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La nave di Zonin è affondata, si salvi chi può! Diffidare dall'uso di ex compagni di crociere

Di Italo Francesco Baldo Sabato 7 Maggio 2016 alle 09:05 | 0 commenti

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A Vicenza, la caduta del "Presidente" Zonin sta suscitando, come si prevedeva, una crescente ondata di indignazione e articoli contro chi fu potente. Tutto ciò ricorda la caduta di altri potenti, che avevano fatto favori a tanti, ma appena caduti si trovarono di fronte un esercito che rinnegava in tutti i modi possibili la vicinanza, la comunanza di merende e quant'altro con il caduto. Nessuno, dico nessuno che, amico di un tempo, abbia avuto almeno la buona maniera di dichiarargli almeno la sua solidarietà, cosa che oggi si usa come il pane per qualsiasi situazione, anche la più grave. Anche gli amici sbagliano e proprio gli amici dovrebbero essere quelli che ti consolano, ti aiutano con la loro vicinanza e non ti lasciano solo. Sta pure iniziando il fuggi fuggi con prese di posizioni ad arte per confondere e magari far intendere che nulla avevano a spartire con il potente caduto.

Si sa, la vita va avanti, soprattutto quella dei politicanti che debbono sempre riciclarsi e, perduto uno sponsor, debbono individuarne un altro, magari operando in modo che s'intenda che loro con il potente decaduto poco o nulla avevano a che fare. Come agire? La retorica insegna, in questi casi, che spendere "belle parole" a favore di colui che il potente decaduto detesta, è il miglior modo di rifarsi una verginità di fronte al popolo e così tentare di farsi mentore dei deboli. Un artificio presto svelato. Il potente è ormai caduto, non occorre nemmeno infierire, ci penserà la magistratura se chiamata in causa, ma il potente è ormai finito e non può più ritornare in sella.

Proprio per questo, certi della fine e magari dell'esilio in altre terre, nessuno dirà di essere stato "amico di Gianni" di aver fatto affari con Gianni, di aver condiviso il suo pane e vino, di aver ricevuto favori, denari ecc.

Tutti, secondo una prassi ben nota nelle sacrestie, a parlarne male e dire contro, a far intendere che loro non erano amici di Gianni, intrattenendo solo rapporti istituzionali. In verità coloro che condivisero con il potente decaduto molto non possono essere facilmente creduti nelle loro prese di posizione contro il potente medesimo: di costoro bisogna proferire una sola espressione: diffidare dall'uso!

Leggi tutti gli articoli su: Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin

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