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Il mondo del lavoro in Italia e in Veneto: una riflessione sui dati negativi pubblicati nel rapporto INPS "osservatorio sul precariato"

Di Giorgio Langella Venerdi 18 Novembre 2016 alle 23:27 | 0 commenti

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I dati diffusi dall'INPS e relativi al periodo gennaio-settembre dell'anno in corso fotografano, per l'ennesima volta, il drastico calo delle assunzioni a tempo indeterminato, l'aumento dei licenziamenti e dei voucher. La tendenza evidenziata è la preoccupante precarizzazione del lavoro. Questi risultati sono frutto di una politica dissennata che lascia volutamente ai margini del sistema produttivo lo Stato e favorisce a dismisura il settore privato. Una politica che si fonda sulle decontribuzioni ma non incide minimamente sulla necessità di fermare il declino industriale che il nostro paese sta inseguendo da tempo. Lo Stato viene considerato una entità che elargisce finanziamenti e benefici ai privati abdicando al ruolo costituzionale di garante del diritto a un lavoro sicuro e giustamente retribuito.

I dati INPS dimostrano inequivocabilmente il fallimento delle “riforme” dei governi iperliberisti (e, proprio per questo, reazionari) che si sono succeduti nel nostro paese om questi ultimi anni, da Berlusconi a Renzi. Riforme che hanno favorito la crescita di un lavoro sempre più precario e incerto con un conseguente aumento della povertà.

Le decontribuzioni hanno portato solo a un aumento “fasullo” di occupazione, frutto di regali alle imprese e non di una politica industriale che consideri prioritari i bisogni di chi vive del proprio lavoro rispetto al profitto d'impresa. La cancellazione dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che favorisce il licenziamento senza possibilità, di fatto, di reintegro e l'avvento del contratto “a tutele crescenti” hanno determinato lo stato di estrema precarietà oggi caratteristico del mondo del lavoro. Insistere nelle decontribuzioni, come ha annunciato in questi giorni Renzi per il sud del nostro paese, ha solo un significato propagandistico in vista del prossimo referendum costituzionale. Consente di spostare in avanti di qualche mese il problema occupazionale e di far credere che esista una imminente “crescita” per raccattare qualche voto.

 

Rapporti di lavoro a tempo indeterminato

ITALIA

Cessazioni

Nuove assunzioni (A)

Trasferimenti da contratti a termine (B)

Trasferimenti da apprendistato (C)

A+B+C

2014

1.202.815

990.376

265.056

51.952

1.307.384

2015

1.256.048

1.368.405

344.051

63.282

1.775.738

2016

1.165.879

925.825

225.608

61.901

1.213.334

2016-2015

-90.169

-442.580

-118.443

-1.381

-562.404

2016-2014

-36.936

-64.551

-39.448

9.949

-94.050

2016-2015 %

-7,18

-32,34

-34,43

-2,18

-31,67

2016-2014 %

-3,07

-6,52

-14,88

19,15

-7,19

 

VENETO

Cessazioni

Nuove assunzioni (A)

Trasferimenti da contratti a termine (B)

Trasferimenti da apprendistato (C)

A+B+C

2014

98.910

65.484

27.839

7.061

100.384

2015

105.150

98.778

34.960

9.065

142.803

2016

98.589

65.536

23.470

8.289

97.295

2016-2015

-6.561

-33.242

-11.490

-776

-45.508

2016-2014

-321

52

-4.369

1.228

-3.089

2016-2015 %

-6,24

-33,65

-32,87

-8,56

-31,87

2016-2014 %

-0,32

0,08

-15,69

17,39

-3,08

 

Assunzioni a tempo indeterminato (tipologia)

ITALIA

Full time

Part-time orizzontale

Part-time verticale

Part-time misto

2014

572.641

373.132

18.015

26.588

2015

810.350

501.918

21.114

35.023

2016

531.664

355.621

14.154

24.386

2016-2015

-278.686

-146.297

-6.960

-10.637

2016-2014

-40.977

-17.511

-3.861

-2.202

2016-2015 %

-34,39

-29,15

-32,96

-30,37

2016-2014 %

-7,16

-4,69

-21,43

-8,28

 

Licenziamenti

ITALIA

Causa oggettiva, licenziamento collettivo o altro

Giusta causa o motivo soggettivo

Esodo incentivato

Totale

2014

352.325

40.586

59.806

452.717

2015

334.069

41.783

55.042

430.894

2016

353.902

53.636

41.006

448.544

2016-2015

19.833

11.853

-14.036

17.650

2016-2014

1.577

13.050

-18.800

-4.173

2016-2015 %

5,94

28,37

-25,50

4,10

2016-2014 %

0,45

32,15

-31,43

-0,92

 

Voucher

 

Italia

Veneto

2014

48.064.395

6.764.073

2015

81.369.566

10.690.795

2016

109.553.754

13.876.670

2016-2015

28.184.188

3.185.875

2016-2014

61.489.359

7.112.597

2016-2015 %

34,64

29,80

2016-2014 %

127,93

105,15

 

In queste tabelle ci sono alcune cose che meritano di essere evidenziate. Innanzitutto le assunzioni a tempo indeterminato sono quelle con contratto “a tutele crescenti” che, con l'abolizione dell'articolo 18, non garantiscono affatto un posto di lavoro stabile nel tempo. Sono, infatti, posti di lavoro che possono essere cancellati in qualsiasi momento, senza possibilità di reintegro.

 

Il totale dei “nuovi” contratti a tempo indeterminato (compresi le nuove assunzioni e i trasferimenti da contratti a termi e da apprendistato) in tutto il territorio nazionale diminuisce del 31,67% rispetto al 2015 (anno nel quale c'era la “piena decontribuzione”) e, cosa più emblematica, del 7,19% rispetto al 2014. In Veneto il calo è comparabile rispetto al 2015 (31,87%) e comunque del 3,08% rispetto al 2014. Un altro dato da tenere in considerazione è che il calo maggiore si ha nelle assunzioni “full time” rispetto al part-time. Le cessazioni sono in lieve calo, comunque non tale da compensare la diminuzione delle assunzioni. La libertà di licenziare concessa alle imprese viene evidenziata dall'aumento delle cessazioni per “giusta causa o motivo soggettivo” che risulta essere del 28,37% rispetto al 2015 e del 32,15% rispetto al 2014.

 

Al di là delle promesse e degli annunci governativi improntati a un colpevole ottimismo, quella evidenziata nelle statistiche INPS è la drammatica realtà del nostro paese. Un paese sempre più precario, senza prospettive reali se non quelle di un progressivo impoverimento di chi vive (o vorrebbe vivere) del proprio lavoro. Uno Stato diretto da politicanti incompetenti o in malafede che stanno regalando risorse e beni collettivi alle imprese private. A quella vera e propria casta che è responsabile della situazione drammatica che stiamo vivendo.

Leggi tutti gli articoli su: Inps, Osservatorio sul Precariato

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