Quotidiano | Categorie: Economia&Aziende

L'ennesimo lettore azionista scrive a [email protected]: le ragioni di un socio BPVi fatto diventare "cattivo pagatore"

Di Risposte agli azionisti Sabato 29 Ottobre 2016 alle 21:56 | 0 commenti

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Continuiamo ad occuparci, assicurando l'anonimato se non richiesto diversamente in maniera esplicita, delle richieste di consigli che arrivano al nostro indirizzo mail specifico [email protected] (tel. 0444-1429915, redazione a Vicenza in viale Milano 31) riservato ai soci traditi dalla BPVi che volessero una prima risposta ai loro problemi per i quali cerchiamo di indicare strade da percorrere con l'aiuto di studi legali e associazioni di azionisti. Oggi esaminaimo il caso di un lettore/socio "costretto" a divenatre cattivo pagatore per l'incrocio malefico tra azioni che non ha potuto vendere per soddisfare le sue necessità e prestito che ha dovuto, prima, accettare e, poi, subire nelle sue conseguenze a valore dei titoli azzerati.

Egr. Direttore, le riassumo di seguito la mia vicenda personale iniziando dall'informazione che sono socio Banca Popolare di Vicenza dal 2002.

A settembre 2014 metto in vendita il 30% delle azioni avvisando la filiale che mi sarebbero serviti per lavori di ristrutturazione da iniziare a febbraio 2015 (è vero che a quella data si sapeva già che non si potevano più vendere?), a dicembre 2015 chiamo in banca per avere notizie sulla vendita e mi viene detto che non si conoscevano ancora le tempistiche esatte. Ricordo al funzionario che a febbraio partono i lavori. E poi...

- fine gennaio richiamo in banca e ancora nessuna notizia al che preoccupato chiedo appuntamento al direttore

- mi incontro con il direttore il quale mi spiega che la BCE aveva bloccato i fondi di riacquisto azioni e che la cosa era indipendente dalla volontà della banca e che conseguentemente i tempi per la vendita non erano definibili...

- spiego al direttore che stavo iniziando i lavori di ristrutturazione e che tale ritardo mi metteva in forte difficoltà.
- il direttore mi dice di non preoccuparmi in quanto, in attesa che la situazione venisse risolta, la banca mi avrebbe concesso un fido a tasso 1% con scadenza a revoca (già il fatto di dover pagare degli interessi su dei soldi miei mi ha fatto andare su tutte le furie ma sono stato costretto ad accettarlo)
- il fido mi viene concesso e provvedo successivamente a pagare i fornitori
- ritengo che a febbraio 2015 il direttore fosse già a conoscenza della situazione della banca e del fatto che mi stavo indebitando senza sapere che non sarei riuscito mai più a vendere quelle azioni e se non altro a quel prezzo.
- ad aprile 2015 le azioni vengono svalutate del 23% fino ad arrivare nel tempo all'azzeramento
- il fido viene mantenuto fino a febbraio 2016 con il tasso 1% concordato.
- da marzo 2016 mi viene applicato un tasso del 14.9% che ho immediatente contestato avendo un contratto che parlava di tasso 1% con scadenza a revoca (comunicazioni di revoca mai ricevute)
- a seguito nuovo incontro con il direttore a giugno 2016 mi viene detto che si è trattato di un errore, mi vengono fatte le dovute scuse ma mi viene detto che i nuovi tassi sarebbero stati del 2,5% fino ad aprile 2016 e del 3% da maggio 2016 in quanto le condizioni inizialmente concesse non erano più attuabili ma che l'accredito a causa di nuove normative sarebbe stato fatto a dicembre 2016-

- ho contestato le condizioni ribadendo che il tasso concordato era dell'1% e che le condizioni di un contratto non possono essere modificate unilateralmentee inviando e-mail anche all'ufficio reclami tra l'altro su suggerimento del direttore che mi comunicava che lui aveva fatto tutto ciò che era in suo potere.
- in attesa di definizione ho tenuto sospeso il pagamento degli interessi che ammontava a circa 1200 euro contro i circa 250 euro dovuti.
- a settembre 2016 ricevo una lettera semplice (non raccomandata) dalla banca datata 30 luglio ma ricevuta solo verso metà settembre dove sarei stato segnalato alla centrale rischi per per aver ritardato il pagamento degli interessi oltre i 180 giorni.
- ho provveduto a fine settembre a bonificare l'importo non dovuto in sofferenza dopo aver avuto assicurazione dal direttore della cifra esatta che mi verrà accreditata a marzo 2017.
- attualmente risulto segnalato alla centrale rischi.

Credo che non ci siano parole per definire il comportamento di questa banca che oltre ad avermi creato un danno economico enorme ha rovinato la mia reputazione. La nuova dirigenza si giustifica che gli errori del passato non sono imputabili a loro ma con gli errori del presente come la mettiamo?

Egr. Direttore se lei intende dare rilievo a questa vicenda vergognosa le chiedo di farlo in forma anonima e qualsiasi consiglio da parte vs. è ben accetto.

La saluto e La ringrazio.

Lettera firmata

 

Fatto ed ecco il consiglio verificato con esperti delle associazioni, in questo caso con Codacons Veneto,  e con dei legali, a cui le consigliamo, comunque, di rivolgersi per decidre cosa fare.Quanto denuncia va affrontato sotto tre profili:

Quanto denuncia va affrontato sotto tre profili: 

a) in quale misura fa capo alla Banca la responsabilità di informare il risparmiatore che "l'azione" della banca aveva perso i requisiti di investimento "sicuro", mutualistico e di liquidabilità che erano state le condizioni per l'acquisto anche nel 2002 E a questo proposito servirebbe conoscere il contesto delle relazioni con la banca, portafoglio, attività...età...

b) lo scavalcamento che ha subito, vale a dire: ad altri (amici dei piani alti) le azioni sono state liquidate sino al giungo 2015, scavalcando appunto la data di presentazione della domanda di vendita di tanti azionisti in buona fede
c) l'incredibile vicenda di come hanno giocato con gli interessi al punto da farla finire nell'elenco dei "cattivi pagatori". Sono convinto, per i dettagli forniti, che ci sia una grave responsabilità della banca e spazio per un'adeguata azione risarcitoria.

Non conoscendo l'entità degli importi in gioco, elemento importante per la strategia, suggerisco di valutare un incontro con un'associazione di tutela dei consumatori che rappresenti la sua vicenda a prescindere dalla valanga dei ricorsi per una conciliazione sub c)

E se non possibile sarei determinato per il risarcimento dei danni perché è gravissimo il comportamento della banca mentre per a) e b) invierei una lettera di diffida ed aspetterei tempi migliori cioè a dopo le prime sentenze.

 


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