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Fondazione Roi: i bilanci ragionati della fallimentare e sempre meno oscura gestione di Gianni Zonin & c.. Le domande ad Ilvo Diamanti e ad Andrea Valmarana, il nuovo dominus già sindaco di Zonin Spa

Di Ubaldo Alifuoco Mercoledi 2 Agosto 2017 alle 23:14 | 0 commenti

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Espongo qui, a cura di Ubaldo Alifuoco, da sempre studioso del caso oltre che storico “cultore”, tecnico e non solo, della lettura di documenti intricati e intriganti, le prime considerazioni possibili sugli stringati bilanci della Fondazione Roi dal 2009, inizio della presidenza di Gianni Zonin, al 2016, ultimo delle sua gestione (cfr. l'inchiesta iniziale riportata in "Roi. La Fondazione demolita"), bilanci che ho ottenuto ufficialmente, insieme ad altri documenti che pubblicheremo, dalla Regione Veneto, ente preposto al controllo delle Fondazioni (ricordiamo che la Roi, come abbiamo anticipato sempre a firma Alifuoco e proprio grazie al primo esame degli atti che ci erano dovuti, ha perso nel 2016 la qualifica di Onlus evidentemente per mancato rispetto delle relative normative).

A quell'ente mi sono dovuto rivolgere  come parte aventene diritto sia come giornalista che come “denunciato”, in quanto tale, in maniera temeraria per un milione di euro di danni dall’ex presidente della Roi.

I bilanci e gli altri documenti sono, quindi, arrivati giorni fa, come ho già stato scritto su questo mezzo, dopo le mancate risposte della Fondazione sia nell’era di Gianni Zonin sia in quella che pare la sua prosecuzione con l’attuale cda in cui l’uomo dei… conti è Andrea Valmarana, ex sindaco delle Cantine Zonin spa, anche questo lo abbiamo rivelato noi, fino al giorno precedente alla sua designazione, il 17 ottobre 2016, come membro del “nuovo” cda a guida Ilvo Diamanti, scelto quest’ultimo in quota Banca Popolare di Vicenza insieme a Giovanna Grossato, entrambi dopo l’ex sindaco di Zonin e al posto di due vicentini accademici prestigiosi della Sorbona e di Cà Foscari sempre come rivelato da VicenzaPiù.

Ubaldo Alifuoco premette alla sua analisi presentata di seguito che i suoi “sono conteggi fatti sui prospetti. Per legge i bilanci si compongono di tre parti: prospetti numerici, relazione amministratori, nota tecnica. Il fatto che abbiano consegnato al direttore di VicenzaPiù solo i prospetti significa che non hanno alcun interesse a rendere trasparente la gestione della ROI. Ma, se questo era comprensibile nell'era Zonin, è veramente inaccettabile ora con una nuova gestione che si dice pronta a chiarire tutti i passaggi. Alla fine elenco, quindi, anche cosa servirebbe per ulteriori approfondimenti"

Il direttore

 

Analisi del Conto economico

 

ENTRATE/RICAVI

Le voci rilevanti della gestione annuale sono i fitti attivi rivenienti dai fabbricati e i proventi finanziari derivanti dai titoli in portafoglio.

 

Fitti Attivi

L’elenco immobili di riferimento è quello allegato solo al bilancio 2016.

Gli introiti dal patrimonio immobiliare si mantengono stabili: € 646.000 circa nel 2010 e 657.000 nel 2016.

Da notare che nel 2014 è stato acquistato l’immobile dell’ex Cinema Corso (altro ramo della nostra inchiesta, ndr) che, ovviamente, non produce reddito.

 

Proventi finanziari

La voce è costituita da cedole, dividenti e interessi.

Non ci sono nei primi due anni, segno che il grosso del patrimonio finanziario è stato devoluto dopo la morte del fondatore.

Nel periodo 2012 – 2015 si mantengono stabili poco sopra i mille euro, rinvenienti da un capitale in titoli dai 66 ai 69 milioni di euro fino al 2014.

Crollano nel 2016 a causa del deprezzamento del valore delle azioni avvenuto nel 2015.

 

Utilizzo Fondo attività istituzionali

L’utilizzo del Fondo è di 252.000 euro nel 2012; poi si stabilizza tra 450.000 e 480.000 euro l’anno fino al 2016. È l’importo che la Fondazione destina annualmente ai progetti che intende finanziare e che dovrebbero essere collegati al sistema museale vicentino.

 

USCITE/COSTI

 

A parte le spese fisiologiche (postali, bancarie, ecc.), le voci su cui ci si deve soffermare e su cui si spera di avere lumi dalle relazioni e dalle note tecniche quando (e se) riusciremo ad averle, sono le seguenti.

 

Spese varie

Dentro questa posta ci sono voci significative che andrebbero elencate a parte e motivate.

