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Giampaolo Zanni accoglie su VicenzaPiùTv Susanna Camusso al direttivo Cgil Vicenza: "primo tema crisi Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca"

Di Edoardo Andrein Lunedi 29 Agosto 2016 alle 18:53 | 0 commenti

“Nella mia relazione introduttiva il primo tema sarà la crisi economica sul territorio generata dalle vicende Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca”. Il segretario della Cgil di Vicenza Gianpaolo Zanni in un'intervista a VicenzaPiùTv mentre attendeva l'arrivo della Segretaria generale della Cgil Susanna Camusso ha fatto sapere che porterà alla sua attenzione i problemi della crisi delle banche popolari, insieme alle tante altre questioni economiche e del lavoro, tra pensioni e rinnovo dei contratti nazionali, che hanno colpito pesantemente il territorio vicentino.

Di seguito la relazione integrale di Giampaolo Zanni al direttivo del 29 agosto 2016:


PREMESSA

- Care compagne e cari compagni,

oggi è una bella e ricca giornata per la CGIL vicentina, la presenza infatti di Susanna Camusso, Segretaria Generale della nostra organizzazione, ci onora ed è un forte stimolo per tutti noi per riprendere l'iniziativa sindacale dopo la pausa feriale, anche perchè i problemi che ci affliggono, da quelli globali quali i venti di guerra, il terrorismo, le migrazioni, le chiusure xenofobe, la disuguaglianza, la miseria e la dissipazione delle risorse naturali e degli ecosistemi, a quelli che colpiscono il nostro paese ed il nostro territorio, ce li ritroviamo purtroppo ancora tutti davanti.


- ogni volta che la terra trema in Italia, ci vengono rubate vite umane e beni storici, e ci ri-accorgiamo che il nostro è un paese meraviglioso, ma fragile, e che al di la dei buoni propositi affermati dopo le ricorrenti tragedie, non lo curiamo e non lo custodiamo.


- Ed ancora una volta vi chiedo di onorare le vite spezzate dal recente terremoto, di manifestare vicinanza alle comunità colpite e di esprimere l'indignazione per la mancanza di interventi per la messa in sicurezza dei centri abitati, alzandoci in piedi e raccogliendoci in silenzio per un minuto.


- Grazie!


- Ringrazio Susanna di aver accettato di essere con noi, per due ragioni.


- In primo luogo perchè, e credo di interpretare l'opinione di tutti, nei luoghi di lavoro, nelle nostre sedi e tra i nostri delegati, è molto sentita l'esigenza, di fronte ai grandi problemi di rilievo nazionale e globale, di ascoltare il pensiero della Segretaria Generale, di confrontarsi e di chiarirsi le idee circa le scelte della CGIL e quello che ci aspetterà nei prossimi mesi.


- In secondo luogo perchè avendo la Segreteria della Camera del Lavoro di Vicenza supportato quella settantina di giovani, orientati a sinistra ma senza una precisa connotazione partitica, che per il terzo anno ha organizzato un festival politico quale occasione di incontro, di festa e soprattutto di discussione su temi politici cruciali nella nostra città, che certo non brilla per luoghi di elaborazione politico-culturale, la presenza di Susanna al festival testimonia il valore che noi attribuiamo, in quanto sindacato confederale, alla dimensione politica ed alla partecipazione democratica, e ci permetterà una visibilità locale che spesso fatichiamo ad avere.


- Chiarito tutto questo circa i le motivazioni, contenuti e gli obiettivi di questo attivo dei delegati e delle delegate della CGIL di Vicenza e del successivo appuntamento al Festival delle Fornaci Rosse, al quale nessuno di voi dovrà mancare, potrei direttamente passare la parola a voi, per ascoltare i vostri racconti, le vostre osservazioni e le vostre domande alla CGIL ed a Susanna; prima di farlo voglio però meglio illustrare alcune situazioni che attengono al nostro territorio e poi riepilogare i temi generali sui quali abbiamo l'esigenza di fare ordine.

 

VICENZA

 

- In questi mesi Vicenza è finita sotto i riflettori nazionali a causa dello scandalo scoppiato in uno dei suoi “gioielli”, mi riferisco alla Banca Popolare di Vicenza, la decima banca in Italia per rilevanza, presieduta fino a qualche mese fa dall’onnipotente Gianni Zonin.

