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Transazioni BPVi e Veneto Banca: Andrea Arman interviene per Coordinamento Don Torta e VicenzaPiùTv programma in streaming e su App "speciale Popolari venete"

Di Edoardo Pepe Domenica 15 Gennaio 2017 alle 13:47 | 0 commenti

VicenzaPiu.tv vi sta proponendo in questi giorni oltre 4 ore di speciale banche Popolari venete da guardare in streaming su questo sito, sulle App VicenzaPiùTv da scaricare gratuitamente e nelle sezioni on demand sempre su questo sito o sulle App quando, dove e come si voglia (su smartphone e tablet) perchè oltre alla lettura più o meno filtrata delle informazioni ci sia l'acquisizione e la verifica diretta delle informazioni più importante, la vostra. Nel frattempo continuiamo a riportare le posizioni di tutti, vertici delle banche, associazioni, legali e singoli lettori, oltre ovviamente alle nostre condiderazioni sulla transazione proposta ai soci della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca  Pubblichiamo, quindi, di seguito l'intervento a firma dell'avv. Andrea Arman, che rappresenta il Coordinamento associazioni Banche popolari venete "Don Torta", e che giovedì 12 ha partecipato col direttore di VicenzaPiu.com, Giovanni Coviello, al convegno di Thiene il cui video riproniamo qui.

Di seguito l'intervento dell'avv. Andrea Arman

Pare siano queste giornate importanti per i risparmiatori di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza e, dopo la cosiddetta "proposta pubblica di transazione" fatta dalle banche ad una parte degli ex proprietari delle stesse, si sta scrivendo molto. Avendo seguito la vicenda del crack delle popolari venete sin dall'ottobre 2015 vorrei, in questo momento, dare un contributo informativo per consentire ai risparmiatori di valutare oggettivamente la proposta transattiva. 

