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Banca Popolare di Vicenza, Cda: bilancio al 31-12-2016 con perdite per 1.9 miliardi. Transazioni chiuse oggi al 68.7% del capitale di perimetro, ieri dimissioni Marco Bolgiani

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 28 Marzo 2017 alle 19:16 | 0 commenti

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Pubblichiamo la nota ufficiale della Banca Popolare di Vicenza appena arrivata e ci riserviamo commenti e considerazioni dopo aver "macerato" il tutto, tra cui anche le dimissioni dal cda stesso rassegnate ieri dal Consigliere Marco Bolgiani "con effetto immediato, per il crescente impegno connesso ad altre posizioni attualmente ricoperte" e con i "ringraziamenti della BPVi" per l'opera prestata 7 luglio 2016.

Proseguono le azioni finalizzate al processo di ristrutturazione del gruppo BPVi da parte del nuovo cda:
Ø nuovo piano industriale 2017-2021, sottoposto alla valutazione della BCE. Il nuovo piano prevede la fusione con il gruppo Veneto Banca come condizione indispensabile per il processo di ristrutturazione
Ø comunicata alle autorita' competenti la volonta' di accedere alla "ricapitalizzazione precauzionale" da parte dello stato. Ø conclusa l'Offerta pubblica di transazione agli azionisti BPVi con una significativa adesione. 66.712 azionisti (su circa 94.000) hanno aderito all'offerta (71,9% del totale) con una percentuale di azioni pari al 68,7% di quelle incluse nel perimetro dell'offerta.

Al netto delle posizioni irrintracciabili e di quelle già oggetto di specifica analisi, la percentuale degli azionisti aderenti e' pari al 72,9%, corrispondenti al 70,3% delle azioni BPVi rientranti nel perimetro dell'offerta di transazione
Ø costituito il fondo di 30 milioni per gli azionisti BPVi che versano in condizioni disagiate, collegato all'esito positivo dell'offerta transattiva con i soci
Ø definito l'atto di citazione relativo all'azione di responsabilità nei confronti di ex componenti della direzione generale, del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale. L'atto verra' depositato nei prossimi giorni.
Ø ottenuta la garanzia statale per un ammontare di 3 miliardi di euro su una nuova emissione obbligazionaria della banca effettuata a febbraio 2017. Richiesta un'ulteriore garanzia statale su nuove emissioni per un importo di 2,2 miliardi di euro

Risultato netto dell'esercizio 2016 negativo per 1,9 miliardi di euro (qui le tabelle), sul quale hanno influito:

Ø 1.078 mln di euro di rettifiche di valore su crediti che rafforzano ulteriormente i livelli di copertura. Richiesta dall'organo di vigilanza una nuova policy di accantonamento per rischi su crediti, gia' prevista nel piano industriale, con presumibili e potenzialmente elevati impatti nel 2017
Ø 367 mln di euro di rettifiche di valore su titoli e partecipazioni, principalmente riconducibili agli effetti connessi al recesso esercitato da Cattolica Assicurazioni e a ulteriori svalutazione dei fondi lussemburghesi
Ø 291 mln di euro di accantonamenti ai fondi rischi e oneri connessi al rischio litigations su azioni BPVi e agli esiti dell'offerta di transazione ai soci
Ø 155 mln di euro di variazione netta negativa della fiscalita' differita attiva spesata nel conto economico dell'esercizio. Ammonta a complessivi 552 mln di euro la fiscalita' differita attiva non iscritta, di cui 531 mln riferiti a perdite fiscali recuperabili senza limiti temporali
â–ª la copertura[inclusi stralci] dei crediti deteriorati sale al 48,5% (+6,1 p.p. rispetto al 31/12/2015). In particolare, la copertura delle sofferenze e' pari a 62,2% (+2,8 p.p. rispetto al 31/12/2015)
▪ ratio patrimoniali pro-forma [Calcolati includendo la seconda tranche del versamento in conto futuro aumento di capitale (€146,3mln) effettuato dal Fondo Atlante e perfezionato il 5 gennaio 2017] (Cet1 ratio 8,21% e Total capital ratio 9,61%) superiori ai minimi regolamentari ma inferiori al target Srep 2016 (Cet1 10,25%). Dal 31 marzo 2017 i target Srep saranno: Cet1 10,25% e Tcr 12,25%

