3%) e riflette, principalmente, i minori risultati conseguiti dalle compagnie assicurative e la riduzione  degli apporti degli investimenti in fondi di private equity che nel primo semestre  avevano  generato proventi significativi.
Le commissioni nette, al 30 giugno 2016, sono pari a 122,3 milioni a fronte dei 170,1 milioni   del 30 giugno 2015, con un calo del 28,1% per lo più riferibile alla  significativa  flessione  (-45,5%) del contributo dei servizi di gestione ed intermediazione che risentono della riduzione delle consistenze della raccolta indiretta.
Il risultato netto dei portafogli di proprietà, al 30 giugno 2016, è pari a 37 milioni a fronte dei 100,4 milioni del 30 giugno 2015 (-63,2%) per effetto di minori ricavi derivanti dall’attività di negoziazione e di minori utili dalla cessione di titoli di Stato che, nel corso del primo semestre 2015, avevano beneficiato di favorevoli finestre di mercato consentendo il realizzo di importanti plusvalenze.
Gli  altri proventi netti, al  30 giugno 2016, ammontano a 21,4 milioni, a fronte dei -0,1 milioni  del 30 giugno 2015, che però scontavano componenti negative una-tantum connesse  ai  riaccrediti che erano stati effettuati alla  clientela.
Gli oneri operativi ammontano complessivamente a 321,6 milioni, in flessione del 5,4% rispetto  al dato del primo semestre 2015. Le spese per il personale si riducono di 11,6 milioni (-5,6%) principalmente per effetto del diminuito numero di dipendenti. Le altre spese amministrative si riducono di 5,5 milioni (-4,8%), variazione che non include il canone per le DTA ex D.L. 59/2016 (10,7 milioni) ed il contributo ordinario dovuto per il 2016 al Fondo di Risoluzione (17,3 milioni), componenti che non erano presenti nel primo semestre 2015. In flessione anche gli ammortamenti (-1,2 milioni, -6,6%).
Le rettifiche di valore nette per deterioramento restano elevate e complessivamente  ammontano a 938,8 milioni, a fronte dei 1.089,1 milioni del 30 giugno  2015.
Le rettifiche di valore si riferiscono per 593,4 milioni a crediti verso clientela (702,8 milioni al 30 giugno 2015) e sono per lo più riferibili a crediti deteriorati i cui livelli di copertura si sono incrementati di 3,8 p.p. (inclusi i c.d stralci) rispetto ai livelli di fine 2015 e di ben 8,3 p.p rispetto    a fine 2014, esercizio che pure aveva recepito gli effetti dell’Asset Quality Review condotta nello stesso anno da BCE sul portafoglio crediti. Il costo del credito annualizzato è risultato pari al 5,08%.
Le rettifiche di valore nette delle attività finanziarie disponibili per la vendita ammontano a 28,4 milioni (118 milioni al 30 giugno 2015) e si riferiscono per 23,6 milioni ai fondi di diritto lussemburghese Optimum MS1 e Optimum  MS2.
Le rettifiche di valore nette delle partecipazioni sono pari a 310,8 milioni e si riferiscono per 229,9 milioni alla svalutazione di Cattolica Assicurazioni il cui valore di bilancio, a seguito dell’esercizio del diritto di recesso dagli accordi di partnership con Banca Popolare di Vicenza, è stato allineato al relativo fair value, sulla base del prezzo ufficiale di Borsa dell'azione Cattolica Assicurazioni in data 30 giugno 2016, ancorché la Banca, sulla base di autorevoli pareri ricevuti, ritiene che vi siano fondate ragioni per escludere che, nella specie, ricorrano i presupposti per il legittimo esercizio del recesso.
Nella voce è altresì computato l’importo di 80,9 milioni a fronte dei rischi e dei potenziali oneri connessi all’eventuale esercizio, ove mai legittimo, del diritto a vendere alla Banca da parte di Cattolica Assicurazioni le partecipazioni del 60% del capitale in Berica Vita S.p.A., Cattolica Life Dac e ABC Assicura S.p.A. e corrispondenti al differenziale tra il prezzo predeterminato del suddetto diritto a vendere ed il corrispondente pro-quota di embedded value di  Cattolica  in  Berica Vita S.p.A., Cattolica Life Dac e patrimonio netto di ABC Assicura   S.p.A.
Gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri ammontano a 76,8 milioni e sono per lo   più riferibili ai nuovi reclami pervenuti su azioni BPVi, i cui volumi si sono incrementati nel corso del primo semestre 2016, anche a seguito dell’ulteriore significativa riduzione del valore delle azioni, nonché ai rischi e ai potenziali oneri connessi alle penali (4,3 milioni) relative alle “joint venture” societarie con Cattolica Assicurazioni che risultassero eventualmente dovute a seguito del sopracitato recesso dalla  partnership.
