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Mentre la BCE "benedice" Banco Santander che acquista e "salva" Banco Popular per BPVi e Veneto Banca soltanto parole... fra noi

Di Redazione Economica VicenzaPiù Mercoledi 7 Giugno 2017 alle 22:38 | 2 commenti

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L'interesse dei fondi di private equity per le due banche venete non si e' ancora manifestato in modo formale. E' l'indicazione raccolta da Radiocor da fonti finanziarie che seguono da vicino il dossier. L'ipotesi di un intervento dei fondi e' circolata a fine maggio dopo la formale rinuncia del Fondo Atlante, azionista di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, a un nuovo intervento da un miliardo secondo le richieste formulate dalla Dg Comp di Bruxelles come precondizione per dare il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale. I 'cavalieri bianchi' dei fondi di private equity "fanno sapere di essere interessati ma non si muovono" notano le fonti interpellate.

C'e' la sensazione che vogliano aspettare il primo passo da parte delle banche, molte azioniste di Atlante, anche se molti banchieri, ultimo oggi il numero uno di Bper Alessandro Vandelli, continuano a negare la possibilita' di altri esborsi per le due venete.

I fondi di private equity in questa fase restano in attesa, una sorta di 'surplace' ciclistica, ma hanno un obiettivo chiaro: nelle due banche venete, se entreranno, sara' per comandare.

E mentre il tempo scorre lentamente, troppo lentamente per i tempi della finanza, visto che è da mesi che le autorità europee stanno valutando il salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza tant'è l'agenzia di rating Standard & Poor's sulle due venete ha sottolineato che "il principale rischio è legato alla percezione che possono avere investitori e depositanti", la Bce con estrema rapidità "ha debitamente informato il consiglio di risoluzione unica (SRB) che ha adottato un regime di risoluzione che prevede la vendita di Banco Popular Espanol a Banco Santander", che ha giò completato l'operazione comprando Banco Popular a 1 euro e ha deciso un  aumento di capitale da 7mld per l'operazione per cui la stessa Standard& Poor's ha escluso che le difficolta' del gruppo bancario spagnolo Banco Popular possano portare a un contagio per l'intero settore in Spagna.

Con una nota alla Cnmv spagnola l'istituto ha precisato che l'operazione prevede "il riscatto totale di tutte le azioni di Banco Popular in circolazione alla chiusura di ieri e le azioni derivanti dalla conversione di strumenti di capitale regolamentare capitale aggiuntivo, la conversione di tutti gli strumenti di patrimonio di vigilanza Tier 2 emessi Banco Popular in azioni di nuova emissione, acquisite da Banco Santander al prezzo di 1 euro". Nell'ambito della transazione, Banco Santander "sta pianificando  a copertura del capitale e le diponibilita' necessarie per rafforzare la situazione patrimoniale del Banco Popular. Gli attuali azionisti di Banco Santander avranno un diritto di sottoscrizione preferenziale" dell'aumento di capitale di circa 7 miliardi e, a seguito di queste operazioni, assicura Banco Santander, "si prevede un impatto neutro sul Cet1". 

Per giunta il ministro spagnolo dell'Economia Luis de Guindos ha detto che l'acquisizione, nell'ambito del meccanismo europeo e' stata effettuata "senza l'uso di risorse pubbliche senza che si produca un possibile contagio tra rischio sovrano e bancario".

Secondo Bruxelles sono soddisfatte tutte le condizioni per la risoluzione: la banca e' in fallimento, non ci sono soluzioni private oltre alla risoluzione e non ci sono azioni di supervisione che avrebbero impedito il fallimento. La risoluzione attraverso la vendita del business e' prevista dalla direttiva Ue sulla risoluzione ed "era la migliore scelta per assicurare la continuita' di importanti funzioni svolte dalla banca ed evitare effetti avversi significativi sulla 'stabilita' finanziaria". In questo caso, "le perdite sono state pienamente assorbite dalle azioni e dal debito subordinato". Lo schema di risoluzione entra in vigore oggi stesso.