Vicenza, 28 marzo 2017 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Vicenza ha approvato il progetto di Bilancio individuale e consolidato al 31 dicembre 2016.
Nel corso del 2016 sono proseguite le azioni finalizzate al processo di ristrutturazione del Gruppo BPVi, tra le quali si citano (i) la trasformazione della Banca in società per azioni e nuovo statuto sociale; (ii) un aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro interamente sottoscritto dal Fondo Atlante, (subentrato ad Unicredit a garanzia della sottoscrizione delle azioni non collocate nell'ambito dell'Offerta Globale), ora azionista di controllo della Banca con una partecipazione nel capitale del 99,33%; (iii) il rinnovo della Governance con l'insediamento di un nuovo Consiglio di Amministrazione e un nuovo Collegio Sindacale nominati dall'Assemblea degli azionisti del 7 di luglio 2016. Inoltre, il 6 dicembre 2016, Fabrizio Viola è stato nominato nuovo Consigliere Delegato del Gruppo BPVi e Presidente del Comitato Strategico del Gruppo Veneto Banca; (iv) l'azione di responsabilità, nei confronti di ex componenti della direzione generale, del consiglio di amministrazione, del collegio sindacale e della precedente società di revisione, deliberata dall'Assemblea lo scorso 13 dicembre; (v) un ulteriore intervento di rafforzamento patrimoniale da parte del Fondo Atlante, effettuato attraverso il versamento irreversibile di 310 milioni di euro in conto futuro aumento di capitale (in due tranches: la prima in data 30 dicembre 2016 per un importo di 163,7 milioni di euro e la seconda in data 5 gennaio 2017 per un importo di 146,3 milioni di euro), con l'obiettivo di rafforzare i coefficienti patrimoniali alla luce degli impatti derivanti dai complessi processi valutativi di fine esercizio e dal lancio dell'Offerta di Transazione agli azionisti BPVi.

Sul fronte delle iniziative di carattere commerciale si segnala l'avvio nel corso dell'esercizio del nuovo Modello di Rete. In particolare, il nuovo Modello ha previsto, a partire dal 1° gennaio 2016, la creazione di due filiere commerciali focalizzate sul servizio alla clientela "core" del Gruppo: le famiglie e i piccoli operatori economici (Community Banking) e la clientela corporate, PMI e private (Corporate & Private Banking). Si segnala inoltre il proseguimento della fase di razionalizzazione della presenza territoriale del Gruppo BPVi, con la chiusura nel corso del 2016 di ulteriori 80 filiali (dopo le 75 già effettuate nel 2015) e di 5 dei 6 Uffici di Rappresentanza all'estero.

Alla luce dell'evoluzione della situazione specifica della Banca, caratterizzata da un progressivo indebolimento della posizione economico-patrimoniale connessa, in particolare, alla crisi reputazionale e alla conseguente importante riduzione delle masse intermediate, il nuovo Consiglio di Amministrazione, fin dal suo insediamento, ha avviato le attività propedeutiche alla definizione di un nuovo Piano Industriale nell'ambito del quale valutare, fra le diverse opzioni, anche l'aggregazione con altre realtà bancarie. Nel mese di Febbraio 2017, il Consiglio di Amministrazione ha approvato il nuovo Piano Industriale 2017-2021, che ha quali presupposti per la ristrutturazione la fusione con il Gruppo Veneto Banca (controllato dal Fondo Atlante con una quota del 97,6%) unitamente ad un ulteriore intervento di rafforzamento patrimoniale. In tale contesto, in mancanza allo stato di una chiara espressione di volontà da parte dell'azionista di controllo di effettuare ulteriori interventi di sostegno patrimoniale, la Banca, in data 17 marzo 2017, ha comunicato alle Autorità competenti l'intenzione di accedere alla "ricapitalizzazione precauzionale" (ai sensi del D.L 237/2016 come convertito, con modifiche, in legge n. 15 il 17 febbraio 2017) e sta operando affinché tale intervento possa essere effettuato il più rapidamente possibile.
Il nuovo Piano Industriale, già all'attenzione delle Autorità di Vigilanza, si basa su tre pilastri principali: (i) riduzione del profilo di rischio, con particolare riferimento al rischio di credito e al rischio legale (principalmente connesso alla ‘litigation' con gli azionisti), (ii) recupero dell'efficienza operativa e (iii) sviluppo commerciale, da realizzarsi anche recuperando il rapporto fiduciario con i clienti/azionisti e favorendo un migliore accesso dei clienti alla Banca attraverso un potenziamento dei servizi di multicanalità.


