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BPVi: saltata prima mediazione con soci e in dubbio accordo con Cattolica con aggravio di 170 mln per Spa. Nel Cda non c'è Colombini, ma forse un "esecutore" al posto di Iorio

Di Gianfri Bogart Sabato 14 Maggio 2016 alle 12:18 | 0 commenti

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Salta la prima mediazione tra due soci bassanesi e la Banca Popolare di Vicenza i cui legali, presentatisi obbligatoriamente al tavolo hanno sostenuto che una posizione di chiusura alle ipotesi extra giudiziali che rischia di accentuare la conflittualità tra i 118.000 soci di fatto azzerati e l'istituto condotto al collasso dalla gestione di Zonin & c. Intanto scoppia il "problema Cattolica" per l'attuale Cda in cui ancora siede Francesco Iorio in attesa che il Fondo Atlante prenda e renda note le sue decisioni in vista dell'assemblea che a breve dovrà indicare la composizione dei vari organi di gestione e controllo della banca.

Ad oggi gli indirizzi dei nove rappresentani degli investitori in Atlante sembrerebbero escludere sia Iorio, che pure si è incontrato in settimana con Alessandro Penati, il presidente di Quaestio, la Sgr che gestisce il fondo, che Luciano Colombini, dopo le anticipazioni iniziali sul possibile ritorno a Vicenza dell'ex dg uscito per divergenze con Gianni Zonin e  di cui si era, invece, vagheggiata una "partita a tennis", evidentemente mai giocata se non nella mente del pettegolo di turno, "a Montebello, a casa di Zonin, con l'ex presidente del collegio sindacale Giovanni Zamberlan...".

Se il Fondo Atlante starebbe cercando un profilo di vertice per la ridimensionanda BPVi, ma magari giovane e/o "fuori dal giro" con un ruolo da "esecutore" di strategie disegnate lontano da Via Btg. Framarin, intanto si annuncia l'eventuale recesso della Cattolica dall'accordo commerciale (e di intreccio di partecipazioni) con la Banca Popolare di Vicenza, accordo reso possibile contrattatualmente dalla modifica societaria che ha trasformato la BPVi in spa e dalla sua realtà operativa attuale e futura che potrebbe ridurre l'efficacia della collaborazione di bancassicurazione, come ben illustra Alessandro Zuin in un suo articolo su Il Corriere del Veneto che vi proponiamo a seguire.

 

Bpvi, Cattolica valuta l'uscita dalla partnership 

La partnership di «bancassicurazione» tra Banca PopVi e Cattolica Assicurazioni è a un bivio, ed è un bivio che potrebbe rivelarsi assai oneroso per l'ex Popolare vicentina: sul piatto, infatti, ci sono almeno 170 milioni di euro, che la banca sarebbe costretta a sborsare qualora il Gruppo assicurativo veronese decidesse di recedere dall'accordo commerciale stipulato alla fine del 2012. L'ipotesi del recesso è al vaglio del Consiglio di amministrazione di Cattolica, che si ritrova a confrontarsi con un partner commerciale la cui natura - giuridica e operativa - è profondamente cambiata. PopVi, infatti, non è più una società cooperativa (come la Cattolica) e, soprattutto, adesso ha un proprietario, il fondo Atlante, al cui capitale Cattolica partecipa con un investimento di 40 milioni e che, a sua volta, in via indiretta si trova a detenere il 15,1% di Cattolica stessa.

Gli accordi stipulati sull'asse Verona-Vicenza prevedono esplicitamente che il Gruppo assicurativo possa ritirarsi unilateralmente dalla partnership in caso di trasformazione della Banca in Spa, cosa che per l'appunto è avvenuta per assolvere all'obbligo imposto dal governo.

Il messaggio ai naviganti (Atlante in primis) è chiarissimo. Conferma Paolo Bedoni, presidente di Cattolica: «Il quadro dei rapporti è cambiato, decideremo il da farsi dopo avere valutato gli sviluppi in ambito Atlante, anche sulla base delle prospettive concrete e in tempi ragionevoli di ripresa della Banca e dell'andamento del business di bancassurance delle tre società controllate». Detto con altre e più rudi parole: se la banca vicentina, sotto la guida di Atlante, non riprenderà a breve la piena operatività commerciale, Cattolica potrebbe non essere più interessata a proseguire nell'accordo di partnership. Nel qual caso, PopVi dovrebbe riacquistare le tre società-prodotto (Berica Vita, Cattolica Life e Abc assicura), che nel complesso sono valutate almeno 170 milioni: di questi tempi, un eventuale esborso molto pesante per le casse della ex Popolare.

Il Cda di Cattolica,ieri pomeriggio, ha anche licenziato i risultati del primo trimestre, che si chiude con un utile netto consolidato di 25 milioni e una raccolta premi complessiva per 1,277 miliardi. L'utile, che l'anno scorso fu di 30 milioni, risente della penalizzazione per 7 milioni dovuta proprio all'allineamento al ribasso della partecipazione in PopVi. «Confermiamo gli obiettivi di budget - assicura l'Ad Giovanni Battista Mazzocchelli - previsti dal Piano per il 2016».


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