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Un caso esemplare del "sistema" bancario, gli strani intrecci tra Bene Banca e BPVi: storia di un deposito milionario

Di Silvano Trucco, ex dg Bene Banca Lunedi 21 Agosto 2017 alle 23:28 | 0 commenti

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Dopo «"Tu non obbedisci e io ti commissario, ma anche... no": la storia che ha opposto Bankitalia a Bene Banca. L'ex dg Silvano Trucco la ricostruisce a puntate e la incrocia con quella di BPVi e Veneto Banca» e «Un caso esemplare per l'ex dg di Bene Banca Silvano Trucco: Bankitalia la commissaria "preventivamente". La seconda puntata con BPVi e Veneto Banca in filigrana»  ecco la terza di 8 puntate di ricostruzione dei fatti secondo l'ex dg della piccola BCC cuneese, commissariata nonostante stesse... bene mentre continuiamo a essere pronti a riferire di eventuali repliche o di diverse versioni che ci pervenissero dal sistema. Grazie. Il direttore

 

Il 3 maggio 2013 a Bene Vagienna arrivarono gli emissari di Visco che, durante un CdA convocato in tarda mattinata dal Presidente Bedino su diktat telefonico di un paio d'ore prima del Direttore della Sede di Torino di Bankitalia, diedero lettura della proposta di commissariamento avanzata dal Direttorio di Palazzo Koch, approvata senza battito di ciglio dal MEF che a firma del Ministro Grilli decretò lo scioglimento degli organi di amministrazione e controllo e la sottoposizione della Bene Banca ad amministrazione straordinaria ai sensi dell'Art. 70 T.U.B. lettera a.
Sempre a maggio, ma del 2014, e precisamente il 31.5 nella medesima sala si svolse l'operazione inversa, ossia la restituzione della banca in bonis al Territorio ed ai Suoi soci, che pochissimi giorni prima in assemblea avevano eletto i nuovi organi di amministrazione e controllo, sulla base di una lista "individuata" dalla stessa procedura.
Era così servito il commissariamento più veloce della storia bancaria italiana, dal 1936 ai giorni nostri.
Ma chi erano questi professionisti, individuati dalla Banca d'Italia, che in così poco tempo hanno potuto "risanare" una azienda complessa come una banca, restituendola ai legittimi proprietari (i soci appunto) senza traumi, quali cessioni di sportelli, licenziamenti collettivi, contratti di solidarietà, ma anzi aumentando la forza lavoro con l'assunzione di ben 4 nuovi dipendenti ?
Quale commissario straordinario era stato nominato il Dott. Giambattista Duso, manager padovano, ex Vice D.G. di Antonveneta ed ex Dirigente di Monte dei Paschi Siena, fresco dell'attribuzione di qualche settimana prima della carica di amministratore delegato della MARZOTTO SIM SpA.

Contro il commissariamento lampo di Bene Banca gli amministratori deposti hanno fatto opposizione, ricorrendo alla Giustizia Amministrativa, dapprima al Tar del Lazio e successivamente al Consiglio di Stato.
A dicembre 2014 e nei primi giorni del 2015, in vista dell'udienza finale al Consiglio di Stato prevista per il 20.1.2015, la difesa di Palazzo Koch depositò agli atti alcuni documenti interni, tra cui il rendiconto sull'andamento dell'amministrazione straordinaria alla data del 31.12.2013.

Relazione del commissario straordinario

 

Ebbene dalla lettura di tale documento si riscontra in maniera incontrovertibile come nel 2013, su determina commissariale, sia stato aperto un rapporto di conto corrente interbancario con la Banca Popolare di Vicenza, e come di tale operazione ne venga data evidenza nella citata relazione per l'avvenuto supero del limite prudenziale del 25% del PdV (Patrimonio di Vigilanza), soglia di contenimento delle esposizioni definite "grandi rischi" della banca. Alle banche è tuttavia concesso superare tale soglia (fino in ogni caso al limite massimo del 100% del PdV) in ordine ad esposizioni assunte nei confronti di una banca, purché siano rispettate talune condizioni tra cui la valutazione, da parte dell'istituto, che l'assunzione della posizione di rischio sia coerente con la dotazione patrimoniale.

