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La continuità imbraga Confindustria Vicenza. Con Vescovi su Caron i reduci di Zigliotto e Zonin ribattono Amenduni. Zamperla: per ora

Di Gianfri Bogart Martedi 15 Marzo 2016 alle 23:06 | 0 commenti

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Se è vero che Luciano Vescovi, indicato dai Saggi e dalla Giunta come prossimo presidente di Confindustria Vicenza, è il figliastro, non potendo esserne il figlio naturale, di Giuseppe Zigliotto e Gianni Zonin, le due Z che Vicenza ricorderà, male, per anni, il candidato battuto, "per ora" dice un combattivo Zamperla, non è di certo propriamente il "nuovo" Diego Caron, portatore, comunque, di un programma espressione di una parte degli industriali vicentini che volevano rompere con l'intreccio malefico Confindustria Vicenza - Banca Popolare di Vicenza. È, infatti, nota, e per la verità non nascosta, la sua vicinanza a quegli Amenduni sconfitti in passato da Zonin (difficilmente a Vicenza e in Italia vincono se non i migliori almeno i meno peggiori).

Da allora i titolari della Valbruna e di un gruppo che ha grandi, anche se talvolta comprensibilmente critici, interessi anche al di fuori dell'acciao ed è ancora presente in Generali, un salotto di elevato profilo nazionale e internazionale, sono fuori dall'associazione imprenditoriale vicentina, pilotata da un decennio dal re del vino e dal socio della fabbrica di... "poltrone" (absit iniuria verbis, "sia lontana l'ingiuria dalle parole", ndr) progettate con un'altra Z, quella di Roberto Zuccato. Ma gli Amenduni Gresele sono, in contemporanea, fuori anche dal potente organo mediatico ufficiale, che è stato il cantore delle gesta di Z&Z, ora entrambi, magari in attesa della terza Z su una poltrona del Cda BPVi, indagati per reati infamanti, come quello di associazione per delinquere ipotizzato dal Procuratore capo di Vicenza, Antonino Cappelleri. E allora, nota la nostra posizione, che sognava un "tana libera tutti", leggiamo quello che scrive Andrea Brambillasca su da VeneziePost, l'unico mezzo online con una reale presenza da "opinion leader" in tutto il Veneto.

 

Confindustria, delusione a Vicenza. Caron: "Troppi intrighi"

Il giorno dopo la designazione a presidente di Luciano Vescovi, c'è grande amarezza nelle parole di Diego Caron, che si sfoga "ci sono altri interessi in Confindustria, dovevo capirlo prima". Il 18 aprile l'assemblea eleggerà il nuovo presidente ma c'è chi, come Alberto Zamperla, che non esclude sorprese: "me le auguro"

Se da un lato la giunta di Confindustria Vicenza ha designato Luciano Vescovi prossimo presidente, dall'altra c'è una parte degli imprenditori che non è d'accordo con questa scelta. Il primo ad essere amareggiato è l'"avversario" di Vescovi, l'imprenditore metalmeccanico Diego Caron, leader del raggruppamento di Bassano, che si è fermato a 11 voti contro i 33 (su 44) conquistati dall'imprenditore edile.

Raggiunto telefonicamente, Caron non nasconde tutta la sua delusione: "ho provato a parlare ai nostri associati ma forse ho commesso degli "errori". Quali errori? Si spieghi meglio. "L'"errore" di non considerare che i giochi erano già scritti e che probabilmente tanta politica è entrata nel nostro mondo e contano di più altre cose che il bene dell'associazione". "Addirittura - prosegue - in Confindustria c'è chi crede che abbia "armato" io la penna di Alberto Zamperla in quella lettera". Lei crede che sia per questo? "Premettendo che non è vero, Zamperla per la posizione che occupa anche a livello nazionale (Vice Presidente di Federmeccanica) non ha certo bisogno di un mio suggerimento, non nego di essere d'accordo sul fatto che abbia voluto in quella lettera far emerge quanto lontana si trovi in questo momento la nostra associazione dai problemi reali che attanagliano il Paese. Una Confindustria, ahimè che, anziché badare a questo dramma, pensa di più alle poltrone". "Mi è stato riferito - continua Caron - che anche la mia vicinanza alla famiglia Amenduni non sia piaciuta nella valutazione finale della candidatura e che i probiviri si siano mossi per far presente questa cosa ai saggi". "Mi dica lei se sia normale che la giunta consideri di più chi è amico di chi piuttosto che valutare i programmi?".

Insomma, una candidatura, quella di Luciano Vescovi blindata fin dall'inizio. Le vicende che legano a stretto giro Palazzo Bonin Longare con Banca Popolare di Vicenza e quelle poltrone che tanto scottano in questo momento non sono state nemmeno prese in considerazione. Non solo quella di Luciano Vescovi in Banca Nuova ma anche quella di Roberto Zuccato in BPVi. Oltre due mesi di confronto non sono bastati a Diego Caron per far perno con i suoi colleghi su queste "anomalie".

La scelta di Vescovi è stata definita in poco meno di un'ora. E il voto finale gli ha attribuito 3 voti su 4. Ora toccherà all'assemblea ratificare, con l'elezione formale nella riunione privata del 18 aprile, l'indicazione di Vescovi anche se, forse, le sorprese non sono finite. E' quello che si augura Alberto Zamperla "si si, potrebbero esserci" ci dice. E' deluso? "Molto". "La giunta non ha voluto aprire gli occhi, provo una profonda delusione di fronte a chi non sa cosa significhi rinnovamento". "La gente senza etica non deve stare in Confindustria", ha concluso.


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