Dall'entrata in vigore della direttiva sulla risoluzione (gennaio 2015) una autorita' di risoluzione puo' decidere di 'risolvere' una banca se "e' nel pubblico interesse farlo", ricorda la Commissione. Nel caso degli Stati della zona euro e' il meccanismo unico di supervisione (Ssm) a decidere se e' possibile questa procedura nel caso in cui una banca sta fallendo o e' probabile il suo fallimento, non ci sono soluzioni private alternative e una decisione del genere e', appunto, nell'interesse pubblico. In tal caso lo schema di risoluzione deve essere trasmesso alla Commissione per l'approvazione nel quadro delle regole sugli aiuti di Stato. Dopo che il board del meccanismo unico di risoluzione ha adottato lo schema, Bruxelles obietta o sostiene. Nel caso in cui la Commissione non concordasse con la decisione del board Ssm riguardo l'ammontare del sostegno del fondo di risoluzone o alla valutazione sull'interesse pubblico da difendere, la decisione passerebbe al Consiglio.

E mentre la Spagna risolve così e con relativa rapidità il problema Banco Popular, in Italia, se i fondi di privaye equity attendono le decisioni del sistema bancario sulle due banche venete, secondo Vandelli, il numero uno di Bper, anche un nuovo ricorso al fondo Atlante "e' un percorso difficile: Atlante, vale a dire noi banche e fondazioni e assicurazioni ha gia' fatto uno sforzo enorme e fino a oggi ha destinato gran parte delle risorse per ricapitalizzare Veneto Banca e Vicenza. Devo dire che in parte non ho mai ritenuto che questo intervento potesse essere risolutore. Ho sempre pensato che sarebbe stato meglio indirizzare le risorse per cercare di risolvere il problema delle sofferenze, del credito problematico. E' chiaro pero' che era bello da dire ma difficile da realizzare: oggi tuttavia ci ritroviamo con questo tipo di intervento che non e' stato risolutivo e credo che chiedere altri sforzi in questa direzione sia difficile. Bisogna guardare al di fuori di Atlante e Atlante puo' essere ancora interlocutore per intervenire sul tema delle sofferenze".

Eppure, è sempre l'Ad di Bper a parlare, "credo che si debba fare di tutto per evitare un evento come il bail-in" della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, "che francamente oggi sarebbe inopportuno e avrebbe degli effetti nocivi sul sistema e sulla sua tenuta complessiva. Occorre evitarlo assolutamente". 

A chi gli chiedeva infine se ritenga realizzabile un intervento lampo come quello fatto in Spagna sul Banco Popular, Vandelli ha replicato: "Non vedo oggi dichiarazioni che vadano in questa direzione. Generalmente quando e' possibile farlo lo si fa molto alla svelta e si risolve il giorno dopo, ma oggi non sta avvenendo nulla di simile".

Così alla svelta, verrebbe da dire a Vandelli, che in merito al processo di acquisizione di Nuova Carife ha detto che spera di "chiudere rapidamente questa acquisizione, ovviamente le complessita' stanno sempre nei dettagli finali, quando devi andare a chiudere le operazioni che si intrecciano con un processo di pulizia dell'attivo di questa banca con Atlante che deve far fronte a un'acquisito significativo" di Npl. Cioè Bper, come altri in Italia, fa presto purchè i soldi ce li mettano altri.

Parole, perole, parole, parole, soltanto parole, parole tra noi...


Commenti

Inviato Giovedi 8 Giugno 2017 alle 09:07

Ma chi scrive questi articoli, Topo Gigio? Volete che le altre banche comprino le due venete? Bene, serve un aumento di capitale da 7 miliardi, chi ce li mette voi? UCG é reduce da un ADC monstre e da dismissioni pesantissime per sistemare i propri conti, di certo non va a prendersi altre rogne altrui. ISP avrebbe i fondamentali per farlo ma giustamente non si fida, farei lo stesso anche io. Bisognava fare bail in ancora un anno fa, azzerare completamente soci e obbligazioni convertibili, haircut depositi over 100k, inopponibilita delle richieste risarcimento, facoltà di recesso da tutti i contratti, chiusura filiali inutili e licenziamenti dei dipendenti superflui
Inviato Giovedi 8 Giugno 2017 alle 10:02

...e a che fine?
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