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Il presidente di Confindustria Vicenza Luciano Vescovi ha lasciato Banca Nuova. Ma c'è una "sua" consigliera nel cda di Veneto Banca

Di Giulia Biasia Venerdi 13 Maggio 2016 alle 17:38 | 0 commenti

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Luciano Vescovi, neo presidente di Confindustria Vicenza, in'un intervista rilasciata al quotidiano cartaceo locale l'8 maggio 2016 ha detto imperioso: "In questo momento, con le ferite ancora aperte, è difficile affrontare il tema del ruolo degli imprenditori negli istituti di credito. Ma non ritengo che la soluzione sia quella di lasciare il campo solo ad avvocati e commercialisti, ovviamente con tutto il rispetto per queste categorie professionali, sostenendo che gli imprenditori impegnati in Confindustria debbano stare fuori da tutto".

Ma nel passaggio successivo Vescovi cita il suo esempio personale visto che il neo presidente confindustriale era nel Cda di Banca Nuova e il candidato poi battuto aveva posto al centro del suo programma la separazione tra ruoli associativi e bancari: "Prima di essere eletto alla guida degli industriali vicentini sono uscito. Senza fare né proclami, né polemiche."

In molti hanno apprezzato il gesto di Vescovi ma a noi sorge un dubbio: nella giunta di Confindustria Vicenza compare il nome di Laura Dalla Vecchia, se non vi suona nuovo c'è un motivo. La consigliera con delega alle Relazioni industriali è anche nel nuovo consiglio di amministrazione eletto il 5 maggio dall'assemblea dei soci di Veneto Banca che ha scelto la lista di Stefano Ambrosini e nella quale Laura Dalla Vecchia era candidata.

Una svista di Dalla Vecchia o una mancata condivisione della scelta di Vescovi? Chi lo sa? Certo è che questa nomina cozza un pò con l'esempio del presidente che in altro passaggio lamentava come causa del flop della fu Banca Popolare di Vicenza sia stata "la mancanza di ricambio".

Anche se, per cambiare, bisogna che cambino non solo le persone nelle caselle ma che ad occuparle ci siano manager capaci ed esperti di finanza e di economia concentrati su un fronte solo.

Senza ulteriori e nuove confusioni tra centri di poteri enormemente più grandi anche di chi ha investito in azioni i risparmi di una vita.  


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