 

- 115.000 sono i soci di quella che era, fino a poche settimane fa, una banca cooperativa, e che hanno perso quasi tutto; circa 2000 sono i dipendenti della BPV, nel solo vicentino, che oggi temono di perdere il loro lavoro; oltre 6 i miliardi di Euro andati in fumo, facendo riferimento alla sola nostra provincia; oltre 800 le persone che si sono rivolte alla nostra FEDERCONSUMATORI per trovare una qualche tutela.

 

- La Camera del Lavoro, nel silenzio delle altre confederazioni, ha organizzato due incontri pubblici sul tema, assieme alla FISAC ed a FEDERCONSUMATORI di Vicenza, per approfondire le questioni e per dire come la pensiamo. In particolare abbiamo ribadito:

 

  • che è per noi inaccettabile che non si sia proceduto con l’azione di responsabilità nei confronti delle persone che amministravano la banca;

  • che la giustizia deve fare fino in fondo il suo corso;

  • che le persone che hanno perso i loro risparmi possano essere risarcite;

  • che si approvino norme precise per evitare che si ripetano fatti analoghi;

  • che si tuteli l’occupazione dei dipendenti;

  • che si approvino norme puntuali per evitare che accadano cose analoghe;

  • che si faccia luce sul fatto che alcuni soci abbiano potuto salvare i propri capitali uscendo in tempo utile mentre tutti gli altri hanno perso tutto;

  • che si definiscano strumenti di sostegno alle piccole imprese per evitare che la mancanza di liquidità metta in ginocchio altre attività produttive;

  • che va analizzato e spezzato quel legame stretto tra grande finanza, grandi industriali, associazioni datoriali, politici e informazione, perché altrimenti il modello locale di sviluppo, terremotato dalla crisi economica degli ultimi 8 anni e soffocato da questo intreccio funzionale ad interessi di pochi, non reggerà di fronte a questa enorme sottrazione di risorse che ha colpito il vicentino.

 

- Una seconda vicenda è emersa in tutta la sua dimensione e drammaticità negli ultimi mesi nella nostra provincia, quella dell’inquinamento da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS), e dei danni sulla salute delle persone esposte.

 

- In una nostra iniziativa pubblica, costruita assieme alla RSU dell'azienda chimica incriminata di essere la responsabile dell'inquinamento, nella quale abbiamo coinvolto la Regione, i sindaci, Lega Ambiente e gli enti preposti al controllo dell'ambiente, abbiamo affermato che per noi è un tema:

        • estremamente importante: in quanto riguarda la vita delle persone;

        • molto rilevante: interessa un’area di almeno 150 Kmq che comprende comuni delle province di Vicenza, Verona e Padova (e forse Rovigo), dove vivono circa 250 mila persone, ed è per questo che si parla di "disastro ambientale";

        • molto complesso: implica aspetti tecnici, scientifici, giuridici, sanitari, ambientali, economici, occupazionali, sindacali, industriali, politici, sociali…;

        • che va aperto un confronto più generale sul tema del rapporto tra il Lavoro, la Salute e l’Ambiente, rapporto ineludibile e purtroppo sempre più attuale in un territorio che in nome dello sviluppo si è lasciato, soprattutto negli anni del boom economico, deturpare, inquinare e devastare;

        • che si abbandoni una logica economica insensata che in nome del profitto e del benessere economico è disponibile a sacrificato la salute delle persone e si inizi a percorrere la strada di un nuovo modello economico che coniughi Lavoro-Salute-Ambiente.

 

- Successivamente abbiamo chiesto e poi svolto un incontro con la Direzione aziendale, coinvolgendo anche CISL UIL di Vicenza, unitamente alle categorie interessate, per ribadire le nostre richieste, che riguardano la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini, la tutela dell’ambiente e nel contempo il lavoro e l’occupazione, beni primari che vanno salvaguardati se vogliamo essere un sindacato che fino in fondo esercita la propria funzione e ruolo. Ed abbiamo chiesto un incontro anche alla Regione, che dovrebbe convocarci.

 

- Nonostante un netto miglioramento, iniziato nello scorso anno e proseguito nei primi mesi del 2016, il tessuto economico e produttivo vicentino, caratterizzato dalla forte presenza del manifatturiero, da un modello di piccola/piccolissima impresa e dal forte orientamento all'export, non è riuscito ad affrontare tutti i limiti endogeni manifestatisi soprattutto dal 2008 in poi: scarsi investimenti in ricerca e sviluppo, sottocapitalizzazione delle società, scarsa propensione a far rete, piccola dimensione delle imprese.

