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Poste Italiane disponibili a entrare con nuove dotazioni di Poste Vita nel fondo Atlante per il salvataggio di BPVi e Veneto Banca. Messina per Intesa insiste su intervento solo pubblico

Di Redazione Economica VicenzaPiù Martedi 30 Maggio 2017 alle 13:27 | 0 commenti

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Mentre si stanno svolgendo a Milano i Cda di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca Radiocor informa che il gruppo Poste Italiane potrebbe valutare un nuovo investimento nel Fondo Atlante se gli venisse richiesto. Ad indicarlo e' la presidente Maria Bianca Farina che quindi non esclude a priori la possibilita' di sostenere ancora il Fondo azionista di BPVi e Veneto Banca. Il gruppo Poste ha investito 260 milioni di euro in Atlante attraverso Poste Vita. "A priori non si puo' mai dire" risponde ai cronisti a margine di un intervento a un convegno del riassicuratore Swiss Re.

"Al momento - ha aggiunto la presidentessa di Poste - non ce l'hanno chiesto e non e' all'ordine del giorno; nel momento in cui dovesse esserci (la richiesta, ndr) faremmo un'analisi dei rischi e dell'interesse della compagnia che deve essere remunerata dato che gestisce i risparmi dei clienti e deve essere molto attenta". Farina ha spiegato, infatti, che dovra' essere valutato il tipo di intervento richiesto da Atlante le cui scelte dipendono dal gestore del Fondo, Quaestio Sgr.

A fare da contraltare al possibilismo di Poste Italiane c'è il ceo di Banca Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che, interpellato sull'intervento del Fondo Atlante per il salvataggio di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ha detto: "I privati hanno perso gia' molti soldi e dunque occorre attivare il prima possibile l'intervento pubblico gia' definito".

Più in genreale Messina, reduce dalla distribuzione di dividendi record ai soci di Intesa, a margine della presentazione del nuovo accordo sul credito all'agricoltura firmato dal ministero delle Politiche agricole e Intesa Sanpaolo, commentando la norma sui Npl approvata ieri nella "manovrina ha dichiarato: "Le banche non devono contare su benefici esterni, ma devono costruire al loro interno 'macchine di recupero crediti'.". Messina ha ricordato che e' questa la via intrapresa dall'istituto che guida e che, indipendentemente dai provvedimenti del governo, gia' due anni fa ha iniziato a lavorare al recupero dei crediti deteriorati riducendone fortemente lo stock. Il Ceo di Intesa Sanpaolo ha detto che l'obiettivo e' di tornare entro il 2019 ai livelli pre crisi


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