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Economia vicentina, nei mesi estivi rallentamento della ripresa produttiva

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 22 Novembre 2016 alle 10:46 | 0 commenti

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La Camera di Commercio di Vicenza ha diffuso oggi 22 novembre 2016 i risultati dell’analisi congiunturale dell’economia vicentina nel 3° trimestre 2016. Dai dati emerge che nei mesi estivi si sono verificati un rallentamento della ripresa produttiva e una analoga decelerazione del fatturato industriale; la serie degli ordinativi nel mercato domestico torna negativa dopo due anni di crescita modesta ma continua, mentre il portafoglio ordini provenienti dall’estero si irrobustisce in modo significativo. A settembre l’occupazione nel settore manifatturiero risulta invariata rispetto a fine giugno.

Migliorano, ma solo leggermente, le aspettative degli imprenditori per i prossimi mesi. I dati più significativi concernono le variazioni destagionalizzate della produzione e del fatturato rispetto al 2° trimestre pari rispettivamente a +0,7% e a +0,6%.

A livello nazionale l’Istat ha segnalato una ripresa della produzione industriale e del PIL nel terzo trimestre dopo un secondo trimestre piatto1. Anche sulle prospettive dell’economia vicentina pesano, forse più che in altre zone d’Italia, le difficoltà delle banche italiane sulle cui capacità di finanziamento del sistema produttivo sta pesando la presenza di consistenti stock di crediti deteriorati accumulati durante la lunga fase recessiva nonché situazioni di forte deprezzamento dei corsi azionari. In Italia la domanda interna, soprattutto nella componente dei consumi, ha garantito un adeguato sostegno alla modesta ripresa pur in presenza di una domanda estera piuttosto debole. Restano le pressioni deflattive che continuano a provenire dalle componenti maggiormente volatili che scontano gli effetti dei corsi internazionali delle materie prime. A ingenerare preoccupazione è la forte decelerazione dell’inflazione di fondo, che si è portata vicino allo zero. Inoltre la dinamica dei prezzi italiani continua a divergere rispetto agli sviluppi recenti dell’inflazione nell’area euro, dove il tasso tendenziale per l’indice armonizzato in ottobre è salito al +0,5%. Nel medio termine saranno da verificare le conseguenze ancora da definire della Brexit e dell’elezione di Trump alla Casa Bianca; soprattutto questa seconda variabile potrebbe concretizzarsi in reviviscenze protezionistiche e isolazioniste ma anche in una maggiore apertura del mercato russo.

A conferma della problematicità e dell’incertezza dello scenario congiunturale e previsivo, nella provincia berica le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) sono aumentate rispetto al trimestre precedente: da 1,6 milioni di ore nel 2° trimestre a 2,6 milioni di ore nel 3° trimestre (+14,9%). Prendendo in considerazione le ore complessive di CIG dei primi 9 mesi dell’anno, si nota un aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso dovuto soprattutto alla componente ordinaria: 7,7 milioni contro i 6,8 milioni del periodo gennaio-settembre del 2015 (+12,6%). Nei primi nove mesi del 2016 sono risultate in consistente lievitazione le ore di CIG ordinaria (da 1,5 milioni del 2015 a 3 milioni del 2016, +96,2%), in riduzione le ore di CIG straordinaria (da 4,6 milioni di ore a 3,9 milioni, -15,6%) e nel contempo le ore di CIG «in deroga» sono passate da 640 mila a 732 mila, +14,4%. Va rilevato che le ore di CIGS si riferiscono a periodi già “consumatisi” a causa dei ritardi nei decreti ministeriali di autorizzazione per cui l’analisi congiunturale risulta difficile e non completamente affidabile.

Nel 3° trimestre 2016 il saldo tra iscrizioni e cancellazioni al Registro delle Imprese è stato positivo e pari a +112 (è stato di –477 nel 1° trimestre e +331 nel 2° trimestre). Conseguentemente nei primi nove mesi del 2016 si è registrata una leggera contrazione del numero di imprese registrate (-34 contro +115 imprese del periodo di gennaio-settembre 2015 e le -70 dell’analogo periodo del 2014). Il saldo è positivo nei servizi alle imprese e nelle costruzioni.