Offerta di transazione rivolta agli azionisti BPVi

L'Offerta di Transazione, rivolta a larga parte della base sociale della Banca (circa 94.000 azionisti) e avviata lo scorso 10 gennaio 2017, si è conclusa alle ore 13.30 del 28 marzo 2017, in seguito alla proroga del termine per aderire, inizialmente fissato al 22 marzo 2017.
Sulla base dei dati preliminari esaminati dal Consiglio di Amministrazione, all'Offerta hanno aderito 66.712 azionisti (pari al 71,9% del totale), portatori del 68,7% delle azioni comprese nel perimetro dell'Offerta medesima.
Al netto delle posizioni irrintracciabili e di quelle già oggetto di specifica analisi, la percentuale degli azionisti aderenti è pari al 72,9%, corrispondenti al 70,3% delle azioni BPVi rientranti nel perimetro dell'offerta di transazione.
Il Consiglio di Amministrazione ha espresso la propria soddisfazione per i risultati dell'Offerta, risultati che - ancorché non sia stata raggiunta la soglia di adesioni dell'80% prevista nel Regolamento dell'Offerta - testimoniano la volontà del territorio e delle comunità in cui la Banca opera di accompagnarla nel processo di ristrutturazione in corso.

Il Consiglio di Amministrazione ha quindi chiesto alle strutture della Banca di completare nel minor tempo possibile i controlli necessari per disporre di un dato certo e definitivo circa il risultato dell'Offerta, così da consentire, per quanto possibile in occasione della riunione consiliare del 13 aprile p.v. di decidere in merito alla rinuncia alla condizione sospensiva rappresentata dal raggiungimento della soglia dell'80% delle adesioni e di procedere, conseguentemente, al versamento del riconoscimento economico di 9 euro per azione spettante agli azionisti che abbiano aderito all'Offerta. Tale data è comunque all'interno dei termini indicati nel regolamento dell'Offerta.

In parallelo all'Offerta di Transazione sopra descritta, la Banca ha avviato un'iniziativa anche per gli azionisti interessati dalla fattispecie del c.d. mancato rispetto dell'ordine cronologico di vendita - individuati a seguito degli accertamenti ispettivi condotti sia dalla Consob sia dalla competente struttura della Banca - ai quali viene proposto un indennizzo predeterminato e fisso per ciascuna azione BPVi oggetto dell'ordine di vendita non eseguito ma che avrebbe teoricamente potuto esserlo se la Banca, nella sua gestione, avesse rispettato l'ordine cronologico. L'indennizzo sarà riconosciuto indipendentemente dal numero degli azionisti destinatari dell'iniziativa che accetteranno questa specifica proposta; diversamente dalla più ampia Offerta di Transazione, per questa iniziativa non è prevista alcuna soglia minima di adesione e, di conseguenza, alcuna condizione sospensiva.

Infine, in data 7 marzo 2017 la Banca ha deciso di costituire un fondo per complessivi 30 milioni di euro a sostegno degli azionisti che versano in condizioni disagiate. L'iniziativa, subordinata all'efficacia dell'Offerta di Transazione, si basa sulla consapevolezza della presenza di situazioni di impoverimento e grave disagio sociale che coinvolgono alcuni azionisti risparmiatori di BPVi, oltreché sulla forte volontà di ricostruire un rapporto di fiducia tra la Banca e i suoi soci risparmiatori.

I costi connessi all'esito delle sopra citate iniziative di conciliazione con gli azionisti BPVi sono coperti da specifici accantonamenti al fondo rischi e oneri ed hanno comportato un'integrazione di quanto già stanziato a fronte di reclami e contenziosi su azioni BPVi di 180 milioni di euro.

Azione di responsabilità


Si è concluso il processo istruttorio interno relativo all'azione di responsabilità nei confronti dei ex Consiglieri, Sindaci e componenti della direzione generale. In data odierna il Consiglio di Amministrazione ha condiviso l'impostazione dell'atto di citazione che verrà depositato per la notifica nei prossimi giorni.


Principali risultati economici consolidati del 2016

L'esercizio si chiude con una perdita di 1,9 miliardi di euro quale conseguenza

(i) della ulteriore rilevante riduzione delle masse intermediate dal Gruppo principalmente derivante dagli eventi straordinari che hanno interessato il Gruppo BPVi a partire dal secondo semestre 2015 e dell'effetto reputazionale che gli stessi hanno avuto

(ii) ma soprattutto dell'evoluzione del credito deteriorato e dell'ulteriore innalzamento dei livelli di copertura, anche in seguito al recepimento delle differenze valutative emerse delle verifiche ispettive condotte dalla BCE sul rischio di credito nel corso del 2016 e ad inizio 2017,

(iii) degli impatti economico patrimoniali connessi alla decisione assunta il 4 agosto 2016 da parte di Cattolica Assicurazione di recedere dall'accordo di partnership

(iv) nonché dagli ulteriori accantonamenti a fondi rischi ed oneri principalmente riconducibili ai reclami e alla litigation sulle azioni BPVI e al costo dell'Offerta Transattiva agli azionisti.