Per semplicità e facilitare la comprensione lo farò per punti ed in maniera abbastanza schematica:
1- Con la trasformazione in s.p.a. e l'aumento di capitale a 0,10 centesimi azione, il fondo Atlante è divenuto il proprietario delle due banche, in Veneto Banca i vecchi soci rappresentano meno del 3% del capitale, in Popolare di Vicenza meno del 1%. Fondo Atlante è una società di diritto lussemburghese, che significa che è una società straniera che non paga le tasse in Italia.
2- Al momento dell'approvazione del bilancio 2015, Veneto Banca chiudeva con un patrimonio netto di oltre 1,9 miliardi e Popolare di Vicenza di oltre 2.5 miliardi, per un valore, facendo una media, di circa 20 Euro per azione posseduta. E' da sottolineare che quei bilanci erano stati redatti sotto controllo, se non anche guida di B.C.E e Banca d'Italia, che erano presenze stabili nelle banche. Conseguentemente i bilanci debbono ritenersi veritieri e frutto di precisa e profonda indagine sullo stato delle due aziende.
3- Le due banche avevano affrontato le assemblee di trasformazione da società cooperativa ad s.p.a., svoltesi il 19 dicembre 2015 per Veneto Banca ed il 5 marzo 2016 per popolare di Vicenza con un piano industriale, approvato dai competenti organi interni ed esterni che prevedeva un ritorno all'utile nel corso dell'anno 2018 per entrambe.
D'ora in avanti per brevità Veneto Banca verrà indicata con B.V. e Banca Popolare di Vicenza con B.P.VI. .
4- Prima delle due assemblee veniva reso pubblico che l'aumento di capitale, necessario nelle due banche era garantito da Intesa S. Paolo per V.B e Unicredit per B.P.VI.. Banche, stampa e politica - quasi tutta - esortavano al voto favorevole proposto dalle dirigenze bancarie e prospettavano un futuro di ripresa sulla scorta dei piani industriali presentati. La maggioranza dei soci approvava.
5- Alcuni mesi dopo le banche, attraverso un processo interno di valutazione, azzeravano il valore delle azioni attribuendo loro quello di 0,10 centesimi; Intesa S. Paolo e Unicredit, le due banche che avrebbero dovuto garantire l'aumento di capitale, si scioglievano dal vincolo e subentrava il fondo Atlante costituito, per la maggioranza, da banche attive sugli stessi territori in cui operano B.V. e B.P.VI.; a seguito dell'arrivo del fondo Atlante partiva l'aumento di capitale con regole che hanno voluto e consentito che il fondo Atlante abbia il controllo totale delle banche escludendo i vecchi soci da qualsiasi potere non raggiungendo le necessarie percentuali di proprietà.
6- Le fare e disfare i contratti con Intesa S. Paolo e Unicredit è costato, a V.B. e B.P.VI., milioni di Euro.
7- Il fondo Atlante apportava alle banche nuova liquidità per circa un miliardo di Euro per soddisfare i coefficienti di solidità richiesti da B.C.E..
8- Nel corso di oltre un anno di crisi le associazioni dei risparmiatori cercavano in tutti i modi di creare una situazione collaborativa con le banche al fine di raggiungere condizioni che consentissero la conservazione del patrimonio dei risparmiatori. Da parte delle banche vi è sempre stato un atteggiamento di ferma chiusura ad ogni richiesta, promettendo per almeno 7 volte i tavoli di conciliazione, senza poi mai attuarli e senza mai dare alcuna risposta ai quesiti fondamentali che erano e sono: dove sono andati i soldi dei risparmiatori; chi sono i debitori che non hanno pagato; cosa è successo nelle banche prima e dopo la trasformazione in s.p.a.. L'atteggiamento delle banche, dopo la trasformazione in s.p.a., ha provocato profonda delusione nei risparmiatori e disinnamoramento.
9- Nel corso dell'anno 2016 sono usciti dalla cassa di V.B. circa 7 miliardi di Euro di depositi e da quella B.P.VI. oltre 10 miliardi. Quei soldi sono finiti sul circuito bancario costituito dalle banche che partecipano al fondo Atlante. Quindi i soldi che mancano alle nostre banche venete sono andati ad arricchire le banche del fondo Atlante.
10- In questi giorni le banche propongono una transazione ad una parte cospicua di soci che però rappresentano una parte modesta del capitale complessivo in mano a i vecchi risparmiatori; lo fa con le stesse modalità terroristiche con cui ha imposto la trasformazione delle banche in s.p.a. -unica differenza: ora non minacciano più il bail in - e con lo stesso spauracchio che è meglio poco che niente. Anche in questa occasione, come era stato per la trasformazione in s.p.a., molta parte degli organi di stampa cerca di convincere i soci risparmiatori a prendere pochi Euro - ammesso che mai li prenderanno e che non capiti come per il diritto di recesso - rinunciando a qualsiasi contestazione e qualsiasi ulteriore risarcimento nei confronti della banca e dei responsabili del disastro.
Il breve e lacunoso, non nella sostanza, riassunto di cui sopra, impone delle conclusioni, che, a mio avviso sono le seguenti:
a- Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza non sono più banche del territorio. Fondo Atlante è l'unico proprietario delle banche e si è interrotto il legame cooperativistico e sociale con il territorio. Per cui, è falso ed ingannevole continuare a parlare di banche del territorio per far leva sull'amor patrio veneto al fine di indurre i risparmiatori a scelte volute da un capitale straniero.
b- Tutte le promesse, minacce e previsioni fatte dai gruppi dirigenti delle banche dal novembre 2015 ad oggi non si sono avverate e spesso è emersa la non verità di quanto da loro affermato.
c- Le banche hanno preso a pesci in faccia i singoli risparmiatori e le associazioni, mai accettando di affrontare temi e proposte che avrebbero potuto essere utili a tutti. Risultato voluto, sono usciti dalle banche almeno 20 miliardi di Euro e le banche concorrenti si sono arricchite.
d- E' stato distrutto un sistema economico difficilmente ripetibile che stava alla base del miracolo economico veneto, frutto del federalismo antropologico difensivo del popolo veneto. L'incrocio di debito credito fra banche ed imprese, che di fatto costituiva un modello di interazione e di sana condivisione di capitali e progetti, prima è stato minato dalla cattiva gestione delle vecchie amministrazioni e poi distrutto dalle nuove amministrazioni venute dopo il 2015.
e- Oggi il Veneto è stato normalizzato e reso simile dal punto di vista del credito, e fra poco dell'intera economia reale, alle altre parti d'Italia, con conseguenze che saranno drammatiche.
f- Il fondo Atlante è un consorzio temporaneo che ha come scopo la vendita delle banche ed obbiettivo il guadagno nell'operazione. Tecnicamente è stato definito "veicolo finanziario" per cui non può continuare a fare banca con le banche popolari venete.
g- Ogni guadagno delle banche, compreso l'ipotetico frutto delle azioni di responsabilità, sarà a favore del fondo Atlante, o del nuovo acquirente e per la minima ed insignificante percentuale di proprietà a favore dei vecchi soci.
h- I risparmiatori non hanno nessuna informazione su cosa sia accaduto nelle banche e su cosa stia succedendo ora. L'attuale gestione delle banche è addirittura più opaca di quella precedente.
i- Quasi tutti gli organi di stampa sono piegati sui voleri dei grossi gruppi finanziari che conducono l'operazione di distruzione delle banche venete. Viene il dubbio che vi possano essere interessi in comune.
j- Con la "proposta pubblica di transazione" le banche, il fondo Atlante ed il Goveno di Roma - che è l'ispiratore del fondo Atlante - riconoscono ufficialmente che vi è stato un imbroglio ed un conseguente danno per i risparmiatori. Essi, però, non vogliono risarcire adeguatamente e con la "proposta pubblica di transazione" perseguono l'obbiettivo di rompere il fronte dei risparmiatori e fare un'operazione di facciata utile alla vendita della futura unica banca (che uscirà dalla fusione di B.V. e B.P.VI.) con conseguente guadagno per il fondo Atlante.
k- Se non ci sono i soldi per risarcire i risparmiatori si diano gli NPL ( che in parole semplici sono i crediti difficili ) da gestire ai risparmiatori, e da questi si potranno ricavare i denari necessari, e/o le banche accettino di dialogare tecnicamente con le associazioni dei risparmiatori, posto che l'elevatissima professionalità degli amministratori delle banche, venete ed italiane, ha prodotto perdite spaventose e difficili da giustificare.
l- Appaiono a tutti evidenti i vuoti nella catena di controllo sull'attività delle banche. Banca d'Italia e lo Stato debbono assumersi la responsabilità di aver quanto meno tollerato che si consumasse il più grande imbroglio della storia d'Italia.
m- Come da tempo sostenuto dalle associazioni dei risparmiatori, la vicenda delle banche venete è anche una questione sociale con profonde implicazioni morali. Alta si è levata la voce del Patriarca di Venezia, Mons. Francesco Moraglia: " Il risarcimento ai risparmiatori non può essere una presa in giro. E sono perfettamente d'accordo con tutti coloro, e sono tanti, che vogliono sapere tutta la verità. E capire perché è successo e che cosa è successo. E' diritto di tutti sapere cosa è avvenuto nel Veneto e in alcuni dei suoi più prestigiosi istituti di credito.". Sapere cosa è successo e perché e successo fa parte del risarcimento dovuto ai risparmiatori, per ridare anche la dignità agli uomini.


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