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Bankitalia costa oltre 22 mln a ispezione delle banche medie, non controllate da BCE. Il Giornale: "...e Visco è stato un ottimo governatore, se non si parla di banche"

Di Rassegna Stampa Domenica 29 Ottobre 2017 alle 21:03 | 0 commenti

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Bankitalia costa 1 miliardo l'anno per fare appena 45 ispezioni. Visco guiderà per altri sei anni l'istituto che vigila sulle banche. Ma nonostante i quasi 7mila impiegati lo stato di salute del sistema è tra i peggiori d'Europa
La Banca d'Italia ha trovato un vecchio governatore. Ignazio Visco è stato confermato per altri sei anni alla guida dell'istituzione finanziaria più importante del Paese e la terza più costosa d'Europa: 1 miliardo e 42 milioni nel 2016, comunque la metà di quanto costa la Banque de France ai francesi e 800 milioni in meno rispetto a quanto costa la Bundesbank ai tedeschi. Per quanto riguarda la gestione amministrativa di Palazzo Koch, sede della Banca d'Italia, a Visco non si può imputare nulla.

È logico, ad esempio, che Bankitalia sia la terza istituzione centrale più costosa d'Europa ed è anche logico che sia terza anche per numero di dipendenti: secondo i documenti della Bce ne ha 6.885 (6.882 secondo il documento sull'attività svolta nel 2016 di via Nazionale) il doppio di quelli che lavorano per la Bce, che sono 3.171. Troppi? Forse sì, ma è tutto il sistema dell'Eurozona ad essere obeso, basti pensare che tutte le Banche centrali dell'Eurozona hanno 48.577 dipendenti mentre la Federal Reserve americana ne ha la metà: 22.249 e costa appena 4,9 miliardi di euro.

Visco ha, comunque, ridotto i dipendenti riuscendo contemporaneamente a non bloccare le assunzioni facendo entrare ogni anno meno gente di quanta se ne andava. Per esempio: nel 2015 359 persone sono uscite e 212 sono entrate e nel 2016 214 sono uscite e 168 sono entrate.

Anche il costo del personale di Bankitalia non è eccessivo. Mediamente ogni dipendente ha un reddito annuo lordo di circa 90mila euro ma un direttore di filiale provinciale può, a seconda dell'anzianità, arrivare a 181mila euro; un capo Dipartimento può toccare i 235mila mentre i membri del Direttorio, per via delle due paroline magiche che servono sempre per giustificare privilegi altrimenti ingiustificabili, e cioè «autonomia» e «indipendenza», superano in scioltezza il tetto agli stipendi dei manager pubblici fissato in 240mila euro. Il direttore generale Salvatore Rossi arriva a 400mila euro lordi l'anno, i tre membri del direttorio, Fabio Panetta, Luigi Federico Signorini e Valeria Sannucci, sono a quota 315mila euro mentre il governatore Ignazio Visco tocca quota 450mila.

Ma la parte interessante riguarda l'attività di Bankitalia. I dati che si possono considerare per valutare il lavoro di palazzo Koch sono centinaia e saranno certamente tutti contenuti nelle migliaia di pagine che Visco ha consegnato alla Commissione d'inchiesta sulle banche (così da tenerla occupata qualche settimana). Uno di questi è il numero di ispezioni effettuate nel 2016 nei confronti delle sole «banche significative», cioè quelle «medie», dato che quelle più grandi sono sotto la vigilanza della Bce. Nel 2016 le ispezioni sono state 45, 3 in meno rispetto all'anno precedente. Come mostrano elaborazioni sulla base di dati ufficiali dal sito Truenumbers.it, a calare maggiormente tra il 2015 e il 2016 sono state le ispezioni sul controllo del governo societario (chi comanda, in pratica).

Anche gli indici per verificare lo stato di salute delle banche sono centinaia. Due sono particolarmente importanti: il primo si chiama Default rate e il secondo è il Loss rate. Il primo indica la percentuale di debitori singoli che non riescono a restituire i soldi avuti in prestito da una banca; il secondo indica la percentuale di questi debiti «a rischio» che la banca decide di svalutare. Ora: l'Italia è seconda in Europa dopo la Grecia se si considera il Default rate: l'11,74% dei debitori potrebbe avere difficoltà a restituire i soldi. Questi crediti sono stati svalutati dalle banche per il 45,45% del loro valore. Sono due percentuali altissime, preoccupanti, ma almeno danno una rappresentazione della situazione bancaria italiana abbastanza veritiera.

Insomma: se non si parla dell'Antonveneta fatta comprare da Mps senza imporre una due diligence sui conti; se si tralasciano gli aumenti di capitale della Popolare di Vicenza a prezzi stellari rispetto alla realtà; se si sorvola sul fatto che la bad bank per i crediti inesigibili non è mai stata creata prima che fosse vietata; se non si considerano i crack di una mezza dozzina di banche che hanno colto la Banca d'Italia totalmente impreparata e se si dimentica l'imbarazzante rimpallo di responsabilità con la Consob sullo stato di salute del sistema bancario, eccetera, eccetera, eccetera... Visco è stato un ottimo governatore della Banca d'Italia, basta che non si parli di banche.


di Marco Cobianchi, da IlGiornale.it 

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