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"Controlli solo su chi pagherà", Il Fatto Quotidiano: così in Veneto il Fisco si arrende subito

Di Rassegna Stampa Domenica 27 Novembre 2016 alle 11:50 | 0 commenti

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L'Agenzia delle entrate del Veneto per "migliorare la proficuità": inutile procedere su chi non impugna gli atti o evade sotto certe soglie. La rinuncia alla lotta all'evasione di massa
Di Carlo Di Foggia, da Il Fatto Quotidiano

Incassiamo troppo poco, a fronte di uno sforzo troppo grande, quindi puntiamo sugli evasori che alla fine pagheranno. Sugli altri è meglio lasciar perdere. A parlare non è un ente qualsiasi, ma l'Agenzia delle Entrate in un documento ufficiale, una comunicazione della direzione provinciale di Padova ai dipendenti, all'ufficio controlli e alle sedi territoriali: 7 pagine per illustrare come "migliorare il livello di efficacia e proficuità dell'attività di controllo" svelando per la prima volta i meccanismi con cui si muove il fisco. Non un caso isolato: Padova si adegua "alle linee guida date dalla direzione regionale" a luglio scorso.

Matteo Renzi lo ripete spesso: "Abbiamo il record contro l'evasione, 15 miliardi recuperati nel 2015". Ma gran parte degli incassi (7 miliardi) - spiega la Corte dei Conti nella relazione sul rendiconto dello Stato - provengono dai controlli automatici, con cui si correggono gli errori materiali nelle dichiarazioni, ma anche i casi di imposte dichiarate e non versate, sintomo della crisi. Il dato drammatico, spiegano i giudici contabili, è il progressivo crollo dei controlli dovuto al "drastico e rilevantissimo depauperamento dell'apparato operativo", cioè i tagli e il caos dei dirigenti.
Il tasto dolente è noto: "La deterrenza esercitata dall'azione di accertamento nei confronti dell'evasione di massa è del tutto insufficiente". Tradotto: si guarda altrove per fare gettito. È infatti il fisco il primo ad arrendersi, facendo di necessità virtù. Lo svela il documento - che il Fatto possiede - finito al Senatore M5S Giovanni Endrizzi che ha presentato un'interrogazione al Ministero dell'Economia.
Cosa dice? L'obiettivo, spiega la direzione provinciale dell'Agenzia, è puntare ad "atti proficui", quelli che si chiudono "con acquiescenza e rinuncia all'impugnazione o con adesione (cioè l'accordo, ndr)". Tutto bene? Non sembra. Perchè secondo l'Agenzia proprio "la mancata impugnazione", con conseguente iscrizione a ruolo "deve considerarsi estremamente negativo in quanto sintomatico del totale disinteresse del contribuente verso il controllo. Che, pertanto, non risulta produttivo di alcun apprezzabile effetto concreto, neppure di deterrenza". Se il contribuente non si oppone è inutile proseguire perché alla fine non pagherà, e infatti "solo una minima parte degli importi a ruolo risultano poi riscossi". Per dimostrarlo, il documento elenca i risultati a livello regionale nel 2014-2015: solo un terzo degli accertamenti su piccole imprese e autonomi ha portato incassi. Dato che sale al 60% per le medie imprese.
Il ruolo è l'elenco dei debitori con le somme dovute, che poi si trasmette a Equitalia. Ma per l'Agenzia non funziona e va evitato. Per farlo bisogna sfoltire gli accertamenti, stabilendo una soglia sotto la quale è inutile procedere. Per questo vanno "archiviati immediatamente" gli "elementi con una maggiore imposta accertata inferiore a 1000 euro" (tranne se c'è di mezzo la magistratura o la Finanza). Non solo. Bisogna lasciar perdere la riscossione "sotto i 3.500 euro per le piccole imprese, i professionisti e gli enti non commerciali" e "gli 8 mila euro per medie imprese e per accertamenti con determinazione sintetica del reddito". Cifre inferiori a queste, si legge, "comporteranno l'accantonamento dell'attività istruttoria", cioè l'archiviazione. Solo se serve fare cassa si può andare avanti.
Altro elemento determinante è la "solvibilità del contribuente". Se penso che non possa pagare - il ragionamento - è inutile proseguire. Per questo, in base "alla comune esperienza", si fissano delle soglie rispetto alle somme complessive iscritte a ruolo: 200 mila euro per le medie imprese, 40 mila per le piccole e i professionisti e 20 mila per le persone fisiche. Se invece si parla di più di 2 annualità consecutive, le soglie vengono addirittura dimezzate. In tutti questi casi, spiega il documento, l'attività istruttoria andrà archiviata perchè il presunto evasore è probabilmente insolvente. Idem per chi omette di dichiarare redditi o Iva per più di due anni di fila.
Tirate le somme: "L'Area Governo e Analisi trasmetteranno all'ufficio controlli solo gli elementi che superano queste soglie" e "le articolazioni della direzione provinciale si asterranno dall'effettuare segnalazioni generiche con recupero non quantificato e necessità di ulteriore attività istruttoria". Se non è una resa, poco ci manca. "Il governo incentiva doppiamente l'evasione: con i condoni insegna che conviene non pagare le tasse. Poi si arrende agli evasori totali mentre per pochi scontrini arriva a chiudere esercizi e terrorizza con controlli asfissianti chi chiede la compensazione di un credito di imposta", spiega il senatore Endrizzi.
Proprio ieri, il Tesoro ha dato l'ok all'"atto di indirizzo per la politica fiscale" del prossimo triennio. Obiettivo? "Ridurre l'invasività dei controlli" e "aumentare l'adempimento spontaneo". La traduzione l'avete appena letta.

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