Quotidiano | Categorie: Economia&Aziende

Un caso esemplare del "sistema" bancario: "Tu non obbedisci e io ti commissario, ma anche... no". La storia che ha opposto Bankitalia a Bene Banca. L'ex dg Silvano Trucco la ricostruisce a puntate e la incrocia con quella di BPVi

Di Silvano Trucco, ex dg Bene Banca Giovedi 17 Agosto 2017 alle 19:36 | 0 commenti

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"Il 1° luglio 2017 titolavamo sugli intrecci tra Bene Banca (la BCC cuneese di Bene Vagienna), Banca d'Italia e la sua "sponsorizzata" Banca Popolare di Vicenza dell'era segnata da Gianni Zonin: «Torna con una "lettera aperta" alla stampa sui fatti già denunciati Francesco Bedino, ex presidente di Bene Banca "commissariata" da Bankitalia in favore di BPVi ora "liquidata"». Ne avevamo parlato anche l'11 maggio in «Io sto con Vincenzo Consoli, purché si scrolli di dosso la cacca dei piccioni viaggiatori», articolo per il quale è stato aperto l'ennesimo procedimento legale contro VicenzaPiù addirittura dalla, incompetente, Procura di Treviso (ci è stato detto dal nostro legale che "è un puro atto intimidatorio...», ma tant'è, ci torneremo...)".

Questo e altro scrivevamo il 13 agosto sotto il titolo "Da carte su BPVi emerge che Bankitalia era al corrente delle baciate dall'ispezione 2012 ma non fece rilievi...": la lettera denuncia originale di Silvano Trucco, ex dg Bene Banca"

Sempre il 13 agosto, evidenziando soprattutto la "relazione" a tre BPVi, Bankitalia e BCC Bene, scrivevamo che "La questione, estremamente importante per i vertici tartassati da Bankitalia, lo è anche per gli incroci già da noi evidenziati con la storia degli amoreggiamenti tra l'entourage di Ignazio Visco e la corte di Gianni Zonin..." e, dopo aver riferito di un articolo de Il Fatto a firma Giorgio Meletti ("Il caso della BCC Bene Vagienna. Commissari e pm, le armi improprie della Banca d'Italia") ,   anticipavamo la lettera originale e integrale che ci aveva inviato il 5 agosto Silvano Trucco, ex D.G. di Bene Banca quando a presiederla era Francesco Bedino, lettera da cui era partita l'acuta analisi di Meletti e su cui, complici le nostre risorse "umane" limitate e, soprattutto, il desiderio di focalizzare di più la vicenda sul caso vicentino, stavamo lavorando per fornirvi a breve considerazioni e fatti specifici. Un passaggio della missiva, scrivevamo, "è fondamentale, se chi di dovere verificherà e confermerà, e lo anticipiamo alla vostra lettura: «Nelle carte su Banca Popolare di Vicenza emerge come Bankitalia era al corrente delle "baciate" sin dall'ispezione 2012 ma non fece rilievi...». La matassa pare che possa essere dipanata, a volerlo..."

Da oggi, come promesso, pubblichiamo, quindi, una serie di scritti in cui l'ex dg della Bene Vagienna, Silvano Trucco, fa la sua ricostruzioine articolata della vicendache tocca, come detto la BPVi, e svela quello che appare come un modus operandi che, applicato non solo alla Bene Vagienna, di certo non ha fatto... bene al sistema bancario italiano.

Riportiamo in 8 puntate la ricostruzione dei fatti secondo l'ex dg della piccola BCC cuneese, commissariata nonostante stesse... bene (non vi dice nulla l'accanimento terapeutico di Bankitalia contro Veneto Banca?)  e siamo pronti a riferire di eventuali repliche odi diverse versioni che ci pervenissero dal sistema. Grazie

Il direttore

 

I presupposti per il commissariamento di una banca e le giustificazioni di Banca d'Italia sui mancati interventi di rigore 

di Silvano Trucco, ex direttore generale di Bene Banca

 

In seguito alla Risoluzione delle “fantastiche 4” come qualche giornalista le ha definite, ossia la Banca Popolare Etruria, Banca Marche, Cassa di Risparmio di Chieti e Cassa di Risparmio di Ferrara, la Banca d’Italia e la Consob sono state oggetto di una pioggia di critiche anche pesanti giunte da ogni dove, complice una attività di vigilanza che ai più è apparsa lacunosa, distratta ma senza dubbio non efficace ai fini della tutela del risparmio, violentato nel novembre 2015 come mai prima era capitato in Italia.

Ma “tirata per la giacchetta” Bankitalia ha dato all’opinione pubblica diverse giustificazioni, tra cui degne di nota sono le seguenti:

30.1.2016, Banca d’Italia: “margine di discrezionalità assai ristretto”

30.1.2016, Banca d’Italia: “un’azione troppo tempestiva potrebbe indurre a commissariare un istituto ancora in grado di proseguire la propria attività” perché se “lo facesse opererebbe al di fuori dei poteri previsti dall’ordinamento”

12.07.2017, Banca d'Italia sulle venete: "per VB i primi segnali di scadimento della situazione tecnica vennero da accertamenti ispettivi condotti nel 2013. Le maggiori perdite allora riscontrate non erano tali da compromettere il rispetto dei requisiti minimi patrimoniali; non ricorrevano le condizioni per commissariare la banca. La vigilanza richiese l'integrale ricambio degli organi sociali e di controllo (...). Anche nel caso della BPVi non ricorrevano i presupposti del commissariamento" 

Estratto dal Comunicato Stampa della Banca d’Italia del 30.01.2016 (fonte: www.bancaditalia.it)

 

1. Ci sono stati ritardi nel porre le banche in amministrazione straordinaria?

La Banca d’Italia esercita l’azione di vigilanza nel continuo, sulla base dei poteri che l’ordinamento le conferisce. I presupposti per porre una banca in amministrazione straordinaria sono fissati nel Testo Unico Bancario (TUB), che fa riferimento a gravi perdite patrimoniali e/o a gravi irregolarità: solo in presenza di tali presupposti la Banca d’Italia può sottoporre le banche ad amministrazione straordinaria. Il margine di discrezionalità di tale decisione è assai ristretto. Un’azione troppo tempestiva potrebbe indurre a commissariare un istituto ancora in grado di proseguire la propria attività. Se lo facesse, la Banca d’Italia opererebbe al di fuori dei poteri previsti dall’ordinamento.