 

- In questo contesto ha assunto un grosso rilievo la vicenda della vendita da parte della multinazionale Nestlé dei marchi storici di Acqua Brillante Recoaro e di Gingerino Recoaro, senza i quali questa storica azienda, che occupa una settantina di persone oltre all'indotto, non riuscirà a guardare al futuro in modo sereno contando solo sull'imbottigliamento dell'acqua minerale. L'intero paese ed anche la provincia si sono mossi, assieme alle organizzazioni sindacali, a difesa dei marchi e dell'azienda, in una battaglia complicata ma che è ancora possibile vincere.

 

- Abbiamo anche dovuto in queste ultime settimane intervenire e prendere posizione rispetto a tentativi di riscrivere in qualche modo la storia ed il valore della lotta di Resistenza antifascista in Italia ed a Vicenza. Siamo intervenuti assieme all'ANPI per opporci alla decisione del sindaco di Noventa di dedicare una via della città al defunto onorevole Giorgio Almirante, e siamo intervenuti per contestare il sindaco di Schio che si è schierato con i gruppi di estrema destra in tema di accoglienza dei profughi ed in tema di memoria storica di alcuni fatti accaduti all'indomani della Seconda Guerra Mondiale. Siamo intervenuti in primo luogo per onorare la memoria di quanti hanno combattuto per la libertà e la democrazia, ma anche per impedire che venga meno la cura della memoria storica del nostro paese.

 

- Con CISL e UIL siamo impegnati e cerchiamo di vivere relazioni corrette e di collaborazione; ma non è sempre facile, e permangono situazioni di contrasto, di merito e di metodo. Se da un lato infatti, sui temi della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, delle politiche di Welfare e della contrattazione sociale territoriale, le nostre relazioni permettono risultati unitari importanti, sui temi della contrattazione di secondo livello e del mercato del lavoro permangono divergenze e difficoltà, in relazione soprattutto alle scelte e linee di indirizzo sui grandi temi di profilo nazionale. Mi spiego.

 

- Nella contrattazione di secondo livello siamo spesso in solitudine ad affermare che gli accordi aziendali devono comprendere anche temi quali ad esempio investimenti, orari di lavoro, pari opportunità, contratti di assunzione; ed a sostenere che i Premi di Risultato non devono essere sostituiti dal cosiddetto welfare aziendale.

 

- E nel mercato del lavoro, in un contesto legislativo che ha generato confusione estrema soprattutto sui soggetti che dovrebbero farsi carico ad esempio delle politiche attive del lavoro, l'approccio di CISL e UIL è in qualche modo favorevole a soluzioni “di mercato”, mentre noi cerchiamo di sostenere il ruolo e la funzione del servizio pubblico.

 

- Confindustria Vicenza a livello territoriale continua a svolgere un forte ruolo sociale e politico, che vicende come quella della Banca Popolare hanno reso evidente agli occhi di tutti, laddove industriali con ruoli di primissimo piano in Confindustria assumevano/mantenevano nel contempo ruoli rilevanti nella banca, in un intreccio che si è rilevato malsano e che alla fine ha concorso a determinare il disastro accaduto.

 

- Confindustria Vicenza non manca occasione per ribadire i buoni rapporti con noi ad esempio nella gestione delle situazioni di crisi, ed ha manifestato aperture in tema di partecipazione dei lavoratori; ma in tema di CCNL condivide appieno le posizioni di Confindustria nazionale, e nella contrattazione di secondo livello se da un lato firma l'accordo per la detassazione dei premi produttività, dall'altro sostiene le aziende che non l'applicano lamentando il timore che l'Agenzia delle Entrate non la riconoscano, ma in realtà per favorire, in alternativa ai premi, la definizione di pacchetti di welfare aziendale, magari nemmeno negoziati con noi. Queste posizioni pesano come un macigno rispetto alla ricerca di accordi complessivi, in quanto la loro filosofia è quella di ridurre complessivamente ruolo e peso della contrattazione collettiva e di ridurre ruolo e peso delle rappresentanze dei lavoratori.

 

- Positivo invece il fatto che Vicenza, su spinta in particolare della CGIL, con Confindustria, con API-CONFIMI e con CONCOMMERCIO (e lo faremo anche con gli artigiani, ma a livello regionale), siano stati sottoscritti accordi provinciali contro le molestie sessuali nei luoghi di lavoro; prevedendo anche percorsi formativi per la loro concreta applicazione negli accordi aziendali, cosa già avvenuta finora in due realtà del settore tessile-abbigliamento.