Di seguito le dinamiche delle voci di conto economico al 31 dicembre 2016:

Il margine di interesse si attesta a 380,1 milioni di euro ed è in flessione del 24,6% rispetto al 31 dicembre 2015, principalmente a causa del maggior costo del funding connesso al diverso mix delle fonti di raccolta a cui si è fatto ricorso per sostenere il profilo di liquidità del Gruppo, che si è progressivamente deteriorato e si è reso necessario sostenere anche ricorrendo al deleveraging degli impieghi con clientela.
La voce dividendi e risultato delle partecipazioni valutate al patrimonio netto è pari a 14,0 milioni di euro in calo del 70,7% rispetto al 31 dicembre 2015. La riduzione è dovuta ad una flessione dei dividendi che beneficiavano nel 2015 di importanti apporti (21,8 milioni di euro) degli investimenti in fondi di private equity e nonché a minori risultati conseguiti dalle compagnie assicurative valutate a patrimonio netto.
Le commissioni nette, sono pari a 230,3 milioni di euro, in diminuzione del 28,6% rispetto al 31 dicembre 2015. Il calo è principalmente attribuibile alla flessione delle commissioni nette legate ai servizi di gestione ed intermediazione (-44,6%) che risentono delle minori consistenze di raccolta indiretta, nel più generale contesto di riduzione delle masse intermediate. Tale riduzione ha avuto un impatto negativo anche sullo sviluppo delle commissioni connesse alla prestazione di servizi di tipo tradizionale quali, ad esempio, la tenuta e gestione dei conti correnti, il comparto estero ed i servizi di incasso e pagamento e di ricezione e trasmissione ordini di negoziazione su strumenti finanziari.
Il risultato netto dei portafogli di proprietà è pari a 46,2 milioni di euro in calo del -71,7% rispetto al 31 dicembre 2015, per effetto di minori ricavi derivanti dall'attività di negoziazione e di minori utili dalla cessione di titoli di Stato che, nello scorso esercizio, avevano beneficiato di favorevoli finestre di mercato consentendo il realizzo di importanti plusvalenze.
Gli altri proventi netti ammontano a 49,5 milioni di euro, a fronte dei 15,3 milioni di euro del 31 dicembre 2015. Si precisa che il confronto presenta taluni limiti di comparabilità in quanto, a fine 2016, l'aggregato include per 4,2 milioni di euro anche le risultanze nette delle società HDS non presenti invece al 31 dicembre 2015. Si ricorda infine che tra gli altri oneri del 31 dicembre 2015 figuravano componenti negative una-tantum connesse ai riaccrediti che erano stati effettuati alla clientela a ristoro di commissioni e recuperi di spesa addebitati negli esercizi precedenti.
Il totale dei proventi operativi si attesta a 720,1 milioni di euro in calo del 31,6% a/a e riflette la significativa riduzione delle masse intermediate con la clientela (circa -8,8 miliardi di euro, pari a -14,2%), l'incremento del costo della raccolta e la riduzione del contributo derivante dalla cessione di titoli di stato
Gli oneri operativi ammontano complessivamente a 687,5 milioni di euro, in flessione dell'1,2% rispetto al dato del 2015. Il confronto presenta taluni limiti di comparabilità in quanto, a fine 2016, l'aggregato include per 5,8 milioni di euro anche le risultanze delle società HDS SpA non presenti invece al 31 dicembre 2015, nonché componenti non ricorrenti quali la sanzione AGCOM per 4,5 milioni e gli oneri accantonati a fronte del fondo di solidarietà per 20,4 milioni. Al netto di tali componenti gli oneri operativi evidenziano una riduzione pari al 5,6%.
Le spese per il personale sono in aumento dello 0,6% ed includono il costo (20,4 milioni di euro) riferibile all'attivazione del fondo di solidarietà del personale dipendente, al netto del quale la voce è in riduzione del 4,3%, principalmente per effetto del diminuito numero di dipendenti e della riduzione dei costi per TFR e FAP connessi all'applicazione del nuovo CCNL. Le altre spese amministrative si riducono di 8,9 milioni di euro (-3,6%). Al netto della sanzione AGCM e delle risultanze delle società HDS SpA, la riduzione della voce è pari al -7,7%. Infine, gli ammortamenti sono in flessione di 2 milioni di euro (-5,7%).
Per effetto delle dinamiche sopra descritte Il risultato della gestione operativa del Gruppo, pur in forte riduzione rispetto al 2015 (-324,3 milioni di euro) è complessivamente positivo per 32,6 milioni di euro.
Le rettifiche e gli accantonamenti ammontano a 1.719 milioni di euro e si posizionano su livelli molto elevati, ancorché complessivamente in riduzione del 26,6% rispetto al 31 dicembre 2015. In particolare:
- le rettifiche di valore su crediti, pari a 1.077,5 milioni di euro (-19,2% a/a), riflettono l'evoluzione del credito deteriorato, le ulteriori rettifiche su clienti con finanziamenti correlati al capitale nonché gli effetti delle ispezioni della BCE del 2016 e di inizio 2017.
- le rettifiche di valore su titoli AFS e partecipazioni, pari a 367 milioni di euro (+114,3% a/a), sono principalmente riconducibili al recesso dalla partnership esercitato da Cattolica Assicurazioni ed alla conseguente svalutazione della partecipazione (221,8 milioni di euro inclusivi degli effetti connessi alla riclassifica dell'interessenza tra le "attività finanziarie disponibili per la vendita") e alla valutazione negativa (80,9 milioni di euro) delle opzioni put detenute da Cattolica sul 60% delle compagni assicurative, nonché alle ulteriori svalutazioni dei fondi Lussemburghesi Optimum MSI e MSII (50,5 milioni di euro).
- gli accantonamenti netti ai fondi rischi e oneri, pari a 265,4 milioni di euro (-48,3%), sono in gran parte riconducibili a rischi per litigation su azioni BPVi (290,6 milioni di euro inclusivi della stima preliminare degli oneri a fronte dell'Offerta di Transazione formulata dalla Capogruppo ai propri Soci/Azionisti, parzialmente compensati da circa 83 milioni di euro di liberazione dei fondi stanziati lo scorso esercizio su azioni correlate a finanziamenti a fronte di stralci per accordi transattivi e/o rettifiche di valore sui finanziamenti) e, in misura minore, ad altri rischi su controversie legali (24,5 milioni di euro), a penali connesse allo scioglimento della jont venture con Cattolica Assicurazioni (6,2 milioni di euro) ed ad altri oneri (27,1 milioni di euro) per lo più riferibili a sanzioni preannunciate alla Capogruppo da parte di Autorità di Vigilanza.
Il risultato netto della cessione/valutazione di investimenti viene a determinarsi in 7,4 milioni di euro ed è riferibile per 18,4 milioni di euro all'earn-out connesso alla cessione della quota di interessenza in ICBPI avvenuta lo scorso esercizio, mentre ha inciso negativamente per 9,2 milioni di euro la svalutazione degli immobili di proprietà a seguito delle nuove perizie effettuate. Al riguardo si precisa che le risultanze del 2015 includevano invece la plusvalenza di 166,7 milioni di euro realizzata con la cessione dell'interessenza detenuta nell'Istituto Centrale delle Banche Popolari.
I contributi BRRD, FITD e schema volontario registrati nell'esercizio sono pari a 57,7 milioni di euro a fronte di 58,1 milioni di euro a fine 2015.
Le imposte sono negative per 164,5 milioni di euro (+486,3 milioni di euro al 31 dicembre 2015), principalmente per effetto dello scarico di DTA precedentemente iscritte a seguito dell'esito del nuovo "probability test" condotto a fine esercizio. Nella voce è altresì incluso il canone per le DTA ex D.L. 59/2016 (7,1 milioni di euro, assente nel 2015).


