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Fatturazione elettronica, 10 giorni dallo switch off. Letterina per "Babbo Fiscale" di Paolo Agnelli e Flavio Lorenzin

Di Note ufficiali Venerdi 21 Dicembre 2018 alle 18:01 | 0 commenti

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Di seguito la lettera diffusa in un comunicato di Apindustria Confimi Vicenza

Caro Babbo Fiscale, con il 2019 ci porterai la fatturazione elettronica generalizzata (o quasi). Hai avuto il via libera – pur condizionato - anche del Garante della privacy. E’ una rivoluzione copernicana, una sfida che ci hai imposto e che creerà nei primi mesi molti disagi è fuori dubbio ma che poi porterà anche vantaggi, ne siamo convinti. Non per tutti probabilmente, qualcuno chiuderà definitivamente ma speriamo non siano troppi. 

L’Italia – dalla crisi del 2008 – ha già perso 700.000 imprese. Non possiamo permetterci altre defezioni giacché il nostro paese – nonostante tutto - regge le sfide della globalizzazione grazie al cuore di tanti piccole e medie imprese indigene e dei loro consulenti che non chiedono particolari aiuti allo Stato se non quello di non essere ostacolati nel proprio Paese.

La fattura elettronica risolverà il problema dell’evasione? Chi emette fatture da partite Iva inesistenti (o cessate) ha i minuti contati e ne siamo felici perché questi farabutti oltre a frodare il fisco (e quindi la collettività) fanno concorrenza sleale a fanno chiudere chi invece (i più) lavora onestamente. Chi non emette la fattura cartacea – con la compiacenza del consumatore - non la emetterà nemmeno elettronica (a maggior ragione).

Il problema dell’evasione non è una guerra fra Guelfi e Ghibellini, non è di destra né di sinistra non è un fenomeno più imprenditoriale che del lavoro dipendente. C’è – in alcuni contesti e in varie forme - perché troppo spesso manca la contrapposizione di interessi, perché in taluni casi è anche questione di sopravvivenza (l’hanno riconosciuto anche noti esponenti della stessa Amministrazione finanziaria) e perché, in altri casi, è questione di avidità e di mancata visione collettiva del bene comune.

Per poche mele marce, però, non si può continuare a gravare su tutti gli altri. La sfida della fatturazione elettronica a tutti i costi speriamo sia pertanto l’ultimo dei sacrifici che chiedi agli operatori i cui adempimenti negli ultimi 8 anni sono stati rivoltati come un calzino per più volte. Uno stillicidio di adempimenti - spesso irrazionali - che ha comportato aumento di costi. Errori che avrebbero anche potuto essere evitati se le scelte non fossero state dettate dalla fretta di dover fare a tutti i costi e senza la sufficiente attenzione all’impatto per chi lavora sul campo, senza ascoltare la voce di chi lavora sul campo. Non si è mai trattato di “click e via”, nemmeno con l’ultimo spesometro che, nonostante tutto, ha rappresentato un importante passo in avanti per la razionalizzazione nella gestione dei dati anche se il conto (e salato) l’hanno pagato gli operatori.

Ci auguriamo pertanto che le rassicurazioni di Sogei sulla tenuta del sistema trovino conferma (e tifiamo per questo) e ci auguriamo che con la fattura elettronica sia la volta buona nella consapevolezza che – a pochi giorni dallo switch off – nessuno è ancora veramente pronto. Checché si affermi da più parti (tolte poche eccezioni), non lo sono completamente le imprese, non lo sono completamente i professionisti, non lo sono completamente le software house, non lo è completamente l’Agenzia delle Entrate.

L’attenzione e l’impegno di questi mesi che gli operatori hanno dedicato al tema non ha paragoni. L’Agenzia delle entrate stessa ha profuso impegno – non si discute – per informare e cercare di trovare soluzioni alle difficoltà evidenziate.  Mancano ancora molti chiarimenti – però – su cose non trascurabile e tu, caro Babbo, lo sai bene. Non tutto è stato gestito con la razionalità e la lucidità che sarebbe stata necessaria e che sarebbe stata possibile con un avvio graduale.