Voci da approfondire:

-       Consulenze legali – sono attorno ai 10-12.000 euro fino al 2015. Schizzano a 47.000 euro nel 2016. Da capire il motivo che potrebbe essere dovuto ai compensi dei legali cui è stato dato mandato di perseguire il direttore di VicenzaPiù, Barbara Ceschi a Santacroce e altri ignoti, ecc. Se ciò è confermato, bisogna notare che tali spese non dovrebbero essere a carico della Fondazione. La specifica destinazione dei soldi dovrebbe essere spiegata nella Nota Tecnica.

-       Consulenze varie – la voce compare solo nel 2014 (12.561 euro) e cresce nel 2016 (quasi 33.000 euro). Non si capisce a cosa si riferiscano visto che negli anni precedenti non emergeva la necessità di ricorrere a consulenze. Anche in questo caso bisogna vedere le fatture per capire se questo non sia un modo di includere altre voci anche se una parte consistente a cavallo del 2015 - 2016 potrebne essere quella riservata al prof. Giovanni Villa tramite la sua Didakè sas (altro ramo dell'inchiesta di VicenzaPiù, ndr).

-       Consulenze per immobili – crescono progressivamente fino ad arrivare a 74.000 euro nel 2016. Da verificare la motivazione (forse anche il progetto per trasformare l'ex Cinema Corso in altro) perché il patrimonio immobiliare è stabile negli anni e in altre voci di spesa ci sono i corrispettivi per le spese condominiali, giardinaggio, pulizia, utenze, ecc.

Su tutta la gestione del patrimonio immobiliare, costituito da fabbricati storici di valore sia a Vicenza che a Roma, bisognerebbe effettuare una verifica per capire la congruità dei costi, dei ricavi, ecc.

-       Spese per il personale dipendente – in mancanza delle relazioni e note tecniche, dai prospetti sono rilevabili solo dal 2012:

2012               30.000 euro

2013 e 2014    40.000 euro circa

2015               78.000 euro circa

2016               91.000 euro circa.

In assenza della relazione non si sa quanti dipendenti ci siano ma va rilevato l’aumento strano visto che il patrimonio è stabile e le attività anche. Per questo, bisognerebbe capire il motivo della crescita che in cinque anni triplica.

-       Assicurazioni – A parte l’assicurazione sugli immobili, nel 2014 compaiono due voci:

-       assicurazioni per gli Amministratori (4.000 euro nel 2016)

-       assicurazioni: polizze vita, borsiste e varie (negli ultimi due anni passano da 7.000 a 2.400 euro). Mancando la relazione, non si capisce a cosa si riferiscano.

 

Svalutazione titoli

Fino al 2014 la voce non esiste.

Nel 2015 arriva la stangata del flop delle azioni BPVi: quasi 25.000.000 di euro (24.832.425)

Nel 2016 la voce si attesta su quasi 3.000.000 di euro (2.942.637)

 

Contributi e liberalità 

Sono quelli indicati nell’utilizzo del fondo e riguardano l’attività istituzionale. In media la Fondazione elargisce fondi nell’ordine dei 500.000 euro l’anno.

 

Utili/perdite

Fino al 2014 il conto economico si chiudeva con un utile annuale attorno ai 1.200.000/1.300.000 euro. Improvvisamente, per effetto di quanto sopra detto il conto economico del 2015 si chiude con una perdita di oltre 24 milioni di euro; il conto del 2016 si chiude con una nuova perdita di 2.570.000 di euro.

 

Analisi dello Stato Patrimoniale

 

ATTIVO

 

Inizialmente, il fondatore costituì il patrimonio donando due tagli di Buoni del Tesoro Poliennali del valore complessivo di 100 milioni di lire.

Nel bilancio 2009 il Patrimonio registra all’attivo Euro 479.438,93, composti da:

 

Conto corrente bancario presso la BPVi               €       144.557,87 

Obbligazioni Mediobanca 2013                          €           60.000,00

Credito verso successione Marchese Roi              €        144.557,87

 

Dopo la morte del fondatore, il Patrimonio della Fondazione consiste in tre voci fondamentali: Fabbricati, Beni mobili, Titoli.

 

Fabbricati

Il valore dei Fabbricati passa progressivamente dai 22.681.000 euro del 2010 ai 26.655.000 del 2016. Solo la relazione presentata con il bilancio 2016 allega l’elenco dettagliato dei fabbricati:

Vicenza, edifici storici in contra’ San Marco e ex Cinema Corso … €      5.341.586

Roma, via Ovidio ……………………………………………… €    15.608.600

Roma via Margutta …………………………………………….  €      1.587.200

 

Beni mobili

Per i beni mobili vale lo stesso discorso e dal 2010 al 2016 i bilanci evidenziano un valore stabile di 2.088.000 euro.

Tra i beni mobili, le persone vicine al Marchese parlano di raccolta di francobolli, gioielli, dipinti, ecc. Si parla inoltre di una cassetta di sicurezza. Tutto questo andrebbe verificato al fine di avere certezze ed evitare di inseguire dicerie e leggende metropolitane.