Per una piena comprensione del raffronto di rettifiche e accantonamenti con il  primo semestre  del precedente esercizio, si ricorda che le risultanze al 30 giugno 2015 includevano i primi esiti della ricognizione sugli attivi avviata dal nuovo management che aveva determinato un innalzamento del livello di copertura dei crediti deteriorati ( inclusivi dei c.d stralci) di 3,9 p.p. rispetto alla fine del 2014, rilevanti impairment su titoli AFS (-119,3 milioni) e la svalutazione di oltre l’80% del valore degli avviamenti iscritti in bilancio (-268,8 milioni), nonché le iniziali valutazioni dei rischi legali connessi ai diversi profili di criticità legati alle “operazioni sul capitale BPVi” emersi nell’ambito dell’ispezione della BCE e dei successivi approfondimenti  interni  (-371,1 milioni di cui 355,6 milioni riferiti al capitale  finanziato).
Coefficienti di Vigilanza
I Fondi propri al 30 giugno 2016 ammontano a 2.835,2 milioni a fronte dei 2.022,5 milioni al 31 dicembre 2015. La suddetta variazione è principalmente ascrivibile all’aumento di capitale finalizzato nel mese di maggio, al netto delle perdita di periodo registrata nel   semestre.
Si ricorda che ai Fondi propri del Gruppo BPVi è applicato un “filtro prudenziale” (274,2 milioni      al 30 giugno 2016, 320,8 milioni a fine 2015) al fine di neutralizzare il capitale a fronte del quale  la BCE ha evidenziato sussistere una “correlazione” con i finanziamenti erogati a taluni Soci/Azionisti ovvero in relazione al quale sono stati rilevati altri elementi che ne impongono la detrazione dagli strumenti del capitale primario di classe 1 ai sensi dell’art. 36 del Regolamento (UE) n. 575/2013.
Al 30 giugno 2016, il Common Equity Tier 1 ratio del Gruppo si posiziona al 10,75% (superiore al coefficiente minimo del 10,25% fissato da BCE per il Gruppo BPVi)  rispetto  al 6,65% del 31/12/2015
Il Total Capital Ratio risulta pari al 12,40% rispetto all’8,13% del  31/12/2015.
Prevedibile evoluzione della gestione
Nell’attuale contesto di incertezza macroeconomica e finanziaria, le  prospettive  del  Gruppo BPVi risultano influenzate anche da fattori specifici che hanno determinato il risultato del primo semestre. Per la seconda metà del corrente esercizio è ipotizzabile che, al netto del contributo degli utili da cessione di attività finanziarie, i proventi operativi siano sostanzialmente   in linea con il primo semestre, anche se potrebbero risentire dello scenario macroeconomico ancora debole e della non ancora stabilizzata ripresa dell’azione commerciale. Con riferimento  agli oneri operativi, analogamente, il risultato non dovrebbe discostarsi significativamente da quello registrato nel primo semestre, al netto della possibile attivazione di un fondo di solidarietà finalizzato alla riduzione degli organici e previsto dal Piano Industriale, approvato nello scorso mese di febbraio ed attualmente in corso di revisione. Il costo del credito dovrebbe riposizionarsi su livelli più fisiologici nella seconda parte dell’anno, in  un  contesto  nel  quale il Gruppo ha già recepito nella presente semestrale le differenze valutative emerse in via preliminare nell’ambito della verifica ispettiva BCE attualmente in fase di conclusione. Permangono, tuttavia, incertezze relativamente: i) ai potenziali impatti prospettici derivanti dall’eventuale revisione in ottica maggiormente conservativa delle policy e delle procedure di provisioning che il Consiglio di Amministrazione potrebbe valutare in seguito alle indicazioni che   la BCE dovesse impartire successivamente alla chiusura degli accertamenti; ii) alle ricadute, anche di natura contabile e valutativa, delle scelte strategiche di gestione del portafoglio non performing che il Consiglio dovesse valutare e assumere successivamente agli esiti della  predetta verifica.
A queste incertezze si aggiungono quelle dipendenti dalla evoluzione futura dei reclami e dei contenziosi relativi all’operatività in azioni della Banca e quelle comunque connaturate alle stime  e alle valutazioni sottese agli accantonamenti al fondo rischi e oneri effettuati dalla Banca, in un contesto nel quale le implicazioni derivanti dalla litigation con gli azionisti dovranno in futuro essere valutate anche alla luce delle relative scelte di gestione che dovessero essere definite    dal Consiglio di Amministrazione.
Dichiarazione ex art. 154-bis comma 2 del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n.   58
Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili  societari,  dott.  Massimiliano  Pellegrini, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l’informativa contabile contenuta nel  presente  comunicato  corrisponde  alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture  contabili.
Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari F.to Massimiliano Pellegrini

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