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Rapporto di Oxfam sulla ricchezza, un'Europa inaccettabile

Di Giorgio Langella Giovedi 10 Settembre 2015 alle 21:50 | 0 commenti

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Il 9 settembre è stato pubblicato da Oxfam* un rapporto molto dettagliato che ci mostra uno spaccato di quello che è diventata l'Europa. Un'Europa fondata sulla finanza che impone ai paesi membri un'austerità che ha prodotto e provoca solo danni. È un'Europa ricca ma solo per una esigua minoranza di persone.

Esiste, di contro, una percentuale enorme di popolazione che è senza lavoro e che diventa sempre più povera. I dati contenuti nel rapporto Oxfam, infatti, ci mostrano un'Europa ingiusta e miserabile. Il dato più eclatante, che è uscito in qualche titolo dei giornale, è che in tutta Europa ci sono 342 personaggi (si! solo trecentoquarantadue) che hanno un patrimonio complessivo pari a 1.340 miliardi di euro (si! proprio milletrecentoquaranta miliardi) e circa 123 milioni di persone che sono povere o sulla soglia della povertà (un quarto circa della popolazione europea totale). Una distribuzione della ricchezza assolutamente iniqua e infame. 

Quella segnalata dal rapporto è una situazione che investe tutti i paesi europei senza differenze tra quelli più industrializzati ed evoluti e quelli considerati più arretrati. Infatti, risulta che i paesi della UE sono tutti indistintamente coinvolti in questa folle sperequazione. E che il nostro paese, l'Italia, risulta tra i peggiori nonostante l'entusiasmo da “primi della classe” sbandierato dal governo.

Quella del divario tra pochissimi miliardari e tantissimi poveri è la notizia da mettere nei titoli dei giornali, ma il rapporto riporta anche altre informazioni ed analisi che sono interessanti nella loro drammatica brutalità.

Vediamone alcune.

Nel rapporto, a pagina 8, si può leggere: “Un rapporto UNICEF del 2014 rilevava che più del 30% dei bambini in Romania, Italia, Spagna, Lituania e Lettonia vive al di sotto della soglia di povertà relativa, e lo stesso vale per oltre il 40% dei bambini greci. Nei Paesi UE quasi 50 milioni di persone vivono in stato di grave deprivazione materiale e non hanno denaro sufficiente a riscaldare le proprie case o a far fronte a spese impreviste.”

A pagina 12 vengono sfatati i vari miti sbandierati da razzisti e xenofobi vari sul “pericolo” rappresentato dai migranti: “I migranti sono spesso relegati al livello più basso della società. Tra i cittadini europei è ampiamente diffusa la convinzione che i migranti versino meno tasse di quanto ricevono sotto forma di servizi sanitari e sociali nei Paesi ospitanti … Invece uno studio comparativo internazionale sull’impatto fiscale netto dell’immigrazione, che ha coinvolto un gran numero di Paesi membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), dimostra che nella maggior parte dei Paesi (fatta eccezione per quelli con un’alta percentuale di migranti di vecchia data) le tasse e i contributi versati dai migranti sono superiori a quanto gli stessi ricevono sotto forma di benefit individuali. Ciò vale per esempio per Italia, Grecia, Spagna e Portogallo: nel 2012 le tasse pagate dai migranti in Italia sono state superiori ai benefit ricevuti attraverso la spesa pubblica per sanità, istruzione, tutela sociale e alloggio. Il saldo netto del loro contributo al bilancio nazionale è stato di 3,9 miliardi di euro48, pari a circa lo 0,2% del PIL italiano.”

A pagina 13 si afferma: “La povertà che affligge i Paesi UE non è un problema di carenza di risorse, bensì di come le risorse sono ripartite: un’esigua minoranza di persone detiene un livello sproporzionato di reddito e ricchezza che va ben oltre i suoi fabbisogni, mentre altre ne sono escluse e fanno fatica a pagare le bollette.”

A pagina 15, infatti, un semplice grafico ci spiega come sia distribuita la ricchezza in Europa. Sono dati impressionanti che evidenziano come l'uguaglianza sia solo una chimera e di come il sistema economico-finanziario (che impone il proprio volere a governi nazionali che hanno rinunciato a qualsiasi sovranità e indipendenza) abbia resa più povera la stragrande maggioranza di chi vive in Europa. In pratica, partendo dai più ricchi si rileva che l'1% della popolazione possiede il 31% della ricchezza, che il successivo 9% ne possiede il 38%, che il 50% della popolazione ha un 30% della ricchezza e che il 40% più povero ha solo l'1% che resta. Una miseria.

In pratica, il 10% della popolazione, da solo, detiene il 69% dell'intera ricchezza europea. È la fotografia impietosa e tragica di come il principi  universali di uguaglianza e solidarietà, che dovrebbero essere alla base della nostra civiltà, siano stati spazzati via da un sistema capitalista diretto da pochissimi privilegiati interessati solo ad accumulare individualmente enormi ricchezze.

A pagina 19, sotto il titolo La disuguaglianza estrema nuoce alla crescita e all’economia, si può leggere: “Analizzando il corso degli ultimi 30 anni l’OCSE ha constatato che la disuguaglianza di reddito ha avuto un effetto negativo sulla crescita. Tale analisi, riguardante anche 20 Paesi UE, ha rilevato che in Italia e nel Regno Unito il tasso di crescita cumulativo sarebbe stato maggiore di 6-9 punti percentuali se non si fossero accentuate le disparità di reddito. Anche in Svezia, Finlandia e Norvegia l’accresciuta disuguaglianza, che in tutti e tre i casi era partita da livelli iniziali bassi, è stata riconosciuta come freno alla crescita.”

E si potrebbe continuare citando le pagine successive che fotografano con la forza brutale della verità la situazione dovuta alla cancellazione dell'intervento pubblico in economia e nei servizi (primi tra tutti sanità e istruzione) che ha provocato emarginazione e ha esasperato la differenza tra ricchi e poveri,  ai tagli alla spesa pubblica e alle privatizzazioni che hanno distribuito miseria ai popoli e ricchezza ai padroni, al ridimensionamento verso il basso dei salari e del peggioramento delle condizioni di lavoro che hanno favorito profitti colossali, alle politiche fiscali che hanno umiliato il principio democratico della progressività facendo pagare di più a chi ha meno e viceversa, a politiche di austerità imposte da gruppi di interesse eletti da nessuno e per nulla trasparenti che hanno colpito chi era in sofferenza e arricchito chi già godeva di privilegi …

L'Europa descritta dal rapporto dell'Oxfam è quella che noi comunisti denunciamo da tempo. È un'Europa cattiva, liberista e oligarchica fondata sulla disuguaglianza e sull'ingiustizia, comandata da un insieme di pochi individui che detengono qualsiasi potere in ogni campo.

Quello che viene riportato impietosamente nel rapporto Oxfam è il fallimento di un'Europa ormai irriformabile che deve essere trasformata radicalmente con una vera e propria rivoluzione.

 

* Oxfam, fondata nel 1942, è una delle più importanti confederazioni internazionali nel mondo composta da un network internazionale di 17 organizzazioni di paesi diversi che ha lo scopo di ottenere un maggior impatto nella lotta globale contro la povertà e l’ingiustizia.

Leggi tutti gli articoli su: Europa, Oxfam

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