 

 

- Altro tema ad alto impatto sul nostro territorio è quello delle grandi opere, che per noi sono la TAV e la Pedemontana Veneta.

 

- Sulla prima, assieme ad altre forze abbiamo espresso contrarietà circa il faraonico progetto del Comune di Vicenza, che prevedeva peraltro, con il plauso delle associazioni datoriali locali, la costruzione di una nuova stazione in zona Fiera. Le nostre obiezioni e soprattutto la mobilitazione di cittadini e di numerose associazioni hanno spinto il comune a ritornare sui propri passi ed a elaborare soluzioni meno imponenti e meno impattanti sulla città.

 

- Sulla seconda opera, secondo noi assolutamente non strategica per la nostra provincia, e che ha già depauperato una grossa fetta del nostro territorio, cioè un'autostrada regionale a pagamento che Berlusconi affidò direttamente alla Regione Veneto, come richiesto dall'amico Galan, in barba all'idea che una gestione regionale limitasse i costi e diminuisse i tempi di realizzazione, assistiamo oggi ad una situazione che definirei drammatica. Il territorio provinciale è devastato da cantieri sparsi ovunque ed i lavori sono fermi per problemi di finanziamento, dopo che i costi sono raddoppiati e dopo essere emersi presunti errori nella stima dei flussi veicolari, che ha generato conseguenze ovviamente sulla partecipazione dei privati attraverso quel project-financing che noi contestiamo.

 

 

- Infine uno sguardo sulla CGIL di Vicenza, su come stiamo e su come stiamo affrontando questo periodo.

 

- La nostra Camera del Lavoro esce da una fase complicata, l'elezione di un nuovo segretario generale e l'elezione di una nuova segreteria confederale. Abbiamo dovuto affrontare questo delicato passaggio interno senza sguarnire i fronti nei quali siamo impegnati quotidianamente, vale i dire la tutela individuale, attraverso il nostro sistema dei servizi che convive con continui aggravi di compiti e tagli del sostegno pubblico, la contrattazione collettiva, nei luoghi di lavoro e quella sociale territoriale, il proselitismo, la cura dei nostri delegati ed il concorso nelle battaglie sindacali generali, in particolare sulle pensioni, sui rinnovi contrattuali nazionali di categoria ed infine sulla raccolta di firme a sostegno dei tre referendum sul Jobs ACT, terminata a fine giugno, e quella sulla proposta di legge di una “Carta dei Diritti” universale delle lavoratrici e dei lavoratori, che ci vede ancora impegnati per un altro mese circa.

 

- In questo contesto la volontà di noi tutti è quella di lavorare assieme per portare a casa risultati che le persone che continuano a guardare a noi con rispetto e fiducia chiedono ed aspettano, sul lavoro, sui contratti, sulle pensioni, sul fisco e sui diritti di cittadinanza e nel lavoro.

 

- Notevole è stato l'impegno ed ottimi i risultati sella FLC di Vicenza nella raccolta di firme per i quattro referendum abrogativi in tema di legge denominata “Buona Scuola” del Governo Renzi.

 

- Non altrettanto ottimi sono stati i risultati, nonostante il grosso impegno profuso da tante compagne e tanti compagni delle nostre categorie e della nostre zone, per quanto riguarda le firme raccolte per i tre referendum abrogativi sul Jobs Act. Le 5.300 firme certificate raccolte per ciascun referendum a Vicenza, sul totale di circa 1.100.000 firme raccolte a livello nazionale, rappresentano il 75% dei voti raccolti nelle assemblee di primavera di mandato a procedere, e rappresentano il 10% circa degli iscritti alla CGIL di Vicenza.

 

- Davanti a noi abbiamo ancora 20 giorni circa di tempo per continuare la raccolta delle firme sulla Carta dei Diritti: rimbocchiamoci tutti le maniche per dare il nostro contributo ad una battaglia nazionale, che ha valenza sociale, culturale e politica, sulla dignità e sui diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, sulla democrazia nei luoghi di lavoro e sul sul ruolo e peso in Italia delle organizzazioni di rappresentanza del lavoro.

 

 

 

TEMI NAZIONALI

 

Per dare spazio agli interventi dei presenti, rispetto ai temi nazionali in agenda mi limiterò ad una breve elencazione, anche perchè alcuni di essi sono stati oggetto di incontri nei mesi scorsi.