Il Commissario nella propria relazione ascrive un'esposizione di tale entità in ragione della "convenienza" dei tassi concessi.

Deposito superiore ai limiti per... tassi convenienti 

Avendo la Bcc benese al 31.12.2013 un patrimonio di vigilanza di circa 70,5 milioni, va da sé che tale deposito, sforando il limite del 25% del PdV dovesse assumere un valore pari ad almeno 17,6 milioni, e con un limite massimo appunto di 70,5 milioni.
Somme importantissime per una banca locale, peraltro direttamente gestita in loco dagli emissari di Visco i quali dovrebbero mettere in pratica alla lettera il dogma della ricerca della "sana e prudente gestione" tanto cara all'Authority di Via Nazionale.
Una circostanza però desta da subito più di un sospetto, in quanto mai prima di allora Bene Banca aveva operato con la BPVi con una certa regolarità e per giunta tramite rapporti interbancari (salvo un paio di obbligazioni acquistate sui mercati regolamentati negli anni 2008 e 2009 ed in ogni caso per soli 3 milioni di euro a fronte di un portafoglio di proprietà superiore ai 200 milioni).
STRANO ...
Come mai Bene Banca investe simili importi a 370 km di distanza, quando peraltro i rating della vicentina andavano deteriorandosi?
Una circostanza però balzava subito agli occhi dell'ex Presidente Bedino, ossia la contemporanea carica di amministratore delegato rivestita dal Commissario DUSO all'interno di Marzotto SIM SpA, società di intermediazione a sua volta controllata al 9,8% della Banca Popolare di Vicenza cui spettava, per statuto, la nomina di almeno un componente il CdA della SIM, nella fattispecie il Responsabile finanziario della stessa vicentina.
In data 9 marzo 2015 l'ex Presidente Bedino sporge idonea denuncia contro il Commissario DUSO per l'operazione in argomento per la violazione della normativa sul conflitto di interesse, nonché per i presunti reati di abuso d'ufficio ed infedeltà patrimoniale.

Denuncia contro il commissario 

Una notizia bomba che monopolizza l'attenzione dei media locali e anche nazionali, la cui eco si riflette da Vicenza a Cuneo, passando per la Camera dei Deputati ove in data 20.3.2015 vengono depositate ben due interrogazioni parlamentari a firma di onorevoli del Movimento 5 Stelle.
I soci della bcc benese hanno sentito così parlare, forse per la prima volta, della Banca Popolare di Vicenza, presente a Torino da poco tempo nei locali che erano della Popolare di Spoleto, sportello che poi mesi dopo, sempre dalla stampa, si è appreso essere stato concesso in dote alla banca di Zonin in cambio del ritiro della BPVi proprio dalla corsa per l'acquisto della popolare spoletina , che, sotto la regia di Palazzo Koch, era destinata al Banco Desio.
I nuovi vertici della Bene Banca, magari per un debito di riconoscenza per lo scranno ricevuto, si affrettarono a difendere l'operato del Commissario rendendo dichiarazioni alla stampa ove quantificarono l'importo del deposito, che "raggiunse la somma di circa 38 milioni, poi ridotti progressivamente a 20 milioni", giustificando l'investimento che "serviva a sviluppare partnership commerciali e la banca selezionata proponeva rendimenti mediamente superiori di almeno 1 punto percentuale rispetto ai conti correnti offerti da altri istituti".  

Difesa dell’operato del Commissario 

La notizia fu destabilizzante anche per la base sociale della banca che si è sentita giustamente danneggiata e depredata dal comportamento dell’emissario di Banca d’Italia che durante la propria gestione, complice la chiusura pressoché totale dei rubinetti, aveva ridotto al minimo l’attività di impiego fondi, non solo limitandone l’erogazione ma riducendo linee di credito pre-esistenti o peggio revocandole, con il risultato del crollo degli impieghi di quasi 100 milioni di euro post commissariamento, mentre al contempo buona parte della liquidità così venutasi a creare era stata dirottata a Vicenza.

