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Francesco Iorio ex Ad della BPVi solo ora ha rinunciato alla buonuscita incassando però 1,5 mln per l'anno di preavviso. I chiarimenti dati alla Consob rivelano la bugia del "new deal". A Fabrizio Viola per Vicenza andranno 700.000 euro

Di Pietro Cotròn Martedi 13 Dicembre 2016 alle 19:01 | 1 commenti

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Pubblichiamo il comunicato stampa che la Banca Popolare di Vicenza ha "diffuso su richiesta della Consob ex art. 114 comma 5 e 116 comma 1 D.Lgs. 58/98" riguardo alla risoluzione del rapporto contrattuale con l'ex Ad Francesco Iorio, che, dalla lettura di quanto scritto, non avrebbe rinunciato, in occasione della sua conferma come Ad da parte del Fondo Atlante, alla sua buonuscita, come dichiarato in precedenza dalla BPVi del presidente Gianni Mion, ma avrebbe acconsentito solo ad una sua graduale riduzione con azzeramento in due anni. No comment al momento attendo una chiarimento da parte di Mion e sperando che almeno la cifra del compenso del nuovo Ad, Fabrizio Viola, sarà in futuro confermata, come appena comunicato, in 700.000 euro più premi di risultato senza nuove, spiacevoli scoperte magari legate a chiarimenti chiesti da Consob.

Vicenza, 13 dicembre 2016 - Banca Popolare di Vicenza, su richiesta della Consob, informa che: In data 6/12/2016, il Consiglio di Amministrazione di BPVI ha preso atto delle dimissioni da Consigliere Delegato e approvato le condizioni della risoluzione del rapporto di lavoro del dott. Francesco Iorio, il quale ha guidato la banca nella difficile prima fase di rilancio, che ha visto l'assunzione del suo controllo da parte del Fondo Atlante.

Su richiesta della Consob si precisa che il consenso del dott. Iorio alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro ed alla rinuncia alla carica di Amministratore Delegato e Direttore Generale è stato motivato dalla volontà di agevolare il disegno dell'azionista di controllo di procedere all'aggregazione di BPVI con Veneto Banca, pur essa come è noto controllata dal Fondo Atlante, sotto la guida di un unico manager, che è stato individuato nel dott. Fabrizio Viola. Il CdA di BPVI ha espresso al dott. Iorio la propria gratitudine per l'opera prestata, e per il senso di responsabilità dimostrato nella circostanza.

Le condizioni economiche della risoluzione del rapporto di lavoro e di amministrazione del dott. Iorio con BPVI erano state predeterminate negli accordi contrattuali da lui stipulati con il precedente Organo di gestione della Banca nel luglio 2015. Tali accordi prevedevano, in caso di risoluzione senza giusta causa del rapporto di lavoro e di amministrazione del dott. Iorio da parte della Banca, come pure in caso di dimissioni per giusta causa del dott. Iorio (fattispecie nella quale erano espressamente ricompresi i casi della riduzione delle sue deleghe ovvero del suo affiancamento da parte di altro amministratore delegato), un indennizzo di Euro 1,5 mln lordi in aggiunta al costo del preavviso di 12 mesi.
Questi accordi originari sono stati rinegoziati nel luglio 2016, successivamente all'acquisizione da parte del Fondo Atlante del controllo della BPVI, con la riduzione da Euro 1,5 a 1 mln lordo del predetto indennizzo aggiuntivo rispetto al preavviso, il suo collegamento ad un impegno di non concorrenza del dott. Iorio, e la previsione di un suo progressivo decremento, sino al suo totale azzeramento nell'arco di due anni.
L'accordo di risoluzione del rapporto di lavoro e di amministrazione del dott. Iorio approvato dal CdA nella seduta del 6 dicembre 2016 prevede il riconoscimento a favore del dott. Iorio del solo costo aziendale del preavviso di 12 mesi previsto dai predetti accordi contrattuali, ossia il costo aziendale della sua remunerazione annua fissa di Euro 1,5 mln lordi. Il dott. Iorio ha infatti rinunciato all'indennità suppletiva, già ridotta a Euro 1.000.000,00 nell'accordo del luglio 2016, in caso di suo licenziamento senza giusta causa o di sue dimissioni per giusta causa, a fronte del suo impegno di non concorrenza, cui la Banca ha correlativamente rinunciato.
Il pagamento del suddetto importo al dott. Iorio è stato effettuato per il 50% alla firma dell'accordo, e per l'ulteriore 50% verrà effettuato entro il 29 gennaio 2017.
L'accordo di risoluzione del rapporto di lavoro e di amministrazione del dott. Iorio, migliorativo per la Banca rispetto alle pattuizioni contrattuali di partenza citate, è stato negoziato dal Presidente del CdA dott. Mion e dal Vicepresidente dott. Bragantini, ed è stato ratificato dal CdA in data 6 dicembre 2016, sentito il Comitato Remunerazioni.
Di questo accordo è stata già informata la Vigilanza della BCE.


Commenti

Inviato Mercoledi 14 Dicembre 2016 alle 10:41

Si riscontrano con piacere le dimissioni di Iorio, che poco ha portato alla banca in questi 18 mesi. In realtà oltre a papparsi cifre da capogiro qualcosa ha portato: uno stuolo di dirigenti e consulenti (di cui parecchi abbastanza inutili) pagati, facendo le dovute proporzioni, alla sua stregua con bonus d’ingresso, casa auto e tutti i benefit di sorta. Ora di questi che ne facciamo? Un nome su tutti: Jacopo di Francisco. Questo personaggio già scaricato da BPM (quando se ne andò stapparono la bottiglia di spumante) per mancanza di risultati, ha pari pari replicato la sua professionalità in BPVI: 18 mesi di nulla.
Lui che doveva curare gli aspetti commerciali della banca (ricordiamo che Iorio doveva seguire gli aspetti più istituzionali come l’aumento di capitale, fallito, la quotazione in borsa, fallita, e l’azione di responsabilità, fallita pure quella sotto la sua regia) nulla ha apportato. Nessun nuovo prodotto, nessuna implementazione digitale, nessuna convenzione degna di questo nome, nessun rapporto coi clienti, nessun rapporto coi colleghi di rete. Quelle poche volte che si è palesato, infatti in azienda è soprannominato “CHI L’HA VISTO”, ha addirittura alluso che i dipendenti erano e sono inadeguati, negligenti e addirittura collusi con il vecchio management. Bel modo di motivare chi invece si trovava a vivere e lavorare in un regime. Si di regime si può parlare. Regime Zonin.
Anche il lancio della campagna “1 mld per le PMI” lascia molto perplessi, sembra solo uno specchietto per allodole; non si comprende dove abbia potuto reperire i fondi, ma si capisce bene che poi i finanziamenti non vengono erogati per lacune relative al profilo di rischio delle imprese che ne chiedono l’accesso. Viene tanto il dubbio che sia una campagna finta.
Senza contare l’inadeguatezza umana e organizzativa di altri dirigenti (tra cui molti ancora legati al vecchio management) che da un lato impongono regole, che poi sistematicamente indicano di aggirare.
La mangiatoia non è ancora vuota, ma lo sarà presto.
Confidiamo in Viola, che appare più “umano”, ma attendiamo i fatti
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