 

ECONOMIA E LAVORO

- I recenti dati sul PIL del nostro paese segnalano un preoccupante rallentamento della crescita registrata nel corso dei primi mesi dell'anno corrente. Questi dati ci allarmano due volte: primo perchè potrebbero dare buone ragioni a quanti non vogliono che il Governo finalmente ci dia risposte positive sul versante delle politiche sociali, in particolare sulle pensioni; e secondo perchè sono la dimostrazione che il paese non imbocca la strada dello sviluppo facendo regalie indifferenziate alle imprese, ma solo operando investimenti pubblici sui settori strategici della nostra economia, sulla messa in sicurezza del territorio e sulla salvaguardia delle nostre ricchezze naturali e storiche, come da tempo noi sosteniamo.

 

- Vanno respinti i tentativi di Confindustria, già in atto, di chiedere al Governo di non destinare risorse alle politiche sociali ma solo e ancora al sostegno delle imprese.

 

 

EUROPA E BREXIT

- L'Europa e le sue politiche non sono parte neutra rispetto alla situazione economica generale del nostro paese, così come non può pensare che la scelta operata dagli inglesi non dipenda anche dalle scelte operate dalla stessa negli ultimi anni.

 

- La CGIL non ha rinunciato alla prospettiva dell'unità degli stati europei, ma senza la costruzione di un'Europa dei popoli, di un'Europa sociale, di un'Europa politica e di un'Europa che investa sul futuro uscendo dalle dottrine economiche dell'austerity, rischiamo veramente che altri paesi seguano l'esempio inglese e che aumentino le spinte xenofobe e la costruzione di nuovi “muri”.

 

 

PENSIONI

- Grandi sono le attese dei lavoratori e dei pensionati rispetto al cambiamento della riforma Fornero in tema di pensioni.

 

- Dopo il varo della piattaforma unitaria sul tema, dopo le manifestazioni unitarie del 9 aprile scorso e poi dei pensionati a Roma, occorre veramente che dagli incontri con il Governo, in programma nei prossimi 15 giorni, arrivino risposte concrete su questo tema, senza le quali sarà necessario riprendere la mobilitazione.

 

 

CONTRATTAZIONE

- Tante nostre categorie sono impegnate nei rinnovi dei loro contratti collettivi nazionali di lavoro, parliamo di quasi 10 milioni di lavoratrici e di lavoratori del settore pubblico, del commercio e turismo, dell'industria metalmeccanica, del tessile e abbigliamento e dell’edilizia, per citarne alcuni.

 

- Non siamo di fronte a normali dinamiche contrattuali, che conosciamo e che da sempre gestiamo; no, oggi la natura dello scontro in atto è sull’istituto stesso del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.

 

- Il fronte padronale sta tentando, contando sull’appoggio del governo, sulla crisi che ha molto indebolito la forza sindacale e dei lavoratori, sulla mancanza di partiti politici che appoggino le rivendicazioni dei lavoratori e che difendano i loro diritti, di ridefinire le relazioni industriali nel nostro paese, affossando definitivamente i CCNL per relegare le relazioni industriali a livello aziendale, rompendo così l'“elemento centrale della solidarietà dei lavoratori di una categoria”, perchè questo rappresenta in CCNL.

 

- La piattaforma unitaria CGIL CISL UIL sugli assetti contrattuali, voluta dalla CGIL e varata nel gennaio scorso, rappresenta un argine importante per impedire questa deriva, perché in essa noi unitariamente riaffermiamo il valore ed il ruolo dei CCNL, ma se non sosteniamo le categorie impegnate in questo duro e decisivo scontro rischiamo che si apra da qualche parte qualche falla e quindi che l’argine non svolga più il suo compito di difesa di una delle più grandi conquiste sindacali.

 

 

RIFORMA COSTITUZIONALE E LEGGE ELETTORALE

- A ottobre/novembre, siamo in attesa di saperlo dal Governo, tutti noi saremo chiamati ad esprimerci approvando o bocciando un intervento di riforma di alcune parti della nostra Costituzione, intervento voluto dall'attuale esecutivo e già approvato dal Parlamento.

 

- Rispetto a questo importante tema, in un recente documento la CGIL afferma che:

 

- considera un dovere la partecipazione al voto, ed a questo scopo si impegnerà a promuovere un’informazione di massa e momenti di confronto per favorire una scelta partecipata dei lavoratori.