Inutile fare recriminazioni, il treno è lanciato. Partiamo e cerchiamo di lavorare tutti per il bene comune nella consapevolezza – però – di ricercare tutti quegli equilibri che non traducano questa rivoluzione in un massacro.

La manovra nel bene o nel male è oramai scritta. Qualcosa di buono nel collegato (Dl 119) c’è ma non è sufficiente. Servono ancora molti aggiustamenti, te ne elenchiamo alcuni.

Lo spesometro generalizzato (quello semestrale) è tolto ma da febbraio debutterà l’esterometro; 12 spesometri (uno al mese) ancorché limitati alle operazioni da e per l’estero; sono troppi e la scadenza è ingestibile entro la fine del mese successivo (ti devi ricordare, caro Babbo, che la gran parte dei contribuenti gestisce in outsourcing la contabilità e che anche chi è strutturato in azienda spesso non può permettersi decine di operatori dedicati agli adempimenti fiscali).

Il reverse charge interno (ad esempio sulla fattura delle imprese di pulizia) va applicato nel mese di arrivo della fattura (tracciata dal SdI) e la gestione con un separato documento XML integrativo da trasmettere praticamente instant time è troppo complessa; il reverse charge va gestito più semplicemente nei registri Iva. 

Problema trasmissioni asincrone. Va trovata una soluzione di equilibrio che non irrigidisca la gestione per le trasmissioni “tardive” effettuate prima della scadenza delle liquidazioni (ricordiamoci che la gran parte degli operatori non può essere sempre in grado di emettere nei tempi rituali la fattura). La soluzione per il primo semestre 2019 (fino a settembre per i mensili) è già stata introdotta con il collegato fiscale ma va garantita a regime senza sé e senza ma. Nessuno potrà mai prendersi il lusso di fatturare a “babbo morto” perché l’operazione oltre che fatturata va anche registrata entro il 15 del mese successivo e questo è un termine più che ragionevole anche in logiche accertative. Serve un po’ di equilibrio anche in tal senso dando fiducia a chi, nonostante tutto, tiene duro.

Non da ultimo il problema sicurezza dei dati e privacy. A tal riguardo un ringraziamento particolare lo dobbiamo all’Associazione Nazionale Commercialisti (ANC) per la sensibilità nell’aver alzato l’attenzione sul problema della sicurezza dei dati del patrimonio informativo delle nostre aziende. Molti, in queste settimane, hanno firmato a scatola chiusa contratti per attrezzarsi ad affrontare la nuova sfida. Non vogliamo generalizzare ma in alcuni casi ci sono clausole molto discutibili che andranno analizzate con attenzione. Bene quindi l’intervento del Garante per alzare l’asticella anche se a scapito di qualche nuova complicazione. Riteniamo, però, che il rischio non sia tanto nella gestione dell’Agenzia delle Entrate e della Sogei quanto in possibili usi impropri che potrebbero arrivare da nuovi player di mercato. A tal riguardo sarebbe pertanto auspicabile una precisa disciplina normativa che escluda la possibilità di profilazione dei dati per motivi di versi dalla trasmissione e recapito delle fatture.

Caro Babbo Fiscale, come vedi di chiamiamo affettuosamente Babbo e non Fratello (Grande) come altri ti dipingono. Ti facciamo i migliori auguri per un felice 2019 ma prima lo facciamo alle imprese e ai professionisti senza i quali, caro Babbo, la tua importante funzione non sarebbe così importante.

Paolo Agnelli

Presidente Confimi Industria

Flavio Lorenzin

Vice Presidente Confimi Industria con delega alle semplificazioni e ai rapporti con la Pubblica amministrazione


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