Principali aggregati patrimoniali del 2016


Al 31 dicembre 2016 il prodotto bancario del Gruppo, costituito dalla raccolta totale e dagli impieghi per cassa con clientela, ammonta 52.886 milioni di euro, in flessione del 14,2% rispetto ai 61.671 milioni di euro del 31 dicembre 2015.
L'aggregato in esame ha risentito degli impatti reputazionali connessi alla situazione specifica del Gruppo, che ha comportato una significativa diminuzione dei volumi intermediati.

La raccolta diretta, pari a 18.794 milioni di euro, segna una riduzione del 14,4% rispetto alle consistenze del 31 dicembre 2015. Il calo si è concentrato sulla componente commerciale (privati e imprese), che è quella che più ha risentito dei citati impatti reputazionali.

Con riferimento alla situazione di liquidità, in considerazione dell'impossibilità di ricorrere a forme di funding a medio-lungo termine di tipo senior unsecured sui mercati, a causa della difficile situazione specifica della banca, il deflusso dei fondi è stato fronteggiato tramite il ricorso al rifinanziamento presso la BCE e attraverso operazioni di funding collateralizzato con controparti istituzionali. L'esposizione in BCE al 31 dicembre 2016 è pari a 6,4 miliardi euro di cui 4,7 miliardi di euro costituiti da fondi TLTRO 2.
In seguito all'approvazione del D.L. n. 237/2016 (in data 23 dicembre 2016) recante disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio, che ha concesso la possibilità agli Istituti bancari (nel rispetto di determinate condizioni) di potersi avvalere della garanzia statale sulle proprie passività di nuova emissione, il profilo di liquidità ha potuto beneficiare dell'emissione (effettuata il 3 febbraio 2017) di un'obbligazione garantita dallo Stato per un importo di 3 miliardi di euro, con scadenza 03/02/2020. Quest'ultima infatti è stata in parte collocata sul mercato (1,25 miliardi) e in parte utilizzata come collaterale per operazioni di finanziamento (1,75 miliardi). I fondi rivenienti da tali operazioni hanno contributo a diversificare le fonti di funding del Gruppo.

