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Terrore a Parigi: i leghisti Bizzotto, Stefani e Ciambetti alzano la voce

Di Emma Reda Sabato 14 Novembre 2015 alle 20:03 | 0 commenti

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Di seguito i commenti degli esponenti vicentini della Lega Nord nelle istituzioni regionali, parlamentari ed europee sulle stragi terroristiche di Parigi: intervengono l’europarlamentare Mara Bizzotto, il Presidente del Consiglio Regionale del Veneto Roberto Ciambetti e la senatrice del Gruppo Lega Nord e Autonomie Erika Stefani.

Bizzotto

“L’ISIS e il terrorismo islamico sono il vero Impero del Male del nostro secolo e vanno annientati e distrutti con la forza, prima che sia la violenza islamica a distruggere noi. Ci hanno dichiarato guerra, dentro casa nostra, e in guerra dobbiamo combattere, con coraggio e determinazione, per difendere la nostra vita, la nostra terra, i valori di libertà e di democrazia della nostra società. Non ci sono più alternative: o noi o loro! La civiltà e la libertà dell’Occidente contro la violenza e la barbarie del fanatismo islamico”.  Lo dichiara l’europarlamentare della Lega Nord, Mara Bizzotto, dopo i tragici attentati terroristici a Parigi.

“Siamo tutti sotto attacco perché, purtroppo, il nemico è già in casa nostra, e quello che è successo a Parigi può drammaticamente ripetersi a Roma, a Venezia, a Londra, in qualunque città dell’Europa e del mondo – continua l’eurodeputata Bizzotto – L’Europa è sotto assedio e in questi anni ha colpevolmente fatto finta di non vedere la minaccia islamista in nome del politicamente corretto. Basta buonismo, basta chiacchiere, serve subito un intervento militare internazionale in Siria e in Libia per distruggere l’Isis: questo Islam che vuole la nostra morte, che vuole distruggere la nostra società, che vuole conquistarci con la violenza, è un nemico che va combattuto, senza se e senza ma!”

Ciambetti

"In queste ore tragiche, nelle quali il dolore si intreccia con la necessità di reagire in modo fermo, autorevole e coeso, qualcuno sta trovando tempo ed energie per attaccare Zaia, Salvini e quanti parlando di Terza Guerra Mondiale già in atto. A dire il vero, questa espressione, drammaticamente vera, è di papa Bergoglio, una figura sulla quale non sono possibili dubbi di sorta": ha dichiarato poco fa Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio Regionale del Veneto. Che ha così proseguito: "Il Papa ha affermato tornando dalla Corea nel 2014: 'Siamo entrati nella Terza Guerra Mondiale, solo che questo conflitto si combatte a pezzetti, a capitoli'. Ancora oggi, con una voce rotta dall’amarezza, il Papa ha spiegato che gli eventi parigini sono un ulteriore triste tassello di questa Terza Guerra Mondiale a pezzi. E noi, proprio come accade nelle guerre combattute in trincea sentiamo tutta la nostra fragilità ben sapendo che la nostra trincea può essere uno stadio, la fermata di un autobus come una discoteca, un treno come un centro commerciale: anche se non vogliamo, siamo tutti chiamati in causa, siamo tutti potenziali obiettivi e mai, come in queste ore, si può capire cosa significhi vivere in città come Tel Aviv, Beirut, Tripoli, Kabul, El Cairo, Peshawar". La dichiarazione di Ciambetti si conclude citando una delle simboliche poesie del Novecento: ”Si sta come/d’autunno/sugli alberi/le foglie, diceva dei soldati, il soldato Ungaretti: oggi noi siamo soldati di una guerra che non abbiamo voluto, ma che ci è stata dichiarata contro e che dobbiamo combattere senza tentennamenti".

Stefani

"Sgomento per l'orribile attentato di Parigi è il sentimento che stiamo provando tutti. La ferocia con la quale certe "belve" hanno seminato il panico per le strade francesi è qualcosa di inacettabile. Dietro ai grandi numeri delle vittime vi sono famiglie, madri, padri, figli morti che lasciano immense ferite. Come si fa a non chiedersi nel momento in cui si sceglie di sparare chi verrà ucciso. Non ci può essere un dialogo con certe persone" - dichiara la Sentarice vicentina del Carroccio Erika Stefani - "Il fanatismo delirante e senza umanità di una parte dell'Islam deve essere combattuto con le armi del rispetto della democrazia e delle nostre regole del vivere in società. Quel rispetto lo dobbiamo pretendere per salvaguardare l'incolumità delle nostre famiglie e l'unico modo attualmente percorribile è il controllo del territorio che occupiamo, dobbiamo far rispettare le regole che ci siamo imposti con le leggi, dobbiamo sapere chi entra in Italia. Ma purtroppo non siamo preparati a questo. La bonarietà e la superficialità con la quale gli ultimi governi hanno affrontato il problema ha minato la credibilità e la fiducia verso lo Stato sia al proprio interno che da parte delle frange terroristiche. E' palese che, al di là di qualche brillante arresto, vi sia una facilità estrema nel compiere attentati come quello di ieri a Parigi. Non dobbiamo permettere che certe subdole e vili azioni vengano compiute anche qui in Italia".


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