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Udienza preliminare processo Veneto Banca, terzo round: ancora numerose costituzioni di parti civile, il 12 gennaio discussione su ammissibilità anche di Bankitalia e Consob

Di Angelo Di Natale Martedi 19 Dicembre 2017 alle 15:55 | 0 commenti

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Roma, servizio dal nostro inviato. Cresce il numero di richieste di costituzione di parte civile nel procedimento per il crac di Veneto Banca. Alle circa quattro mila già depositate in precedenza, oggi se ne è aggiunto un altro numero consistente in via di quantificazione. Alla fine il numero potrebbe crescere ancora di una o due migliaia. Anche durante la seduta di oggi, nell'aula "Occorsio" della Corte d'Assise, al piano terra dell'edificio A di piazzale Clodio, il Gup Lorenzo Ferri ha dovuto limitarsi a gestire l'afflusso di tali richieste, materialmente affidato ai cancellieri.

Quindi, anche al fine di rispettare i tempi del crono-programma, il giudice ha aggiunto una nuova data al calendario delle sedute che a gennaio saranno non più due ma tre, il 12, 16 e 26. Ribadite quelle già fissate a febbraio, il 16, e a marzo, il 9.

Intanto è confermato che il 12 gennaio avrà luogo la discussione sull'ammissibilità delle richieste di costituzione, sicché fino a quella data eventuali ritardatari potranno ancora provvedere. Nella successiva seduta del 16 gennaio il giudice dell'udienza preliminare dovrebbe pronunciarsi sulle costituzioni di parte civile, sciogliendo l'eventuale riserva che dovesse porre il 12 all'esito del confronto tra le parti.

In proposito sarà interessante conoscere le determinazioni in ordine alle richieste avanzate da Consob e Bankitalia che si asseriscono danneggiate mentre le organizzazioni dei consumatori che rappresentano migliaia di azionisti, obbligazionisti e correntisti vorrebbero che sedessero sul banco degli imputati.

Il 16 gennaio poi saranno affrontate anche le questioni preliminari che già stanno affiorando, anche se non ancora oggetto di trattazione, come l'eccezione sulla competenza territoriale che la difesa di alcuni imputati annuncia di volere sollevare, ponendo dubbi sul momento in cui si sarebbe consumato il reato, momento che, per quanto riguarda l'ostacolo alla vigilanza, atterrebbe alle interlocuzioni e alla consegna di documenti a Banca d'Italia avvenute a Roma, ma il punto è controverso alla luce delle dinamiche sottostanti alla varietà e alla complessità degli atti e dei comportamenti per i quali si procede.

Il 26 gennaio poi sarà la volta del pubblico ministero che farà conoscere le sue richieste in merito all'oggetto dell'udienza, richieste che, sulla base degli atti depositati dalla procura, andranno certamente nella direzione di un rinvio a giudizio. E se tale richiesta dovesse essere accolta, comporterebbe certamente l'avvio del dibattimento considerato che quanto meno i due maggiori imputati hanno escluso di puntare su riti alternativi.

E' il caso dell'ex amministratore delegato ed ex direttore generale Vincenzo Consoli e dell'ex presidente Flavio Trinca. Gli altri nove imputati sono Diego Xausa e Michele Stiz ex componenti del collegio sindacale; Stefano Bertolo ex responsabile della direzione centrale amministrazione dal 2008 al 2014; Flavio Marcolin ex responsabile degli Affari societari e legali; Pietro D'Aguì, al vertice di Banca Intermobiliare; Gianclaudio Giovannone, titolare della Mava; Mosè Fagiani ex responsabile commerciale dal 2010 al dicembre 2014; Massimo Lembo, ex capo della Direzione Compliance; Renato Merlo direttore delle banche estere.

I reati contestati sono aggiotaggio e ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza.


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