La sopra citata emissione garantita dallo Stato ha consentito di migliorare i principali indicatori di liquidità, tra cui l'indicatore LCR-Liquidity Coverage Ratio che al 31 dicembre 2016 era pari al 37,9% in calo rispetto al 113,3% del 30 giugno 2016. Per effetto della citata emissione obbligazionaria garantita dallo Stato, infatti, l'indicatore LCR si è posizionato al di sopra del minimo regolamentare per il 2017 (pari al 90% cosi come previsto nella decisione SREP 2016). Si precisa peraltro che nel mese di Marzo 2017 la situazione dell'indicatore è peggiorata quale conseguenza della significativa uscita di raccolta commerciale a seguito dei timori di bail-in connessi alle incertezze sul processo di ricapitalizzazione. In tale contesto, in data 23 marzo 2017, il Consiglio di Amministrazione ha deciso di procedere con la richiesta a Banca d'Italia e al M.E.F. di un'ulteriore emissione di titoli con Garanzia dello Stato ex-DL. 237/2016 fino ad un massimo di 2,2 miliardi di euro della durata di 3 anni.

La raccolta indiretta (escluse le azioni BPVi) ammonta a 11.533 milioni di euro evidenziando una riduzione del -20,7% rispetto al dato di fine 2015 per effetto del calo sia della raccolta amministrata (-22,4%) che di quella del risparmio gestito e previdenziale (-18,9%).

I crediti netti verso clientela si attestano a 22.559 milioni di euro ed evidenziano una flessione del 10,4% rispetto ai 25.178 milioni di euro di fine 2015. L'andamento dell'aggregato riflette principalmente il deleveraging operato a sostegno del profilo di liquidità del Gruppo, nonché l'aumentata copertura media del portafoglio crediti deteriorati.

I crediti deteriorati lordi verso clientela si attestano a 9.799,6 milioni di euro ed evidenziano un incremento di 837,0 milioni di euro (+9,3%) rispetto al 31 dicembre 2015. Nel dettaglio, le sofferenze sono pari a 5.116,2 milioni di euro (+17,1% a/a), le inadempienze probabili sono pari a 4.603,2 milioni di euro (+3,7% a/a), mentre le esposizioni scadute e/o sconfinanti sono pari a 80,2 milioni di euro (-48,0%).
L'incremento dei crediti deteriorati lordi registrato nel 2016 è riferibile per il 50,5% alle esposizioni vantate verso clientela con capitale finanziato che, sulle base delle analisi svolte internamente, risultavano non avere più sufficienti flussi di cassa per un rimborso integrale dell'esposizione. Le esposizioni deteriorate lorde della specie, ammontano al 31 dicembre a 1.305,1 milioni di euro a fronte degli 882,4 milioni di euro del 31 dicembre 2015.

Si precisa, inoltre, che le dinamiche intervenute nel 2016 recepiscono anche le riclassificazioni e le rettifiche comunicate dal team BCE nell'ambito della verifica ispettiva on-site relativa a "Credit and counterparty risk management and risk control system" avviata sul Gruppo nel mese di giugno e chiusasi all'inizio di settembre. Nel mese di marzo l'Organo di Vigilanza ha trasmesso una comunicazione in "draft", nella quale elenca in dettaglio i risultati dell'ispezione e richiede alla Banca di porre in essere, entro una specifica tempistica (fra giugno e settembre 2017), le azioni necessarie per rimuovere le carenze rilevate. Alla luce delle raccomandazioni della BCE comunicate in draft il 13 marzo 2017, la Banca dovrà rivedere in ottica maggiormente conservativa le policy, i processi e le procedure associate al rischio di credito e controparte, la cui applicazione all'intero portafoglio creditizio determinerà presumibilmente ulteriori impatti negativi, allo stato attuale non quantificabili ma potenzialmente significativi, sulla situazione patrimoniale ed economica del Gruppo BPVi, già entro il 2017.

Inoltre, BPVi è stata oggetto di un'ulteriore verifica ispettiva on-site limitata al perimetro dei cd. finanziamenti "correlati" all'acquisto/sottoscrizione di azioni BPVi. La verifica ha avuto inizio nei primi giorni di febbraio 2017 e si è conclusa il 10 marzo scorso. Alla data delle presente Relazione non si è ancora tenuto il consueto pre-closing meeting con la formale comunicazione dei risultati della verifica al management. Sulla base degli esiti preliminari della verifica, si è già provveduto a recepire nel Bilancio 2016 i maggiori accantonamenti e le riclassifiche da bonis a deteriorati proposte dal team ispettivo e condivise dalla Banca. Inoltre, sono state avviate analisi sulle importanti riclassifiche a sofferenza proposte dal team ispettivo e i cui maggiori accantonamenti sono già stati recepiti. Tali riclassifiche saranno eventualmente effettuate, una volta concluse le analisi, già nel primo semestre 2017.