 

Titoli

La voce Titoli appare dal bilancio 2010 con un importo di Euro 63.806.000, suddivisi tra Fondi SGR Banca Popolare e Altri Titoli.

Tale voce cresce dal 2011 fino al 2014, quando si attesta sul valore di 69 milioni circa.

Crolla poi nel 2015 (a 52 milioni circa), scende ancora nel 2016 (a poco più di 39 milioni di euro).

 

Dell’Utile e delle Perdite si è già detto.

 

Conclusioni

 

Da una prima analisi dei prospetti si possono solo ricavare alcuni indizi per orientare una ricerca particolareggiata su come il patrimonio è stato valorizzato negli anni.

 

Rendimento immobili

In media i ricavi da fitti attivi sono 650.000 su un valore di fabbricati di € 26.655.262. Il rendimento lordo è pari al 2,438 per cento che, considerando il valore storico di molti immobili anche siti nel centro della capitale (Via Ovidio, Via Margutta), appare abbastanza modesto.

Su questo scarso rendimento incide però, negativamente, il peso della posta relativa all’ex cinema Corso. Con quella sciagurata decisione si è immobilizzato un capitale ingente che oggi risulta totalmente improduttivo. L’operazione è stata effettuata in evidente accordo con il Comune di Vicenza, e in particolare con il sindaco Achille Variati che a tale proposito aveva esternato dichiarazioni pubblicate sulla stampa locale con una certa enfasi.

 

Rendimenti finanziari

I proventi finanziari sono la voce che più di ogni altra ha risentito del crollo della quotazione delle azioni Banca Popolare di Vicenza. Un danno enorme destinato a perpetuarsi nel tempo.

Fino al 2009 non ci sono investimenti finanziari. I titoli in portafoglio sono i Buoni del Tesoro Poliennali direttamente attribuiti dal Marchese Roi al momento dell’atto di costituzione della Fondazione, come scritto nel verbale.

Non figurano altri titoli fino a quando il marchese è in vita. Dopo la sua morte, il bilancio comincia ad evidenziare somme consistenti in titoli. Ciò può voler dire due cose: o il Cda ha deciso di investire liquidità in titoli oppure le quote di titoli derivano dai lasciti del Marchese. Per accertarsene bisognerebbe poter esaminare il testamento oppure i verbali del Cda, oppure le relazioni e le note tecniche che non sono state allegate ai prospetti.

La voce titoli non è scorporata e quindi non possiamo sapere di cosa si tratta, ma sappiamo che dopo il 2009 il nuovo Cda ha deciso di investire in titoli della Banca Popolare di Vicenza, di partecipare ad aumenti di capitale in modo che lo stock di azioni BPVi ammontava a 29 milioni di euro acquistati alle quotazioni massime (e dire che uno dei motivi della richiesta di danni milionari da parte di Zonin, a costo legale della Roi, a Coviello, a costo suo e del giornale, è aver affermato che gli acqusiti di titoli BPVi sono avvenuti nell'era dell'ex presidente proprio della ora fu Popolare, ndr).

Nel bilancio 2015 si evidenzia il crollo della posta titoli che poi continua nel successivo 2016.

 

Il dato del Patrimonio

Mettendo in fila i dati patrimoniali dal 2009 al 2016 si calcolano gli scostamenti.

Del patrimonio immobiliare si è detto.

Di quello mobiliare bisognerebbe controllare le voci disaggregate.

Per quanto riguarda il patrimonio in titoli, dal 2009 al 2013 il valore aumenta, e nel 2013 l’incremento percentuale di valore è quasi del 10% rispetto al 2010.

Poi l’andamento si capovolge e nel 2016 il valore dello stock diminuisce del 20 per cento.

In conclusione, a fine 2016 il Patrimonio della Fondazione Roi subisce un crollo di oltre il 20 per cento rispetto al 2014 passando da quasi 97 milioni a meno di 77 milioni di euro. Una perdita enorme per la Fondazione e anche per la Città di Vicenza.

 

Domande

Per un approfondimento è necessario:

 

1.    acquisire le relazioni e le note tecniche allegate ai bilanci (sono un obbligo di legge)

2.    acquisire i verbali di tutte le riunioni dei Cda e le relative relazioni dei sindaci

3.   controllare l’inventario di tutto il patrimonio all’atto della morte del de cuius (quello cui fa riferimento la lettera della Regione in risposta alla richiesta del Direttore Coviello è l’elenco dei beni conferiti dal fondatore all’atto della costituzione. Ma è evidente che alla morte del marchese Roi altri beni sono venuti alla Fondazione(.

4.   Possibilmente controllare da chi sono stati comprati i titoli della Banca Popolare (c’è il dubbio che amministratori della banca vendessero e contemporaneamente facessero acquistare i titoli alla Fondazione).


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