 

- non ha condiviso il metodo seguito dal Governo, che a colpi di maggioranza ha fatto approvare le norme invece di aprire un confronto con tutte le forze politiche ed anche sociali, allo scopo di cercare un’intesa il più possibile condivisa;

 

- ritiene un errore del Governo l’aver trasformato il voto su un cambiamento della Carta Costituzionale di tutti una sorte di plebiscito sul Governo;

 

- non condivide nel merito molti punti della riforma; in particolare considera non accettabile il rafforzamento dei poteri del governo senza introdurre adeguati bilanciamenti; un rafforzamento che, combinato con una legge elettorale come l’”Italicum”, che attribuirà un forte “Premio di maggioranza” al partito più votato, rischia veramente di alterare i tratti di un ordinamento, voluto dai Padri Costituenti, a forte impronta parlamentare.

 

- noi aggiungiamo che rafforzare i poteri dell’esecutivo e indebolire il Parlamento potrebbe significare per il sindacato, corpo intermedio non ascoltato ed anzi screditato ripetutamente dal capo del Governo, essere relegati in un ruolo ancora più residuale, a danno dei milioni di lavoratori e pensionati che rappresentiamo.

 

- Se questa è la posta in gioco, pur consapevole dell'esposizione politica che questo comporterebbe, come in altri momenti abbiamo fatto credo che tocchi alla nostra organizzazione esprimersi in modo chiaro rispetto al voto che ogni cittadino sarà chiamato a dare. Se non interverranno cambiamenti, il sottoscritto andrà a votare e voterà NO.

 

 

INIZIATIVA CGIL SU REFERENDUM E CARTA DEI DIRITTI

- “Ma cosa c’entrano i temi trattati finora, locali e nazionali, con i referendum CGIL e con la proposta di legge della CGIL?”

 

Per noi tutto si tiene, compagne e compagni, perchè noi siamo un sindacato generale, cioè abbiamo un’idea complessiva della realtà e del paese:

 

- dopo anni di Governi che si sono scagliati contro i diritti dei lavoratori e contro la contrattazione collettiva come unica ricetta per far ripartire l’economia; dopo anni di Governi che vogliono modificare la nostra accusandola di impedire all’Italia di essere una democrazia moderna, invece di battersi per sconfiggere malavita organizzata (a questo proposito ricordo che oggi ricorre l'anniversario della barbara esecuzione da parte della mafia dell'imprenditore Libero Grasso, che aveva avuto il coraggio di non sottostare al ricatto mafioso e di non pagare il “pizzo”), corruzione pubblica e iniqua distribuzione della ricchezza, che sono le vere piaghe del nostro paese; dopo anni di leggi che hanno regalato flessibilità e incentivi pubblici agli imprenditori e causato precarietà ai lavoratori, come mezzo per creare occupazione, invece di intraprendere la strada degli investimenti pubblici sulla cura del territorio, sul welfare e sulle politiche industriali per rilanciare l’economia; e infine di fronte all’assenza di partiti politici capaci di prendersi veramente a cuore la condizione e la vita dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati, dei giovani e delle fasce deboli della popolazione;

 

Era arrivato il momento di organizzare un’azione sindacale forte e complessiva, che sapesse in modo molto concreto parlare alle persone che guardano a noi quale soggetto politico contrattuale generale, promotore di giustizia sociale e di democrazia, e così si è costruita la piattaforma unitaria sulle pensioni, è stata realizzata la piattaforma unitaria sugli assetti contrattuali ed è nata la proposta di legge della CGIL di una “Carta universale dei Diritti dei lavoratori” in grado di ricostruire in Italia una Legislazione sul Lavoro forte, moderna ed inclusiva.

 

- Se vogliamo che proceda ed abbia successo questa grande battaglia della CGIL occorre raccogliere il maggior numero possibile di firme, nei banchetti ai mercati, alle feste e nelle piazze, come abbiamo fatto, stiamo facendo e faremo, informando le persone perché vadano nel loro comune a firmare i moduli che noi abbiamo portato in tutta la provincia e soprattutto raccogliendo le firme nei luoghi di lavoro.

 

- Compagne e compagni, per il bene delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, dei giovani, delle persone che cercano lavoro, della giustizia sociale, della democrazia, del nostro paese e della nostra CGIL, diamoci tutti da fare ed impegnamoci per raccogliere le firme sulla Carta dei Diritti e per sostenere le vertenze aperte sulle pensioni e sui rinnovi dei contratti collettivi!

 

Grazie ancora e buona giornata!


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