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Grandi Opere e Tav, 31 arresti. C'è anche il figlio di Andrea Monorchio, l’ex vice in BPVi e "collante" romano di Gianni Zonin

Di Edoardo Pepe Mercoledi 26 Ottobre 2016 alle 17:32 | 0 commenti

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Torna agli onori delle cronache la gestione degli appalti nelle Grandi Opere con irregolarità anche nei subappalti dell’Alta velocità ferroviaria Milano-Genova. Tra i 21 arrestati di questa nuova indagine figura Giandomenico Monorchio. Se è vero che le colpe dei padri ricadono sui figli questo è particolarmente vero per Giandomenico, figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio (foto), fino a pochi mesi fa vice di Gianni Zonin in Banca Popolare di Vicenza dove aveva il ruolo di “collante” con le strutture centrali romane tra cui Bankitalia...

Di seguito pubblichiamo l'articolo apparso su IlFattoQuotidiano.it:

La prima indagine è stata condotta dalla Procura di Roma e gli arresti effettuati dai carabinieri; nel secondo caso le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip del Tribunale di Genova ed eseguite dalla Guardia di Finanza. Nel mirino le irregolarità nei subappalti dell’Alta velocità Milano-Genova e della Salerno-Reggio Calabria. Tra gli arrestati figura il figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato. Indagato Lunardi, figlio dell’ex ministro dei Trasporti.

Una nuova retata per irregolarità nella gestione degli appalti delle Grandi Opere. Ventuno arresti per corruzione nei lavori della Salerno-Reggio Calabria e del People Mover di Pisa, 14 invece per la realizzazione del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano. La prima indagine è stata condotta dalla Procura di Roma e gli arresti effettuati dai carabinieri della Capitale; nel secondo caso le ordinanze di custodia cautelari sono state emesse dal Gip del Tribunale di Genova ed eseguite dalla Guardia di Finanza. Trentuno il totale delle persone finite in carcere, perché sono 4 gli arrestati in comune tra le due inchieste. La prima nasce da uno stralcio di Mafia Capitale.

I pm ipotizzano l’esistenza di un’associazione a delinquere nell’ambito della quale operavano imprenditori e direttori dei lavori, sempre in accordo. Un sistema, scrive il gip di Roma Cinzia Perroni, “disinvolto e spregiudicato”. Tra gli arrestati figura Giandomenico Monorchio, imprenditore e figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato Andrea. Giuseppe Lunardi, figlio dell’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, risulta indagato.

Nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla procura della Capitale, denominata “Amalgama” le accuse a vario titolo per gli indagati sono di associazione per delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e tentata estorsione: secondo l’accusa il gruppo di persone facente riferimento all’ex direttore dei lavori Giampiero De Michelis e al suo socio Domenico Gallo, dava il via libera ai lavori in cambio di subappalti. Gallo avrebbe usato metodi di intimidazione mafiosa: il gip nella sua ordinanza scrive che sono state riscontrate circostanze che “destano allarme in quanto Gallo risulta avere contatti con soggetti legati alla criminalità organizzata“.

Nel secondo caso invece le fiamme gialle hanno emesso le ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e dirigenti a cui vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, concussione e turbativa d’asta in relazione all’aggiudicazione di commesse per un valore complessivo di oltre 324 milioni di euro. L’operazione è stata denominata “Arka di Noè“.

Arrestati presidente di Cociv e il suo vice – Le 14 ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla Guardia di Finanza di Genova riguardano Michele Longo ed Ettore Pagani, presidente e vicepresidente di Cociv, Consorzio Collegamenti Integrati Veloci, general contractor a cui è affidata la progettazione e la realizzazione della linea ferroviaria AV/AC della linea Milano Genova Terzo Valico dei Giovi; Pietro Paolo Marcheselli, ex presidente di Cociv; Maurizio Dionisi, imprenditore; Antonio e Giovanni Giugliano, imprenditori; Giuseppe Pretellese, tecnico che lavora nella impresa di Giugliano; Andrea Ottolin, funzionario Cociv; Giuliano Lorenzi, dipendente Cociv; Antonio Parri, dipendente Cociv; Giulio Frulloni; Marciano Ricci, imprenditore; Giampiero De Michelis, ingegnere; Domenico Gallo, imprenditore.

