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Istat: aumenti delle retribuzioni ai minimi dall'82, 8,3 milioni di dipendenti aspettano il rinnovo dei contratti collettivi. Boccia: economia ripartita ma non in ripresa. L'industria del futuro richiede di crescere nelle dimensioni

Di Ansa Giovedi 26 Maggio 2016 alle 12:38 | 0 commenti

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Istat, aumenti retribuzioni minimi da 82. Crescita sull'anno si ferma allo 0,6% ad aprile
Le retribuzioni contrattuali orarie sono ferme ad aprile 2016 rispetto a marzo e crescono dello 0,6% rispetto ad aprile 2015. Si tratta dell'aumento tendenziale più basso registrato dall'Istat in 34 anni di serie storiche, iniziate nel 1982. Il valore minimo precedente era stato toccato a gennaio (+0,7%). Aumenta l'attesa media per il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro e raggiunge il periodo più lungo rilevato dall'Istat dall'inizio di queste serie storiche, nel 2005.

Calcolata sull'insieme dei dipendenti, l'attesa ad aprile supera i due anni (24,3 mesi) in crescita dai 20,5 mesi del 2015. Nel solo settore privato il dato cala a 9,1 mesi, mentre il pubblico impiego sconta il blocco della contrattazione. I dipendenti in attesa di rinnovo nell'insieme dell'economia sono il 64,1%, in aumento rispetto al mese precedente (59,2%). Complessivamente i contratti scaduti sono 52 (di cui 15 appartenenti alla P.a.) relativi a circa 8,3 milioni di dipendenti (di cui 2,9 milioni nel pubblico impiego).
Boccia, non gioco a ribasso su contratti. Scambio salario-produttività, aspettare rinnovi poi confronto

"Con i profitti al minimo storico, lo scambio salario-produttività è l'unico praticabile" e "crediamo che la contrattazione aziendale sia la sede dove realizzarlo": così il neo presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che rivolgendosi ai sindacati aggiunge: "Non vogliamo giocare al ribasso".
Boccia, economia ripartita ma no ripresa. Ferite crisi molto profonde  
"La nostra economia è senza dubbio ripartita. Ma non è in ripresa", avverte il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, alla sua prima assemblea. "E' una risalita modesta, deludente, che non ci porterà in tempo brevi ai livelli pre-recessione. Le conseguenze della doppia caduta della domanda e delle attività produttive sono ancora molto profonde". 
Boccia, crescere sia ossessione. Piccolo non è bello in sè, ma è solo una fase dell'impresa
''L'industria del futuro richiede dimensioni adeguate''. ''Crescere deve diventare la nostra ossessione''. ''Piccolo non è bello in se, ma è solo una fase della vita dell'impresa, si nasce piccoli e poi si diventa grandi''. Sono alcuni passaggi dell'intervento del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, con un passato leader dei ''piccoli''. ''Prima di chiedere agli altri, dobbiamo iniziare ad indicare ciò che spetta a noi'' e, in particolare, ''innovare i modelli di governance e di finanziamento'', diventando ''meno bancocentrici''. 

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