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Transazioni BPVi, una lettera di soci alla mail [email protected] con una novità: chi l'ha scritta fa pubblicare il proprio nome!

Di Risposte agli azionisti Lunedi 6 Febbraio 2017 alle 10:27 | 0 commenti

Ci arriva, come avviene quasi quotidianamente, una lettera  all'indirizzo mail da noi riservato ai soci traditi dalla Banca Popolare di Vicenza, [email protected], a cui da tempo sottoponete ogni quesito a cui stiamo rispondendo, da cronisti, privatamente e, se utile a molti, anche su questo mezzo mantenendo l'anominato ove richiesto e purchè la domanda sia fatta con un nome e cognome. Questa lettera, come un'altra già pubblicata a firma di un gruppo di azionisti risparmiatori, dimostra una nuova tendenza: chi scrive non chiede l'anonimato a significare che gradualmente si ritrova un coraggio perduto non per errori commessi, ma, questo è palese, per torti subiti. La nuova gestione della BPVi sta incoraggiando con una proposta di transazione che, accettabile o meno questo sta ai singoli soci valutarlo e grazie ai confronti pubblici che ha generato, come quello da noi trasmesso su VicenzaPiu.tv e ora disponibile qui, ha reso chiaro un fatto: a vergogarsi devono essere la vecchia gestione di Gianni Zonin & c. e la classe politica e sociale che ne è stata complice, non i vecchi soci indotti a svuotare le proprie musine per riempire quelle di pochi privilegiati. Il direttore

A seguire la lettera

Egr. Dott. Gianni Mion, in merito alla lettera, spedita il 20/01/2017 dall'ufficio reclami con oggetto "Domande presentate dai soci durante l'assemblea tenutasi sabato 26 novembre u.s. presso il Teatro Comunale di Vicenza" (qui una critica all'amministrazione di Achille Variati, ndr), volevamo ringraziarla per la solerte e chiarissima risposta, ma sappiamo già che noi vecchi soci contiamo meno di zero.

Contavamo molto, però, quando ci avete appioppato quelle che per il vostro istituto erano titoli bancari sicuri al cento per cento, una "musina" dove mettere al sicuro i nostri sudati risparmi, della quale potevamo usufruire ogni qualvolta ne fosse stato necessario. (Testuali parole dei vostri dipendenti). Contavamo molto, quando abbiamo lasciato i nostri sudati risparmi nelle tasche del vostro istituto per venti/trenta'anni; In questi anni li avete investiti, fati girare e PRESTATI a comodo vostro.

E non venite a parlarci di dividendi, interessi o simili accumulati nel corso degli anni perché vi porto le cedole che abbiamo conservato a risposta.

Chiediamo che ci venga restituita la somma iniziale che vi avevamo consegnato, rassicurati dalle vostre parole che si sono rivelate palesemente delle gran bugie.

Il vostro istituto ci ha reso povere, ha messo nella miseria migliaia di famiglie e di aziende, ha distrutto l'economia della regione.

Come possiamo avere ancora fiducia nel vostro istituto? Dove crede potremmo trovare altri soldi per darvi una mano, visto che i nostri ve li siete bruciati? Comunque nemmeno sotto tortura vi daremo ancora una mano, visto che vi siete presi tutto il braccio.

Notiamo che i soldi per i lauti compensi dei vari amministratori entranti e uscenti li trovate sempre, trovate il modo per "risarcire" la curia di Vicenza anche se non rientra nei parametri da voi fissati (probabilmente rientra però nei paramenti e nei parenti di qualcuno), trovate i soldi per sponsorizzare tizio, caio e sempronio ma a noi "azzerati" NULLA!

Speriamo vivamente che la giustizia faccia il suo corso e chi ha rubato, truffato e giocato anche con le vite delle persone venga condannato, e se così non fosse al vostro istituto auguriamo caldamente di fallire, insieme al suo gemello, ci avete messo in ginocchio ora inginocchiatevi voi.

Schio, 3 febbraio 2017

Maddalena Reghelin, Silvia Segalla


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