I crediti deteriorati netti verso clientela si attestano a 5.160,3 milioni di euro ed evidenziano una diminuzione di 159,9 milioni di euro (-3,0%) rispetto al 31 dicembre 2015. Nel dettaglio, le sofferenze sono pari a 2.022,6 milioni di euro (+7,1% a/a), le inadempienze probabili sono pari a 3.070,5 milioni di euro (-6,8% a/a) e le esposizioni scadute e/o sconfinanti sono pari a 67,2 milioni di euro (-50,4%).

L'indice di copertura dei crediti deteriorati, includendo le cancellazioni parziali su crediti in procedura concorsuale (c.d. "stralci"), è pari al 48,54% (+6,13 p.p. rispetto al 42,41% di fine 2015), in particolare la copertura delle sofferenze sale al 62,16% (+2,84 p.p. rispetto al 59,32% di fine 2015).

Il patrimonio netto del Gruppo si attesta a 2.148,7 milioni di euro, evidenziando un decremento di 385,4 milioni di euro rispetto al dato di fine 2015 (-15,2%).


Coefficienti di Vigilanza

I Fondi propri al 31 dicembre 2016 ammontano a 1.906,5 milioni di euro a fronte dei 2.022,5 milioni di euro del 31 dicembre 2015. La riduzione intervenuta è principalmente riferibile alla perdita d'esercizio, solo in parte relativa ad elementi oggetto di deduzione dai Fondi Propri, nonché al computo delle riserve da valutazione negative riferibili ad esposizione verso Amministrazioni Centrali di Paesi dell'Unione Europea e ai rimborsi e all'ammortamento previsto dalla normativa prudenziale che hanno interessato i prestiti obbligazionari subordinati. Si precisa altresì che, nonostante gli elementi di incertezza sussistenti in ordine alla legittimità della decisione di Cattolica Assicurazioni ad esercitare il diritto di recesso unilaterale della partnership in essere con la Banca e, conseguentemente, della stessa validità del diritto di Cattolica a vendere le partecipazioni del 60% detenute nel capitale di Berica Vita, Cattolica Life e ABC Assicura, è stato dedotto dai Fondi Propri al 31 dicembre 2016 l'intero prezzo di esercizio del potenziale diritto di Cattolica a vendere le partecipazioni nelle suddette compagnie assicurative (178,5 milioni di euro), tenendo conto delle disposizioni, ivi incluse quelle transitorie, contenute nel Regolamento (UE) n. 575/2013.
Si ricorda infine che ai Fondi propri del Gruppo BPVi è applicato un "filtro prudenziale" (255,3 milioni di euro al 31 dicembre 2016, 320,8 milioni di euro a fine 2015) al fine di neutralizzare il capitale a fronte del quale è stata evidenziata sussistere una "correlazione" tra acquisti/sottoscrizioni di azioni BPVi e finanziamenti erogati a taluni Soci/Azionisti ovvero in relazione al quale sono stati rilevati altri elementi che ne impongono la detrazione dagli strumenti del capitale primario di classe 1 ai sensi dell'art. 36 del Regolamento (UE) n. 575/2013 e non già "neutralizzato" attraverso accantonamenti o rettifiche di valore rilevate a conto economico.
Il Common Equity Tier 1 Ratio e il Tier 1 Ratio si attestano entrambi al 7,47% (6,65% al 31 dicembre 2015), mentre il Total Capital Ratio risulta pari all'8,88% (8,13% al 31 dicembre 2015).
I ratios consolidati pro-forma al 31 dicembre 2016, determinati includendo la seconda tranche del versamento in conto futuro aumento di capitale effettuato in data 5 gennaio 2017 dal Fondo Atlante, pari a euro 146,3 milioni, si attestano all'8,21% per quanto attiene al CET1 ratio e al Tier 1 ratio e al 9,61% per quanto attiene al Total capital ratio.

