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Economia vicentina, primo trimestre stazionario: tutti i dati della Camera di Commercio

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 17 Maggio 2016 alle 16:12 | 0 commenti

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Camera di Commercio di Vicenza

La Camera di Commercio ha diffuso oggi i risultati dell’analisi congiunturale dell’economia vicentina nel 1° trimestre 2016: la fase di lenta e modesta espansione segnalata dall’Istat e dall’Unioncamere Veneto trova solo parzialmente conferma nei dati vicentini. A pesare negativamente sull’andamento economico della provincia berica sono fattori sia esogeni che endogeni. Tra i primi vanno annoverati le difficoltà finanziarie nell’Eurozona, i possibili ostacoli alla libera circolazione dei beni verso l’Europa del Nord, i nuovi focolai di crisi nella sponda Sud del Mediterraneo.

Tra i secondi va sottolineata la grave crisi di importanti istituti di credito locali, i cui effetti sia sotto il profilo del sentiment di fiducia sia in relazione alla probabile contrazione di consumi delle famiglie e di investimenti delle imprese rimangono ancora impossibili da quantificare.

A livello vicentino i dati più significativi riguardano le variazioni destagionalizzate della produzione e del fatturato rispetto al 4° trimestre, rispettivamente pari a +0,8% e –0,9%: si conferma quindi una situazione di sostanziale stazionarietà. L’andamento degli ordinativi acquisiti conferma ulteriormente che la ripresa resta debole: la componente domestica mostra un andamento leggermente positivo mentre la componente degli ordinativi acquisiti sui mercati esteri risulta essere stabile. La quota di imprenditori che si attende l’aumento della produzione nel breve periodo aumenta leggermente rispetto all’indagine precedente e torna al 25% (era il 22%). Anche in ambito occupazionale i movimenti nel settore manifatturiero sono molto contenuti: la variazione rispetto a fine anno individua una leggerissima contrazione pari a –0,2%.

L’andamento delle ore autorizzate di Cassa Integrazioni Guadagni (CIG) è di difficile lettura perché dal mese di novembre l’INPS ha disposto un blocco autorizzativo finalizzato all’allineamento delle procedure alle disposizioni normative introdotte dal decreto legislativo 148/20151. La variazione del 1° trimestre 2016 delle ore autorizzate di CIG sconta quindi lo “sblocco” autorizzativo dell’INPS avvenuto nel mese di marzo. Nel 1° trimestre 2016 le ore autorizzate sono state 3,5 milioni contro i 2,4 milioni dell’ultimo trimestre del 2015 (+46,1%). Tale incremento ha interessato soprattutto la componente ordinaria: le ore autorizzate di CIGO sono infatti fortemente aumentate rispetto al 4° trimestre 2015 passando rispettivamente da 257 mila a 1,7 milioni (+547,9%). Molto più limitato l’incremento delle ore di CIGS passate da 1,457 milioni a 1,543 milioni (+5,9%). La componente della CIG «in deroga» risultano invece sostanzialmente dimezzate: da 707 mila a 323 mila, -53,5%.

Nel periodo gennaio-marzo 2016 è risultato in calo il numero di imprese iscritte nel Registro delle Imprese2: il saldo tra iscrizioni e cancellazioni è di –477 imprese; la diminuzione è in linea con quella del 1° trimestre 2015 (-454) e più contenuta rispetto a quelle del 1° trimestre 2014 (-769) e del 1° trimestre 2013 (-1.166). Le cessazioni hanno riguardato tutti i principali settori: i saldi negativi più elevati riguardano il commercio e le costruzioni.

Le aperture delle procedure concorsuali nel 1° trimestre 2016 sono diminuite rispetto al 4° trimestre 2015: 49 nel 1° trimestre 2016 contro 76 nel 4° trimestre 2015 (-35,5%). Nel confronto con l’analogo periodo del 2015 la riduzione delle aperture concorsuali risulta più contenuta (sono state 53 nel 1° trimestre 2015, -7,5%). Nell’ambito di queste procedure i fallimenti sono 45 nel 1° trimestre 2016 e 63 nel 4° trimestre 2015.

