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BPVi, Gianni Mion e Fabrizio Viola riportano i prestigiosi quadri a Prato. Cambio di rotta rispetto a Gianni Zonin: “aveva forse qualche ambizione napoleonica”

Di Edoardo Andrein Giovedi 19 Gennaio 2017 alle 00:55 | 1 commenti

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C'è il lieto fine sulla “battaglia” per i quadri di Prato di cui scrivemmo il 21 luglio 2013 seguendo poi anche la serie di altri avvenimenti sulla vicenda. La nuova dirigenza della Banca Popolare di Vicenza ha stabilito che le opere della collezione della Galleria di Palazzo degli Alberti trasferite in seguito all'acquisizione da parte della BPVi della Cassa di risparmio di Prato torneranno a casa nei prossimi mesi. La decisione è stata assunta dai massimi vertici della banca, il presidente Gianni Mion e il consigliere delegato Fabrizio Viola, presentatisi di persona il 18 gennaio nella città toscana.

Un cambio di rotta rispetto al passato. I quadri, infatti, furono portati a Vicenza per volontà dell'allora presidente BPVi Gianni Zonin: tre capolavori rinascimentali, il Crocifisso con cimitero ebraico di Giovanni Bellini, la Madonna col bambino di Filippo Lippi e la Coronazione di spine del Caravaggio, contenuti nella collezione di Palazzo degli Alberti, edificio che fu sede della Cassa di Prato e che oggi comprende prestigiosi dipinti su tavola del '400 e '500 e opere di scuola toscana del '600.

L'accordo siglato a Prato tra BPVi e il sindaco Matteo Biffoni, il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Prato, Fabia Romagnoli, e Andrea Cavicchi, presidente di Confindustria Toscana nord, prevede l'intesa per riportare le opere a Prato "non appena ciò dovesse diventare possibile in considerazione dei vincoli normativi". Un atto, si osserva in una nota del Comune riportata dall'Ansa, "che segna la volonta' per la Popolare di Vicenza di ricostruire il legame con Prato, strategico per lo sviluppo commerciale della banca".

“Riportare queste opere d'arte a Prato – dice il sindaco Biffoni - e renderle fruibili alla città è un obiettivo condiviso da tutti i soggetti che oggi hanno firmato l'accordo, un lungo lavoro di confronto che con la nuova presidenza della banca è stato sicuramente più diretto"

“L'accordo - commenta Mion - più che un punto di arrivo rappresenta un nuovo punto di partenza nella storia della Banca Popolare di Vicenza a Prato. Per noi Prato è un territorio molto importante e vogliamo ricostruire il rapporto di fiducia con le istituzioni, il mondo della cultura e, soprattutto, i

cittadini. In fondo non sappiamo nemmeno noi perchè questi quadri sono arrivati in Veneto”. “Qualcuno – spiega in conclusione il Presidente BPVi con una battuta riferendosi ai vecchi vertici della banca - aveva forse qualche ambizione napoleonica”.

(nella foto de Il Tirreno la firma del protocollo d'intesa)


Commenti

Inviato Giovedi 19 Gennaio 2017 alle 07:56

Non potrebbero venderle per far cassa?
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