In questo contesto nasce spontaneamente all’interno della compagine sociale un Comitato, denominato “Svegliamoci BENE”, con la finalità di tutelare e difendere gli interessi di tutti i soci, cui aderiscono da subito svariate decine di soci e dipendenti dell’Istituto.

Da Vicenza intanto iniziavano ad arrivare notizie sempre più allarmanti, in pieno contrasto con le dichiarazioni fornite alla stampa dai nuovi vertici della Bene Banca (”rendimenti superiori mediamente di almeno un punto percentuale rispetto ai c/c offerti dagli altri istituti”, il tutto “con l’unico intento di massimizzare i rendimenti minimizzando i rischi”).

Ed ecco che proprio al neonato Comitato, tra le diverse missive pervenute, ne giungeva una contenente documenti chiaramente inside della Banca (e tuttora pubblicati sul sito internet www.svegliamocibene.it/dettaglio.asp?t=news&id=9 ) da cui si riscontrava  in maniera incontrovertibile come il rendimento così remunerativo non era, essendo il tasso applicato al conto corrente interbancario un modestissimo 0,375% !

Altro che rendimenti superiori di almeno 1 punto percentuale !!! Ecco che veniva così smascherata una bugia colossale dei nuovi vertici della bcc benese.

Pinocchio 

 Per "fugare ogni imbarazzo" (così scriveva il vice DG - oggi DG - Simone Barra ai dipendenti) veniva motivato l'azzeramento della posizione di liquidità nel 2015, successivamente all'assemblea ordinaria dei soci post esplosione del caso mediatico sul sospetto deposito alla BPVi.
Col senno di poi ... solo oggi, post intervento governativo, Bene Banca ha potuto tirare un sospiro di sollievo ed esultare per non avere sacrificato alcun euro nella "campagna di Vicenza" visto che le obbligazioni (non vendute ma portate obtorto collo a scadenza (2018) "per evitare minusvalenze" - così scriveva il DG Massaro ad ottobre 2015 al sindaco curioso e preoccupato  di Bene Vagienna - dato il prezzo registrato sui mercati di molto sotto la pari) saranno onorate da Banca Intesa, all'uopo beneficiata da subito da fondi statali versati sull'unghia per 4,785 MILIARDI al fine di non intaccare i ratios patrimoniali della forse migliore banca italiana.

Nel corso dell'assemblea successiva, il 29.05.2016, il nuovo Presidente Vietti  ha annunciato pubblicamente l'avvenuta archiviazione da parte del Gip di Cuneo del procedimento penale aperto dalla Procura in ordine al "particolare" deposito milionario acceso dalla bcc benese commissariata presso la Banca Popolare di Vicenza, parlando testualmente di "comportamento immacolato" di Commissario e Banca d'Italia.
In effetti la Procura di Cuneo aveva condotto una accurata indagine, ricorrendo anche all'ausilio di un consulente, individuato nella figura del Dott. Salvatore Ricci, peraltro un ex ispettore di Banca d'Italia, chiamato a valutare l'operato di un commissario nominato da propri ex colleghi...
Al riguardo non avendo rinvenuto tangibili e concrete prove di indebito vantaggio del Commissario Duso dall'operazione sospetta, il PM, anche per mezzo della GDF e del Consulente nominato, ha redatto una articolata memoria  ove ha proposto l'archiviazione al GIP , in cui in ogni caso non ha potuto non evidenziare dubbi e perplessità sull'operato del commissario.

