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Salvataggio delle banche venete: ma mi faccia il piacere! I veneti costretti a regalare la parte buona di BPVi e Veneto Banca e in più 5 miliardi a Intesa Sanpaolo

Di Pietro Cotròn Sabato 9 Dicembre 2017 alle 15:35 | 0 commenti

Chi ha salvato le banche venete? Banca intesa? Il governo italiano? No di certo, ed in modo inconfutabile. Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca o, meglio, quel che è rimasto le hanno salvate i loro soci, con i loro risparmi, i truffati, quelli che già avevano perso tutto. E nonostante questo sforzo immane, nemmeno viene riconosciuto il loro ruolo, ed anzi sono derisi, anche da parte della se non altro inefficiente Banca d'Italia. Nessuno, ma proprio nessuno che dica loro un grazie, ma nemmeno che appunto dica le cose come stanno.

E dà un grande fastidio che si dica che lo stato ha salvato i veneti, quando non è proprio vero. I veneti o, meglio, i soci delle due banche ne hanno sostenuto l'onere, e sono anche sbeffeggiati. Banca d'Italia in piu occasioni ha confermato che dovevano essere essi stessi da soli a vigilare sui prezzi delle azioni; che alla vigilanza sulla gestione ci pensava Bankitalia, e si è visto come, con i suoi oltre 10.000 dipendenti strapagati.

Ma torniamo alla beffa. Non è lo stato italiano che ha salvato le due banche venete, ma i loro stessi soci, che anche in questo caso sono stati usati. Che strano destino, il nostro. Siamo proprio dei mona.
Lo stato italiano ha solo anticipato, e si tratta di un vero e proprio aiuto di stato camuffato ad Intesa Sanpaolo, che con il Veneto non c'entra proprio nulla se non averne fatto già terra di razzia ai tempi di Banca Cattolica, poi Ambroveneto, quindi Intesa.
Vediamo come sono andate le cose. C'erano due banche in difficoltà, ma non certamente, sia pure in maniera diversa, in stato fallimentare. Il governo è voluto intervenire, nonostante altre opzioni allora ancora possibili, decretando il fallimento di fatto delle due banche e individuando il Cavaliere bianco in Banca Intesa, ben desiderosa di essere coinvolta, spacciando un aiuto di stato come aiuto ai veneti. Banca intesa aveva circa 4000 dipendenti da dismettere?
Ecco pronto il contributo dello stato italiano di 5 miliardi che in misura ridotta sarebbe servito anche alle dismissioni di dipendenti delle due venete. Ed allora, oltre al prezzo di euro 0.50 per banca, ecco il contributo aggiuntivo di 5 miliardi. Il che significa che le due banche, o meglio la crema delle due banche, che appunto Intesa ha scelto di fiore in fiore per i crediti e pagato zero per la clientela, milioni di conti correnti buoni, attivi e passivi, sono state valutate in modo negativo, appunto per 5 miliardi. Una follia. E qui è intervenuto lo stato che ha appunto spacciato un aiuto di stato in aiuto ai veneti. E il bello è che non si tratta di un aiuto a fondo perduto. Guarda caso, lo pagano i soci delle due banche. Lo stato ha solo anticipato i soldi. L'importo lo stato lo ha fatto mettere per legge in prededuzione, il che significa che prima di tutti i creditori delle due banche in Lca (Liquidazione coatta amministrativa) sara pagato lo stato. Altro che regalo ai veneti! Alla fine li pagano i soci delle due banche, cui dovrebbe andare il residuo della liquidazione. O al massimo i creditori chirografari, che altro non sono che i fornitori, per lo più locali.
Ma stridono più cose, in tutto questo. La prima cosa è che i quattrini li ha solo anticipati lo stato. Li pagheranno alla fine i soci delle due banche venete o al massimo i fornitori.
La seconda cosa è l'aiuto di stato camuffato, anche se la Bce aveva detto di no, concesso a intesa. L'ultima cosa è che le attività buone delle due banche venete sono state valutate in negativo per 5 miliardi. Anche il più tonto é capace di fare affari così.
Ma alla fine, al di là di ogni considerazione su tutta la vicenda, almeno si abbia la decenza di non dire che lo stato ha salvato i veneti, ma "mi faccia il piacere!. É proprio vero il contrario. I veneti hanno salvato o, meglio, aiutato Intesa. E buona pace per la giustizia.


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