Le aperture delle procedure concorsuali nel 3° trimestre 2016 sono diminuite rispetto al 2° trimestre: 45 nel 3° trimestre contro 56 nel 2° trimestre (-19,6%). Nei primi nove mesi del 2016 l’apertura di procedure concorsuali ha riguardato 153 imprese (232 imprese nel periodo gennaio-settembre 2015 con un incremento di +21,4%). Nell’ambito di queste procedure i fallimenti sono stati 42 nel 3° trimestre 2016, 5 in meno del 2° trimestre 2016. Sulla forte riduzione del numero dei concordati preventivi incide la modifica normativa2 che impone la copertura almeno del 20% del totale dei debiti chirografari.

I dati concernenti il monte protesti indicano un miglioramento nella capacità delle imprese e delle famiglie di far fronte alle loro obbligazioni: l’ammontare protestato nel 3° trimestre è stato di 1,4 milioni di euro, contro 2,8 milioni di euro nel 2° trimestre (-50,6%). E’ diminuito anche il numero di effetti protestati (da 885 a 714, -19,3%). L’ammontare complessivamente protestato nei primi nove mesi del 2016 si è attestato a quota 6,6 milioni di euro, in riduzione rispetto a 6,8 milioni di euro dei primi nove mesi del 2015 (-2,5%) .

Al 31 agosto 2016 lo stock di prestiti bancari alle imprese è ulteriormente sceso a 15,5 miliardi: si tratta del valore più basso dall’inizio della serie (giugno 2010), rispetto ai 16,1 miliardi di fine dicembre la variazione è pari a –3,8%. Le cospicue iniezioni di liquidità della Banca Centrale Europea stentano quindi a transitare verso le imprese non finanziarie probabilmente a causa dell’elevato peso delle sofferenze e dei crediti difficilmente esigibili presenti nei bilanci bancari e della conseguente difficoltà nella concessione di nuovo credito. Nei primi otto mesi dell’anno l’ammontare dei prestiti al settore produttivo è diminuito sia nei servizi (-4%) sia nel manifatturiero (-3,5%) sia soprattutto nelle costruzioni (-6,3%).

Continua l’andamento positivo delle immatricolazioni di veicoli nella provincia di Vicenza, grazie anche al sostegno costituito dal cosiddetto “super-ammortamento”: nei primi nove mesi 2016 le immatricolazioni sono state 19.673, contro 16.144 immatricolazioni nello stesso periodo del 2015 (+21,9%).

Come già anticipato, nel terzo trimestre 2016 il settore manifatturiero evidenzia, nel confronto con il trimestre precedente, una limitata crescita della produzione accompagnata da un aumento analogo del fatturato. Il confronto su base annua mostra invece indicatori sostanzialmente stazionari: +0,2% la produzione e –0,1% il fatturato. Il flusso degli ordinativi interni interrompe la fase di limitata ma continua ripresa mentre la serie degli ordini provenienti dall’estero segna un ritrovato slancio dopo un periodo caratterizzato da incrementi più contenuti (la variazioni rispetto al trimestre precedente, opportunamente destagionalizzata, è stata pari rispettivamente a –0,1% e +3,4%).

A fine settembre l’occupazione nel settore manifatturiero non evidenzia scostamenti rilevanti rispetto a giugno (+0,1%) ma la crescita è più consistente se paragonata a settembre 2015 (+1%). La fiducia degli imprenditori torna a crescere, ma solo leggermente: la quota di imprenditori che prefigura un incremento produttivo passa dal 23,9% al 24,1% (serie destagionalizzate); un altro aspetto da sottolineare riguarda l’importante ripresa produttiva delle micro-imprese (da 2 a 9 addetti) che sovraperformano le medie imprese.

Sotto il profilo settoriale l’aumento della produzione rispetto al periodo luglio-settembre 2015 è dovuto soprattutto ai buoni risultati conseguiti dalle imprese del settore moda e in misura minore dai comparti del legno-mobile e dell’alimentare, mentre soprattutto la gioielleria e la concia sono stati contraddistinti da una produzione calante. A fine settembre i giorni di produzione assicurati dagli ordinativi già raccolti sono 43, in linea rispetto al dato della rilevazione precedente.

1 Nella nostra provincia viceversa la produzione industriale su base congiunturale è stata positiva nel secondo trimestre e ha rallentato nel terzo.

2 D.L. n. 83/2015.

Leggi tutti gli articoli su: Camera di commercio

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