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BPVi e Veneto Banca, un lettore:"fallimento mascherato, anche se carnevale è passato. Dopo i 10 cent di Vicenza azioni a 8 centesimi per Montebelluna?"

Di Pietro Cotròn Martedi 24 Maggio 2016 alle 10:04 | 0 commenti

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Ecco ad oggi la situazione delle banche in crisi: le quattro banche "risolte", cioè, in volgare, fallite, che Banca d'Italia non riesce neanche a (s)vendere, nemmeno con lo sconto del 50% rispetto agli 1,8 miliardi versati; il fondo Atlante che ha "investito" 1,5 miliardi ma che colloquia con fondi esteri disposti ad entrare in BPVI, ma a sconto, rispetto ai multipli pagati (altro che 0,10 euro per azione!); e Veneto Banca con un'altra, ad oggi solo pia, illusione che gruppi di soci possano versare 250. milioni, al di là del prezzo di offerta, per arrivare alla quotazione in Borsa. Se succederà, Dio non voglia, esattamente come a Vicenza, e tutti "si squaglieranno" dovrà intervenire il già "esausto" fondo Atlante, magari a 8 centesimi per azione...

E il fondo Atlante dovrà fare, poi, un mega spezzatino, anche se non si sa chi vorrà "mangiarlo", altro che la tanto vagheggiata fusione tra le due banche, una di fatto in coma, l'altra moribonda anche se ancora in terapia intensiva: chiuse le direzioni generali, licenziati per metà i dipendenti attuali, venduti alcuni beni e di qualche filiale, a chi non si sa però vista l'aria che tira per le quattro banche (ir)risolte.

Per giunta sarà quasi obbligato, vista la negativa associazione di idee con i due nomi, l'abbandono delle "insegne storiche", che in altri casi di precedenti acquisizioni non c'è stato mentre addirittura Intesa ha "creato" il brand locale "Cassa di Risparmio del Veneto" per strizzare l'occhio ai clienti locali. 

E tutto questo, lo ha detto Penati per Quaestio Sgr, il padre di Atlante, dovrà avvenire di corsa, entro un anno e mezzo per rispettare statuto e piani di chi ci ha investito, spesso obtorto collo e per un input governativo che prevede di sicuro dei vantaggi per gli interessati Samaritani, vantaggi ovviamente a carico anche della comunità non finanziaria.

«E' finita, del tutto - ci scrive un attento, e preparato, lettore - checchè ne si dica. Fra un anno e mezzo nessuno si ricorderà più di queste due banche, se non le migliaia di risparmiatori, per lo più locali (oltre al danno, la beffa) turlupinati. Quello che stupisce è, ancora oggi, la mancata percezione del fallimento avvenuto: quanti discorsi e quante analisi inutili! Soprattutto per le due banche venete, si tratta di un fallimento mascherato, anche se non è più carnevale».


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