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Il comandante GdF per evasioni non scovate si appella mai all'ostacolo alla Finanza? Eppure per Visco i flop delle banche sono tutta colpa dell'ostacolo alla... Vigilanza

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 3 Settembre 2017 alle 00:17 | 0 commenti

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Dopo la rivelazione dell'esposto presentato, tramile il suo legale Michele Gentiloni Silveri, cugino del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, dal banchiere Pietro D'Aguì, fondatore e amministratore delegato fino al 2013 di Banca Intermobiliare (Bim), ancora oggi controllata da Veneto Banca in LCA dopo molti tentativi di cessione bloccati per vari motivi nel passato, Giorgio Meletti prosegue oggi su Il Fatto Quotidiano nel suo "racconto" delle indagini in corso, "finalmente!" diremmo e non da soli, da parte della Procura di Roma su Banca d'Italia, guidata dal governatore Ignazio Visco e dal capo della vigilanza Carmelo Barbagallo, storici sponsor di Banca Popolare di Vicenza e Gianni Zonin e mai troppo amici di Veneto Banca di Vincenzo Consoli, lo si legge sempre più spesso e non solo qui da noi, con gli effetti che conosciamo.

Dopo aver esaminato una serie di valutazioni "errate" su Bim da parte di Bankitalia, che fanno il paio (è un modo di dire perchè qui più di paio bisognerebbe parlare di "multiplo") con tante altre incongruenze nelel "sentenze" di Palazzo Koch, il collega de Il fatto Quotidiano sintetizza le sue considerazioni nella parte finale del suo articolo.

«Si noti che la Bim è una società quotata in Borsa, e adesso scopriamo che il governatore raccomanda riservatamente agli amministratori di una banca quotata di obbedire agli ordini dell'azionista di controllo (veneto Banca, ndr). Infatti il governatore esplicita la cornice strategica della cacciata di D'Aguì: "Preliminarmente si osserva come la salvaguardia dei canoni di sana e prudente gestione non possa prescindere da un'accelerazione del processo d'integrazione strategica e organizzativa nel gruppo Veneto Banca". Bim è quotata e Veneto Banca no, ma questo aspetto non rileva a fini dei "canoni" di Visco. Pochi mesi dopo questa lettera, il 6 novembre 2013 Visco ne scrive un'altra a Veneto Banca sui risultati dell'ispezione (sulla Popolare di Montebelluna, ndr) con giudizio "in prevalenza sfavorevole", esattamente come quella a Bim. Dice il governatore che la banca (Veneto Banca, ndr) va male ("critico quadro economico-patrimoniale") e "dovrà perseguire con la massima determinazione l'obiettivo di pervenire, nel più breve tempo possibile, a un'operazione di integrazione con altro intermediario di adeguato standing", cioè con la Popolare di Vicenza di Gianni Zonin, come verrà specificato a voce. Quindi la strategia della vigilanza per Bim si può così riassumere: per uscire dai problemi patrimoniali e gestionali segnalati da Gatti e Barbagallo attraverso un numero sbagliato, la banca deve cacciare subito D'Aguì e accelerare il "processo d'integrazione" con Veneto Banca che è talmente malmessa da doversi a sua volta integrare "nel più breve tempo possibile" con Zonin. D'Aguì chiede ai pm di accertare se tutto ciò è avvenuto per insipienza semplice o anche attraverso la commissione di reati.».

Non siamo giudici ma, prima di orientarci solo sull'insipienza semplice, faremmo questa considerazione.

Sono così frequenti le fitte nebbie che hanno avvolto durante le gestione Visco-Barbagallo le banche, piccole (e noi stiamo raccontando in dettaglio di Bene Banca), medio piccole (è di scuola il caso delle 4 banche "risolte"), medio grandi (ci sarà molto da scoprire ancora ma il crescendo del dramma incombente di BPVi noi, senza gli strumenti dei controllori romani o le entrature dei mega giornalisti  locali, l'abbiamo raccontato dal 13 agosto 2010, quello parallelo di Veneto Banca è sotto gli occhi anche dei non vedenti) e grandi (basta MPS?); sono così frequenti le nebbie, dicevamo, più dense di quelle tradizionali e pre sconquasso climatico in Val Padana, mai dissolte, anzi a volta, parrebbe..., generate, da Bankitalia, con la Consob buona compagna, su tante, troppe banche che ci viene spontanea una domanda.

Non ci ricordiamo di alcun comandante generale della GdF che abbia mai giustificato il non aver trovato riscontri di evasioni di soggetti sottoposti a controlli perchè questi, se poi dimostratisi realmente evasori, avrebbero frapposto nel frattempo, come parrebbe non giusto ma ovvio per chi delinque, "ostacolo alla vigilanza" della... Finanza.

Ma allora perchè, egregio governatore di Banca d'Italia ed esimio capo della sua Vigilanza, voi che controllate i soggetti a voi sottoposti non occasionalmente ma sistematicamente, dispensando poi giudizi e consigli, come quelli a Bim, Veneto Banca e BPVi, in tutti i casi finora noti, tanti, di crac bancari, accaduti o "procurati", e in quelli che stanno venendo alla luce (Banca Popolare di Bari, ad esempio, o chissà quali e quanti, troppi, altri), perchè voi, dicevamo, mai dite "abbiamo sbagliato" ma sempre "sostenete" che non avete accertato nelle mille ispezioni i dati veri perchè le banche, quelle cattivone che non si autoaccusano!, ve li hanno nascosti ostacolando la... Vigilanza?

Insomma spiegatecelo, di corsa e in maniera convincente, non certo quella dei convegni tipo quello di CL a Rimini, noto cenacolo di brave persone alla Formigoni.

Altrimenti noi (i cittadini, il Parlamento che ci rappresenta, il Governo che i deputati e senatori scelgono per guidare il nostro Paese e il suo primo ministro che col presidente della Repubblica a novembre dovrà scegliere il Governatore di Bankitalia) giungeremmo, prima della vostra spiegazione e sicuramente prima che i giudici magari arrivino, fra anni, a condannarvi per reati penali, alla conclusione che siete non "insipienti semplici" ma "incapaci recidivi", magari, per carità, in totale buona fede.

Ebbene se, nonostante le vostre spiegazioni o in loro assenza, giungessimo a questa conclusione non sarebbe un bel gesto, magari l'unico di questi vostri ultimi, disastrosi anni, che vi faceste da parte?

Senza fraporre più alcun... ostacolo.


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