Nel periodo gennaio-marzo 2016 si sono registrate nuove aperture di crisi aziendali con un’intensità analoga a quella del periodo ottobre-dicembre 2015 e i lavoratori coinvolti sono invece aumentati: 27 nuove crisi con 673 lavorati implicati nel 1° trimestre 2016 contro 31 con 601 lavoratori coinvolti nel 4° trimestre 2015. Il confronto con il 1° trimestre 2015 evidenzia invece indicatori in netta diminuzione (-46% le aperture di crisi e –45,9% i lavoratori coinvolti).

Con il limite di rappresentare una parte limitata degli strumenti di pagamento, l’ammontare del monte protesti indica un peggioramento nella capacità delle imprese e delle famiglie di far fronte alle loro obbligazioni: l’ammontare protestato nel 1° trimestre 2016 è stato di 2,5 milioni di euro contro 2,2 milioni di euro nel 4° trimestre (+10,8%); il numero di effetti protestati è invece in diminuzione (-14%, da 1.061 a 912).

L’effetto dell’iniezione di liquidità della BCE non dispiega appieno i suoi effetti sull’economia reale: lo stock di prestiti bancari alle imprese al 28 febbraio è leggermente aumentato rispetto a fine anno (da 16,1 a 16,3 miliardi di euro, +1,1%), ma allargando l’orizzonte temporale, si nota che questo dato è più basso rispetto a quello di febbraio 2015 (-3,1%). Le recenti difficoltà delle principali banche del territorio e l’irrisolto problema delle sofferenze sui crediti, con ogni probabilità, faranno rimanere ancora centrale la questione del rapporto “banca-impresa” in questa fase di ripresa ancora modesta.

Un dato certamente positivo riguarda l’aumento del numero di immatricolazioni di automobili in provincia: nel 1° trimestre 2016 sono state 7.248 contro 5.535 del 1° trimestre 2015 (+30,9%) anche se va rilevato che le immatricolazioni nel 2014-2015 erano state particolarmente contenute.

Nel 1° trimestre 2015 la variazione congiunturale della produzione industriale esibisce una dinamica solo moderatamente positiva. L’incremento dello 0,8% registrato a Vicenza è in linea con il dato veneto (+1,1%) e analoga alla variazione della produzione della manifattura italiana (+0,9%). Come anticipato la variazione destagionalizzata del fatturato è invece in contro-tendenza con una riduzione dello 0,8%: la riduzione è molto contenuta ma va rilevato che il fatturato industriale era risultato sempre crescente negli ultimi due anni. Gli ordinativi provenienti dall’estero evidenziano una dinamica stazionaria (-0,1%) mentre quelli provenienti dal mercato domestico mostrano un andamento crescente ma molto limitato (+0,6% rispetto al trimestre precedente). A fine marzo il numero di occupati del settore manifatturiero è sostanzialmente analogo rispetto a fine anno (-0,2%).

Anche il confronto con il 1° trimestre 2015 conferma indicatori sostanzialmente stazionari: -0,1% per la produzione e +0,8% per il fatturato. A segnare gli aumenti produttivi più rilevanti sono le medie imprese (da 10 addetti in su), mentre a livello settoriale sono soprattutto le imprese del legno-mobile e dell’alimentare a essere contraddistinte da performance produttivi positive, vanno invece sottolineati i dati negativi della concia. Il numero di giorni di produzione assicurati dagli ordinativi acquisiti è in diminuzione rispetto a quello rilevato nella precedente indagine passando da 46 a 39.

Va infine rilevato che la presente analisi congiunturale non è a rigore direttamente confrontabile con le precedenti poiché è stato ridotto l’insieme delle imprese analizzate: non più le imprese manifatturiere venete con almeno 2 addetti, bensì quelle da 5 addetti in su . Inoltre anche il numero di settori analizzato è stato ridimensionato rispetto alle indagini precedenti.

1 Tra le più importanti novità è stata ridotta la durata massima dei trattamenti Ordinari e Straordinari, che ora non possono superare i 24 mesi in un quinquennio (nel caso del settore edile 30 mesi); inoltre la platea dei beneficiari è stata ampliata agli apprendisti assunti con contratto di apprendistato professionalizzante.

2 Va tuttavia tenuto conto che nel 1° trimestre si concentrano molte cancellazioni di imprese di fatto già cessate nell’anno precedente, che vi provvedono per non pagare il diritto annuale.

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