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leg dice «sì» alla Borsa, CorVeneto: dopo richieste di Rucco per Cagnoni «cancellati i dubbi di Vicenza»

Di Rassegna Stampa Sabato 4 Agosto 2018 alle 12:49 | 0 commenti

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«Sarà una bella avventura, ora l'unico grande tema è quello di dare sviluppo e riuscire a implementare tutti i programmi che abbiamo immaginato, anche per Vicenza». Il presidente di leg (Italian exhibition group) Lorenzo Cagnoni (nella foto di archivio con l'Ad Ugo Ravanelli, delegato alla Borsa) lancia un sospiro. Il suo non è un gesto di preoccupazione ma, anzi, di soddisfazione. E il motivo è preciso: pochi minuti prima l'assemblea dei soci della società fieristica con la testa a Rimini ma con un pezzo di cuore a Vicenza - ha dato il via libera al progetto per la quotazione in Borsa italiana, licenziando al contempo anche alcune modifiche allo statuto e un nuovo patto parasociale (in base alle richieste del neo sindaco Francesco Rucco, ndr).

«Tutti gli impegni che ci eravamo presi sono stati rispettati - precisa Cagnoni - e tutti i dubbi che esistevano fra gli azionisti riminesi e vicentini sono stati brillantemente fugati, tutte le garanzie chieste sono state concesse. Oggi c'è una situazione di completa serenità nei rapporti». L'assise di ieri, infatti, era un appuntamento cruciale per la società, nata due anni fa dalla fusione fra Riminifiera e Fiera di Vicenza, che detengono rispettivamente l'81 e il 19 per cento di leg. In virtù di questi rapporti di forza, fin da quando si è parlato dello scenario della quotazione in Borsa italiana circa un anno fa - gli azionisti vicentini hanno chiesto garanzie e accordi, mossi per lo più da un'esigenza: salvaguardare il ruolo di Fiera di Vicenza e soprattutto il mantenimento nel capoluogo berico dell'evento fieristico principale, ovvero la fiera dell'oro. Da qui sono nati incontri, precisazioni, richieste di modifica allo statuto e al patto parasociale, terminati con il sigillo apposto ieri dal voto (quasi) unanime dell'assemblea dei soci di leg: «Un solo azionista con una percentuale bassissima della società ha votato in modo diverso - precisa Cagnoni - mentre per il resto c'è stata una sostanziale unanimità, con partecipazione totale dunque al progetto di quotazione, alle modifiche allo statuto e al patto parasociale». Ed è proprio a quest'ultimo documento, nello specifico, che Vicenza puntava in particolar modo perché è grazie al nuovo patto - che entrerà in vigore solo a quotazione avvenuta e durerà tre anni che si garantisce la presenza di rappresentante vicentino nel futuro consiglio di amministrazione di leg con una quota non inferiore al 4 per cento: «La presenza non solo è garantita - spiega Cagnoni - ma quella stessa presenza sarà indispensabile per eventuali proposte importanti che dovranno essere avanzate con voto unanime da parte dello stesso Cda». Insomma, un eventuale trasferimento di fiera dell'oro - o di qualsiasi altra manifestazione fieristica di rilievo - dovrà ottenere il voto favorevole anche degli stessi esponenti vicentini.

Ora, dunque, lo sguardo è rivolto al futuro: «L'unico grande tema - commenta il presidente - è riuscire a implementare i grandi programmi che abbiamo immaginato, anche a Vicenza, con il tema dell'oro e le sue potenzialità, nelle quali riponiamo grande fiducia».

Secondo il cronoprogramma della società la quotazione in Borsa italiana dovrebbe avvenire «nella seconda metà di novembre» attraverso l'aumento di capitale della società e la contemporanea vendita di una parte delle azioni: «Solo un terzo delle quote sarà in vendita - osserva Cagnoni mentre i due terzi rimarranno in grembo alla società per assicurare i programmi di sviluppo e crescita».

di Gian Maria Collicelli, da Il Corriere del Veneto


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