Degne di nota le seguenti affermazioni degli inquirenti che si commentano da sole:

- "in sintesi  la condotta seppure sospetta  risulta a giudizio non essere contestabile penalmente, quanto piuttosto deontologicamente censurabile"
- "non sarebbero rilevabili allo stato attuale sufficienti indizi di interessenze diretta tra la gestione finanziaria di modici (??? 38 mln !!!) valori di Bene Banca, il commissario e le facilitazione concesse alla Banca Popolare di Vicenza"
- "sebbene appai  altamente probabile per non dire certo che il Duso in ragione di questa carica avesse rapporti anche stretti di conoscenza con i vertici di Banca Popolare, non si può ritenere che versasse in conflitto di interesse"
- "non sono emersi altri elementi per ritenere che possa avere tratto vantaggio diretto e personale dall'operazione"
- "un'operazione bancaria di questa portata, posta in essere in una congiuntura difficile quale il commissariamento deve essere ponderata con estrema delicatezza  (...)  Occupato l'incarico il 2 maggio 2013, con atto determina del 9 maggio successivo il Commissario Straordinario Duso delibera di aderire all'offerta di apertura di conto corrente a vista prodotta dalla Banca Popolare di Vicenza SCPA"
- "La descritta operazione interbancaria può essere valutata sotto i diversi aspetti relativi al rispetto della normativa vigente in materia (...) e la correttezza deontologica-professionale per il soggetto che nell'ambito dei suoi poteri l'ha deliberata."
- "in particolare l'estinzione del deposito di liquidità tenuto presso la Banca Don Rizzo la cui contropartita è stata successivamente depositata, ad un tasso inferiore, sul conto di corrispondenza appena aperto sulla Banca Popolare di Vicenza (???? si tratta dei primi 5 mln subito versati, ma remunerati al 1,75% contro il precedente 2,80% !!)
- "le ipotesi di reato paventate nella denuncia querela non dovrebbero essersi verificate, non si può fare a meno di evidenziare alcuni aspetti che interessano la deontologia professionale del Commissario Straordinario DUSO. La carica ricoperta nella Marzotto Sim e la compagine azionaria di tale società di mediazione mobiliare avrebbero dovuto comportare una diversa scelta di un soggetto bancario depositario della liquidità della Banca Bene Vagienna. In un periodo di forte turbolenze nel mercato del credito la gestione della liquidità non è asettica ed ininfluente (...) una scelta diversa avrebbe allontanato dubbi e perplessità (...) gli innegabili legami tra depositario e depositante, i tempi in cui è stata realizzata l'operazione - alcuni giorni dopo l'insediamento nella carica, quando in genere operazioni della specie richiedono tempi senz'altro più larghi, lasciano intravedere una non del tutto teorica possibilità di personale coinvolgimento.


Nel procedimento in esame, da quanto emerge dagli atti d'inchiesta, questo  sotteso presumibile conflitto di interesse non è stato dichiarato, anche se poi  è stato escluso dal Pm ai sensi della interpretata normativa bancaria, seppur adombrando un comportamento quanto meno "censurabile" sotto il profilo della "correttezza e deontologia professionale" del Commissario che, nell'esercizio delle proprie funzioni, è per legge un pubblico ufficiale !

Criticare la violazione del codice deontologico era il minimo sindacale, anche se agli occhi di qualsiasi cittadino attento una simile operazione non può che apparire  irrispettosa del normale canone di diligenza e buon senso.

Da ultimo non si può non rilevare che il PM nella propria memoria acclari come  "il deposito a vista acceso da Bene Vagienna presso la Banca Popolare di Vicenza poteva considerarsi ben remunerato nel periodo iniziale, nella media in seguito"; quanto riscontrato dagli inquirenti cozza così in maniera palese con le dichiarazioni ufficiali alla stampa dei nuovi vertici di Bene Banca che a suo tempo avevano riferito che "la banca selezionata proponeva rendimenti superiori di almeno 1 punto percentuale rispetto ai conti correnti offerti dagli altri istituti", facendo di fatto crollare in maniera incontrovertibile l'impalcatura eretta a difesa dell'operato del commissario.

Una cosa è indubbiamente certa: il Presidente Vietti poteva risparmiare ai soci la descrizione "immacolata" circa il comportamento del Commissario, visto che sia la Gdf che il Consulente del PM l'hanno definito quantomeno "censurabile".

La prerogativa di una condotta "immacolata" lasciamola pertanto esclusivamente alla Beata Vergine Maria che per fede è l'unica creatura umana in grado di meritarsi tale appellativo.

To be continued

Silvano Trucco
(ex D.G. Bene Banca)

 


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