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BPVI, GdV: chiesto da gruppo di risparmiatori il fallimento della "bad bank", se accertato possibili indagini per bancarotta fraudolenta

Di Rassegna Stampa Sabato 11 Novembre 2017 alle 10:42 | 0 commenti

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Chiesto il fallimento della BPVi. Dopo l'istanza di un gruppo di risparmiatori, il tribunale civile di Vicenza ha fissato per il 2 febbraio la prima udienza per la dichiarazione dello stato di insolvenza. Se questo avvenisse, si aprirebbe uno scenario inedito anche per l'inchiesta penale, perchè la procura potrebbe procedere per bancarotta fraudolenta, anche se è tutto da chiarire a carico di chi. L'istanza - a carico della bad bank amministrata da Fabrizio Viola, la good bank è in mano a Intesa Sanpaolo - era stata presentata dai risparmiatori traditi dopo il decreto con cui il governo, il 25 giugno scorso, disponeva la liquidazione coatta amministrativa della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.

Nell'atto dell'esecutivo si parlava di "stato di dissesto" dell'istituto e non invece di "stato di insolvenza". Quest'ultimo, passaggio fondamentale affinchè, come aveva ricordato il procuratore Antonino Cappelleri davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta, si possa avviare l'inchiesta per bancarotta, che prevede lunghi tempi di prescrizione e pene severe. Peraltro, va detto che va accertato a chi attribuire il reato: agli ex vertici presieduti da Gianni Zonin (ma all'epoca la banca era solvibile) o a chi l'ha amministrata successivamente?A Treviso la richiesta dei risparmiatori era giunta nei mesi scorsi. Per Veneto Banca, però, il giudice fallimentare aveva respinto l'istanza sollevando una questione di competenze, ed aveva girato la richiesta alla procura affinché essa stessa proceda a formularla per il fallimento. E il magistrato aveva delegato le indagini alla guardia di finanza. Tornando a Vicenza, il giudice valuterà se Bpvi era insolvente a giugno 2017, se a quella data era in grado di pagare o meno le proprie obbligazioni. Per i risparmiatori «era palese alla data di adozione del decreto legge e della decisione della Bce lo stato di insolvenza di Banca Popolare di Vicenza, incapace di far fronte con mezzi ordinari alle proprie obbligazioni», come si legge nell'istanza firmata dall'avv. Luigi Fadalti. Spiega il legale: «Nessuno dei provvedimenti parla mai di "stato di insolvenza. Si usano invece garbatamente i termini di "dissesto o stato di dissesto". Il problema non è lessicale, ma sostanziale. "Stato di insolvenza" è infatti una formula magica che schiude le porte all'accertamento di illeciti penali gravemente sanzionati. Solo la dichiarazione dello "stato di insolvenza" può consentire la contestazione della bancarotta fraudolenta e degli altri reati fallimentari con termini di prescrizione tali da far ragionevolmente ritenere che si possano avere sentenze di condanna concretamente eseguibili»...

Di Diego Neri e Sabrina Tomè, da Il Giornale di Vicenza


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