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Risarcimenti BPVi e Veneto Banca: si profila un fronte del no da parte delle associazioni e dei legali a partire da Federcontribuenti e studio Rocca

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 8 Gennaio 2017 alle 15:04 | 0 commenti

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Se nella notte tra il 5 e il 6 gennaio titolavamo «Il 9 gennaio BPVi e Veneto Banca fissano tetto per transazioni per soci "traditi". I legali e le associazioni contano sul principio di Pareto: se l'80% accetta, il 20% avrà vantaggi maggiori» e se il 6 gennaio sera scendevamo in alcuni dettagli sotto il titolo «BPVi e Veneto Banca, Il Sole 24: rimborsi fino a 600 mln. VicenzaPiù: giallo sulla situation room di cui Gianni Mion non sa nulla: troppi dirigenti vecchi e nuovi, tutti strapagati?» cominciano a trapelare le posizioni di associazioni e studi legali, che, se i singoli non rappresentati in gruppo o da avvocati è pensabile accoglieranno i "pochi (maledetti e subito)" euro proposti per azioni che oggi, comunque, teoricamente valgono solo 10 centesimi, sembrano propensi a schierarsi sul "fronte del no". Che, poi, potrebbe essere "vincente" per chi ne facesse parte.

Se, infatti, in molti, quell'80% a cui puntano i vertici di Banca Popolare di Vicenza e dell'Istituto montebellunese, unificati sotto Fabrizio Viola, aderiranno alla proposta del 15% di ristoro che verrà ufficializzata domani, 9 gennaio a Padova, loro, i soci con avvocati e quelli iscritti ad associazioni, potrebbero puntare a spartirsi in relativamente pochi la torta residua dei 600 milioni accantonati.

A questi soci e alle associazioni ci siamo rivolti per tastare il terreno e, fatti salvi i possibili "giochi dialettici e tattici", ci arrivano le prime risposte che pubblichiamo.

La prima in assoluto è quella dello Studio Rocca, che si occupa di consulenza legale e fiscale dalla sue sede di Milano e che avrebbe molti assistiti tra i soci delle due ex Popolari venete, che per tramite del dr. Federico Rocca ci dice quanto segue.

I) Per esperienza so bene che in qualsiasi proposta avanzata da un avvocato sono più importanti i dettagli che la sintesi e, quindi, ogni valutazione va fatta sulla base del testo effettivo e non delle anticipazioni diffuse a mezzo stampa. In ogni caso, vista la cortese richiesta, è solo su queste ultime che mi esprimo.

II) Il dato certo positivo è che lo stanziamento per i risarcimenti è pari a 600 milioni di euro, ovvero un importo doppio rispetto a quanto accantonato nelle semestrali al 30 giugno. E si tratta di un importo che non è così distante da quanto ho stimato poter essere l'onere effettivo che, sulla base della normativa vigente e della giurisprudenza di riferimento, e delle cause che concretamente saranno avviate, le due banche dovranno corrispondere a quegli azionisti che adeguatamente assistiti a livello legale hanno già avviato o avvieranno procedimenti in sede giudiziaria.

III) Chi non intende rivolgersi a un legale potrebbe anche accettare. Peraltro è del tutto incomprensibile la condizione sospensiva che subordina l'offerta delle banche alla relativa accettazione da parte dell'80% degli aventi diritto. E' pacifico che tale percentuale non sarà mai raggiunta e quindi, l'unica intepretazione che mi sento di dare a questa proposta è di considerarla un sondaggio che le banche fanno per avere più informazioni dagli azionisti per definire una futura strategia.

A Rocca fa seguito, rinforzando l'eco del no, Federcontribuenti che  per mano del suo presidente Marco Paccagnella, che ha "portato" una troupe di "Di Martedì" (La7) sotto la villa di Vincenzo Consoli proprio in questi giorni per un servizio che andrà in onda il 10 gennaio (nella foto Paccagnella intervistato) e di cui riferiamo a parte, ci fa pervenire una nota in cui anticipa che sui risarcimenti delle popolari "non accettiamo elemosine" .

"Una parte molto marginale degli azionisti aderirà alla proposta indecente di questa sorta di concordato fallimentare. Credo che i veneti siano gente tosta e sapranno tenere duro - prevede Paccagnella - Non accetteremo elemosine: occorre prepararsi ad una battaglia lunga come quella dei tango bond di qualche anno fa. Come in quel caso, ci fu chi si "accontentò" delle briciole, il 20 per cento. Ci fu chi fece causa alle banche e portò a casa l'80% degli investimenti, in media. E ci fu chi seppe aspettare, ed ha potuto incassare dal 30 giugno di quest'anno, il 150% rispetto al valore nominale dei bond di quindici anni fa. Come diceva Warren Buffett, uno che di investimenti se ne intende, «Se non sei disposto a possedere un'azione per dieci anni, non pensare di tenerla nemmeno per dieci minuti».
Va costruita una strategia di medio lungo termine, facendo tornare i buoi nella stalla e cioè intentando una azione di responsabilità capillare e ramificata verso tutti gli ex amministratori delle banche popolari venete che non potevano non sapere. Ad iniziare dal patrimonio mobiliare e immobiliare dei vertici massimi: occorre una revocatoria dei magheggi fatti da Zonin di Bpvi e Consoli di Veneto Banca che hanno messo uno scudo sulle proprie residenze palladiane. Se la magistratura non si muove celermente su questi fronti rischiamo che quando arriverà il pettine, lento ma inesorabile, della giustizia, questi signori siano diventato nullatenenti per interposta persona".

Questi i primi assaggi sulle reaioni, a cui faremo seguire gli altri, oggi se arriveranno, domani durante la presentazione della proposta di transazione a Padova e in futuro, mano a mano che la situazione evolverà.


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