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Banca Popolare di Vicenza, Unisin: pronti all'accordo?

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 2 Dicembre 2016 alle 15:58 | 0 commenti

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Unisin Gruppo Banca Popolare di Vicenza

Il 28 novembre la Direzione ci ha convocato "per parlare del rinnovo del CIA in scadenza il 31 dicembre 2016" così come richiesto dalle OO.SS..In apertura di incontro però la Direzione ha mostrato le sue vere intenzioni dichiarando che si parlerà del rinnovo del CIA in un’ottica complessiva che preveda "con immediatezza la diminuzione del costo strutturale del lavoro e del personale per minimo 700 posizio- ni di esubero entro il 2017" da ottenere: ⦁ con il ricorso al fondo di solidarietà di settore per circa 400 colleghi (la DG non forni- sce dati) ⦁ con le giornate di solidarietà retribuite al 60% da distribuire su tutti gli altri a copertu- ra delle restanti posizioni.

Così il 5 dicembre ripartirà un confronto bruscamente e immotivatamente interrotto dalla Direzione a febbraio del 2016 e per cui la stessa DG ha già stabilito la data di chiusura (massimo 16 dicembre) e il contenuto (vedi articolo 30 novembre Corriere della Sera).
In conclusione: dopo oltre otto mesi di totale assenza di confronto sindacale la Direzione si risveglia bruscamente e comunica alla stampa che otterrà quello che vuole con un confronto rapidissimo “che non dovrebbe raggiungere punte eccessivamente aspre”!
Evidentemente conta sul fatto che le OO.SS. aziendali accettino questi metodi che impediscono di fatto persino la possibilità di presentare l’accordo ai colleghi per chiederne l’approvazione, magari riservando loro il ruolo di “spingitore dei colleghi” (al fianco dei gesto- ri) verso l’adesione “volontaria”.
Noi, insieme agli altri sindacati (a tutti i livelli) avevamo invece chiesto che per riprendere la trattativa fosse presentato il Piano Industriale. Ma così non sarà. Dopo aver dichiarato
<1500 esuberi che non potranno essere gestiti solo con i fondi a disposizione dei bancari> (Mion – Il Sole 24Ore 26/10/16) ci chiedono un “atto di fede”: senza conoscere il piano di rilancio (se c’è) e le sue modalità dobbiamo prendere una decisione immediata e par- ziale che certo traghetterà il management verso il ricco appannaggio per un altro anno ma lascia senza garanzie gli altri 5.000 colleghi!
Garanzie indispensabili, visto che lo stesso management non è stato in grado di rivela- re la strategia industriale ( cessioni, fusioni, esternalizzazioni, licenziamenti ecc.) con cui pensa di invertire la tendenza che sempre più ci trascina verso il baratro.
Managers che si autodefiniscono <di eccellenza> ma, visti i risultati raggiunti, di eccellente non vediamo che il loro compenso, non certo la gestione commerciale e del personale, la- sciata ai soliti noti che utilizzano i soliti metodi (anche per tentare di convincere la cliente- la).
<Vogliamo poter finalizzare un accordo che consenta un’uscita volontaria ai colleghi aventi diritto ma soprattutto vogliamo tutelare chi resta in un momento così incerto e delicato.>
Sin da dicembre 2015 le OO.SS. di BPVi unitariamente dichiararono:
Oggi a maggior ragione, visto il precipitare della situazione, ribadiamo quella necessità, an- che per evitare che il costo dei prepensionamenti possa essere scaricato sui 5000 colleghi che restano e sulle loro famiglie.
Per queste ragioni riteniamo che Direzione e Proprietà debbano valutare eque e di buon giudizio le seguenti proposte per poter raggiungere un accordo dignitoso e condiviso da tutti:
⦁    Il management e gli alti dirigenti dovranno accettare, durante gli anni in cui i colleghi sosterranno il peso delle giornate di solidarietà, una riduzione del 30% dei propri emolumenti (che in bilancio 2015 ammontano a circa 15 mi- lioni). I soldi risparmiati potrebbero integrare il plafond con il quale si paga la soli- darietà (attualmente di soltanto 7 milioni di €, esauriti i quali le giornate di solidarietà non avranno alcuna retribuzione né versamenti contributivi).
⦁    L’accordo dovrà contenere l’espressa garanzia che, almeno per i prossimi 3 anni, gli ulteriori eventuali esuberi saranno trattati in linea con le soluzioni trovate in questo accordo e comunque senza deroghe al CCNL e senza licenziamenti.
⦁    L’immediata fornitura alle OO.SS dei dati puntuali relativi all’organico,  indispensabile per una trattativa minimamente consapevole. Gli stessi dati saran- no poi aggiornati con cadenza trimestrale.
⦁    Un drastico cambio nelle modalità di gestione delle risorse umane.
 Comportamenti scorretti e pressioni commerciali dovranno essere sanzionati.
⦁    Valutare il reimpiego dei colleghi nella gestione delle sofferenze, da non esternalizzare, visto che l’unico business rimasto sembra essere quello del re- cupero degli NPL.

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