Quotidiano | Categorie: Economia&Aziende

Trattamento di inaccettabile favore per Gianni Zonin anche se rimangono le sia pur minori responsabilità di Vincenzo Consoli

Di Riccardo Federico Rocca Sabato 2 Dicembre 2017 alle 21:37 | 0 commenti

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Sono pienamente d'accordo con quanto scritto dal direttore ("Veneto Banca, il delito (im)perfetto: se Zonin non è una inconsapevole 'vittima', solo il colpevole certo per i media Vincenzo Consoli può, deve?, rivelare se ci sono i mandanti. Senza aspettare i tribunali a due velocità") che Gianni Zonin abbia goduto e continui a godere di un trattamento di inaccettabile favore, ampiamente spiegato dai suoi rapporti certo intimi con servizi segreti, Bankitalia, mafie e massonerie varie. Poichè l'Italia è un paese di diritto a metà, la magistratura, unico potere dello Stato titolato a intervenire per porre rimedio agli scempi dell'esecutivo, nel caso di specie si è tenuta e tuttora si tiene in disparte.

Pertanto, ben venga la stampa libera a lamentare la giustizia calpestata e dare voce all'indignazione della pubblica opinione, ma resta la certezza che non un acino d'uva verrà toccato.

Ciò premesso, mi permetto di non condividere l'eccessiva benevolenza nei confronti di Vincenzo Consoli le cui responsabilità  non vengono meno se anche esce meglio dal confronto con Zonin.

Ho dedicato non poco del mio tempo a studiare le carte di Veneto Banca, e gli elementi che ne emergono sono di facile lettura: innanzitutto scelte strategiche francamente assurde, poichè una banca del territorio che agli inizi del 2000 aveva 50 sportelli e una dirigenza approssimativa non può in meno di dieci anni moltiplicare per dieci la propria dimensione di impresa, aprendo sedi in Piemonte, Lombardia, Marche, Puglia, Lazio , e poi Irlanda, Romania, Croazia, Moldavia e financo Albania.

Una bulimia di potere che è di per se stessa autostrada per il disastro. A ciò si aggiunge il credito facile agli amici, fenomeno che è certo prassi diffusa nel mondo bancario anche se in Veneto Banca non è stato più grave della media di sistema, il che peraltro non ne rappresenta una giustificazione.

Ma il peccato capitale è la decisione, a partire dal 2011, di vendere a quante più persone possibile azioni spazzatura per cercare di rinviare il redde rationem e di esercitare pressioni ingiuste sui propri dipendenti perchè si approffittassero della fiducia di clienti, conoscenti e amici, punendo con trasferimenti e rappresaglie varie chi si rifiutava.

I truffati veri sono qualche migliaio e i dipendenti maltrattati qualche centinaia. Quindi non i cataclismi che certi raccontano per gonfiare la notizia ma comunque numeri importanti e vi sono famiglie che hanno davvero perso tutti i propri risparmi.

Leggi tutti gli articoli su: Gianni Zonin, Veneto Banca, Vincenzo Consoli

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