Il Gruppo BPVI pur rispettando i requisiti minimi regolamentari previsti dall'art. 92 del Regolamento UE n. 575/2013, presenta un CET 1 ratio inferiore al target SREP fissato al 10,25% per il 31 dicembre 2016.
Si precisa infine che, in seguito alla nuova SREP decision comunicata il 16 dicembre 2016, i requisiti patrimoniali su base consolidata da rispettarsi a partire dal 31 marzo 2017 sono i seguenti:

8,75% CET1 ratio transitional
10,25% Tier 1 ratio transitional
12,25% Total Capital ratio transitional

Poiché la Banca non ha al momento strumenti di tipo Additional Tier 1, il requisito minimo da rispettare in termini di CET1 ratio è di fatto pari al 10,25%.
I requisiti patrimoniali sopraindicati includono un requisito aggiuntivo (Pillar 2 Requirement) del 3,00% e un requisito combinato di riserva del capitale (Capital Conservation Buffer) dell'1,25%, entrambi da detenere interamente in termini di CET1 ratio.







Evoluzione prevedibile della gestione
Fatti salvi gli elementi esogeni e le incertezze legate allo scenario macro economico e finanziario del 2017, le prospettive del Gruppo BPVi saranno influenzate dalla difficile situazione specifica a livello economico patrimoniale e dalle azioni che verranno intraprese nell'ambito del processo di ristrutturazione avviato. Quest'ultimo prevede la fusione con il Gruppo Veneto Banca unitamente ad un rafforzamento patrimoniale, così come previsto dal Piano Industriale 2017-2021, sottoposto ai rispettivi Consigli di Amministrazione nel mese di febbraio 2017. L'operazione di fusione è subordinata alle autorizzazioni delle Autorità di Vigilanza oltre che all'applicazione della vigente normativa in materia: l'avviato processo autorizzativo presenta non trascurabili elementi di incertezza.
L'andamento della gestione nei mesi antecedenti il completamento della fusione risentirà dei vincoli derivanti dalla forte riduzione dei coefficienti patrimoniali determinatasi in seguito alla perdita dell'esercizio 2016. La posizione di liquidità, pur rafforzata dall'emissione di obbligazioni garantite dallo Stato, resta influenzata dal periodo di incertezza e può evidenziare un'elevata volatilità delle masse con particolare riferimento a quelle relative alla clientela corporate di elevato importo unitario. Si precisa infatti che nel corso del mese di marzo 2017 vi è stato un significativo deterioramento della situazione di liquidità. In tale contesto, in data 23 marzo 2017, il Consiglio di Amministrazione ha deciso di procedere con la richiesta a Banca d'Italia e al M.E.F. di un'ulteriore emissione di titoli con Garanzia dello Stato ex-DL. 237/2016 fino ad un massimo di 2,2 miliardi di euro della durata di 3 anni.
Il costo del credito è previsto attestarsi ancora su livelli sostenuti, in relazione sia alla prevista revisione in ottica maggiormente conservativa delle policy di provisioning adottate dalla Banca anche in seguito al recepimento delle indicazioni risultanti dalla visita ispettiva dalla BCE sui rischi di credito e di controparte, sia agli impatti derivanti dalla prevista cessione del portafoglio di sofferenze, conseguente all'operazione di fusione, da realizzarsi tramite un'operazione di cartolarizzazione pubblica, il cui processo è già stato avviato.
La realizzazione nel corso dell'anno dei necessari interventi di rafforzamento patrimoniale rappresenta un presupposto per la continuità aziendale e per il positivo completamento dell'operazione di fusione, che si ritiene possa consentire un'accelerazione del processo di ripresa dell'attività commerciale e porre le basi per significative sinergie sul fronte dei costi.
Con specifico riferimento alle azioni di rafforzamento patrimoniale la Banca, nell'ambito delle modalità di reperimento dei capitali necessari ad implementare la citata ricapitalizzazione e in mancanza, allo stato, di una chiara espressione di volontà da parte dell'azionista di controllo di effettuare ulteriori interventi di sostegno patrimoniale, ha comunicato al MEF, Banca d'Italia e BCE l'intenzione di accedere al sostegno finanziario straordinario e temporaneo da parte dello Stato italiano ("ricapitalizzazione precauzionale"), ai sensi del D.L 237/2016 come convertito, con modifiche, in legge n. 15 il 17 febbraio 2017. Tale intervento viene considerato come la più realistica opzione di ricapitalizzazione in quanto operazioni di mercato sembrano difficilmente percorribili; al tempo stesso la realizzazione di un esercizio di Liability Management (es. conversione volontaria di obbligazioni subordinate in capitale) appare particolarmente complessa e di incerta esecuzione. Tuttavia, occorre evidenziare che anche la ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato è un processo articolato e complesso, che richiede la preventiva decisione della Direzione Generale della Concorrenza (DG Comp) della Commissione Europea sulla compatibilità dell'intervento con la normativa in materia di aiuti di Stato i cui esiti sono allo stato incerti.

Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari, dott. Massimiliano Pellegrini, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.

Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari
F.to Massimiliano Pellegrini


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