 

Il 30 gennaio 2016 la Banca d’Italia ha diramato questo comunicato stampa con cui ha tentato di dare delle risposte alle pressanti domande ed interrogativi dei risparmiatori sotto shock dopo il caso delle 4 banche del Centro Italia finite in risoluzione; in particolare con la risposta alla prima domanda -“Ci sono stati ritardi nel porre le banche in amministrazione straordinaria?” – Palazzo Koch rivendica un “margine di discrezionalità assai ristretto”, tanto da non poter ricorrere ad “un’azione troppo tempestiva” perché se “lo facesse la Banca d’Italia opererebbe al di fuori dei poteri previsti dall’ordinamento”. E questo perché “un’azione troppo tempestiva potrebbe indurre a commissariare un istituto ancora in grado di proseguire la propria attività”.

 

A fronte del crac di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, il 12 luglio 2017 Bankitalia ha replicato pubblicamente come l’assenza di interventi di rigore in terra veneta sia da ascrivere alla mancata sussistenza delle condizioni per commissariare le banche, nonostante segnali di scadimento della situazione tecnica e maggiori perdite allora riscontrate, ma che non erano ancora tali da compromettere il rispetto dei requisiti minimi patrimoniali. 

Ma allora quali sono i presupposti per commissariare una banca ?

Amministrazione straordinariaEstratto dal Testo Unico Bancario vigente nel 2013

Ergo i presupposti sono da ricercare nelle “gravi irregolarità nell’amministrazione, ovvero gravi violazioni delle disposizioni”, oppure quando “siano previste gravi perdite di patrimonio”.

Alla luce della giustificazione data da Palazzo Koch il 12 luglio 2017 evidentemente in terra veneta le irregolarità (operazione baciate in primis) oppure le perdite riscontrate (che hanno richiesto, tra mille difficoltà, più di una ricapitalizzazione, tuttavia senza scongiurarne il default) non erano GRAVI.

Ma come ?

Nonostante l’intervento da kamikaze del Fondo Atlante che ha sacrificato sull’altare della stabilità finanziaria circa 3,5 mld nel volgere di neanche 12 mesi, previo azzeramento dei vecchi azionisti, le 2 popolari venete a giugno 2017 sono state definite dalla BCE in condizione di “failing or likely to fail” (ossia in fallimento o in probabile fallimento).

Guarda caso erano stati propri gli ispettori della Banca Centrale Europea, post vigilanza unica europea, che nel 2015 avevano individuato le ormai famose “operazioni baciate” per cifre monstre, nonostante ben 7 visite ispettive di Palazzo Koch nell’ultimo decennio avvenute senza la produzione di particolari rilievi.

Ben più severo è stato infatti il report della BCE al punto da costringere alla ricapitalizzazione le popolari venete causa lo scomputo dal patrimonio di vigilanza del capitale sociale sottoscritto con simili prestiti finalizzati, patrimonio già in decisa sofferenza complici i risultati negativi di bilancio derivanti dalla svalutazione dei crediti deteriorati.

Il resto è storia tristemente nota…

Lunedi 26 giugno 2017, prima dell’alba e precisamente alle ore 04.49, Bankitalia ha diramato un comunicato in ordine alla avvenuta cessione da parte dei neonominati commissari liquidatori di un ramo di azienda delle “fallite” popolari venete (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca) a Intesa SanPaolo, ai sensi del Decreto Legge n. 99 del 25.06.2017, approvato dal Consiglio dei Ministri il pomeriggio precedente nel corso di una riunione durata appena 20 minuti.

Dunque in piena notte, e nel volgere di soli 5 minuti, i commissari sono stati nominati ed hanno prontamente sottoscritto un contratto che sancisce il passaggio della parte buona delle 2 banche venete ad Intesa SanPaolo al prezzo simbolico di 50 centesimi ciascuna e che prevede impegni a carico della collettività per circa 17 miliardi.

Ma che rapidità, un vero e proprio record… Un decreto approvato in un Consiglio dei Ministri di soli 20 minuti, uno studio di un contratto miliardario nel volgere di 5 minuti …

Ma come ?

Bankitalia in dieci anni e nonostante sette ispezioni in loco non aveva riscontrato la sussistenza dei presupposti per il commissariamento... Già ma le irregolarità e le perdite non erano GRAVI ...

Nel contempo, un po' più ad ovest, in Piemonte a metà strada tra Cuneo e Alba, gli uomini della Vigilanza di Bankitalia ritenevano molto più gravi le irregolarità, tanto da commissariare nel 2013 una piccola bcc con i conti in ordine e bilanci in utile, la Bene Banca credito cooperativo di Bene Vagienna.
Durante l'amministrazione straordinaria affidata agli emissari di Visco le vicende della Bene Banca si intrecciano guarda caso proprio con la Popolare di Vicenza, un legame che verrà in evidenza successivamente e balzerà agli onori della cronaca.

To be continued

Silvano Trucco
(ex D.G. Bene Banca)


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