Materiali scadenti in opere pubbliche: “Cemento che sembra colla” – In alcuni passaggi delle intercettazioni, ha spiegato in conferenza stampa a Roma il procuratore aggiunto Paolo Ielo, dirigenti e imprenditori sottolineano la scarsa qualità dei materiali utilizzati nella costruzione delle opere pubbliche parlando di “cemento che sembra colla“.

Indagine 1/ Salerno-Reggio Calabria e People Mover Pisa – L’indagine “Amalgama” è stata condotta dai carabinieri e coordinata dalla procura di Roma e, secondo l’agenzia Ansa, è nata da uno stralcio di Mafia Capitale. Secondo l’accusa, l’ex direttore dei lavori Giampiero De Michelis, nell’ambito dei lavori per la realizzazione del 6° macrolotto dell’Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria (la cui apertura ufficiale è prevista per il 22 dicembre prossimo) e del ‘People Mover’ di Pisa, ha “messo a disposizione” la sua funzione pubblica in favore di alcune imprese impegnate ad eseguire i lavori, ottenendo in cambio commesse e subappalti in favore di società riferibili di fatto a lui stesso e all’imprenditore calabrese Domenico Gallo, suo socio di fatto. Inoltre, scrive chi indaga, “è stata accertata l’esistenza di rapporti corruttivi intrattenuti dal direttore dei lavori con i vertici dei general contractor che si occupano della realizzazione delle tre grandi opere pubbliche”. Gallo era il “socio di fatto” di De Michelis e per costruire le strade sulle quali aveva vinto gli appalti si avvaleva tra l’altro del contributo di altre 9 persone, tra le quali alcuni funzionari del consorzio Cociv (Consorzio collegamenti integrali veloci) incaricato anche della costruzione del Terzo valico della Tav.

Indagine 2/ Tav Milano-Genova – La Guardia di Finanza di Genova ha eseguito in contemporanea 14 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Genova nei confronti di alcuni imprenditori e di dirigenti del consorzio General Contractor. A loro sono contestati a vario titolo i reati di corruzione, concussione e turbativa d’asta in relazione all’aggiudicazione di commesse per un valore complessivo di oltre 324 milioni di euro. In particolare, dalle indagini è emerso che in occasione dello svolgimento delle gare indette dal consorzio, alcuni dirigenti preposti allo svolgimento delle stesse, per pilotare l’assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte “anomale” divenissero regolari in violazione ai principi della “par condicio” e, in altri, si sono avvalsi della compiacenza di concorrenti di comodo, in realtà non interessati all’aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l’assegnazione all’unico concorrente interessato. In una circostanza la turbativa è stata accompagnata dal pagamento di una somma di denaro. Allo stato sono in corso di esecuzione numerose perquisizioni e sequestri di documentazione in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise e Campania, in cui sono impegnati i finanzieri di 19 comandi provinciali.

Tangenti non più in denaro, ma in lavori: “Corruzione triangolare” – Si tratta di “un’organizzazione stabile composta da tecnici, imprenditori e professionisti che si sono accordarti per un reciproco scambio di utilità ai danni dei contribuenti”, ha spiegato in conferenza stampa a Roma il procuratore aggiunto Michele Prestipino. Per gli inquirenti si tratta una “corruzione triangolare” in cui lavori e utilità venivano orientati a società terze riconducibili ad arrestati. “C’è una trasformazione della tangente da denaro ad assegnazione dei lavori”, ha sottolineato il procuratore aggiunto Ielo .

Anche serate con le escort per ottenere appalti – Per aggiudicarsi gli appalti dei lavori per il Terzo Valico genovese gli imprenditori non pagavano soltanto tangenti ma offrivano anche prestazioni con escort. In particolare, secondo gli investigatori, la gara di appalto dei lavori per la galleria Vecchie Fornaci sarebbe stata assegnata a due società, la Europea 92 e la Cipa spa in cambio di serate con prostitute oltre che mazzette. Un sistema oliato, secondo gli inquirenti, che andava avanti da almeno un anno e mezzo.


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