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Un lettore scrive a [email protected] per la vecchia madre che ha ereditato azioni BPVi e non le ha potute vendere: chi eredita non è socio automaticamente e ha diritto a recesso

Di Risposte agli azionisti Giovedi 6 Ottobre 2016 alle 19:17 | 0 commenti

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Mentre ci prepariamo a presentare in Regione Veneto "Vicenza. La città sbancata", il nostro libro testimonianza che sta esaurendo la sua seconda ristampa, continuiamo ad occuparci, assicurando l'anonimato se non richiesto diversamente in maniera esplicita, delle richieste di consigli che arrivano al nostro indirizzo mail specifico [email protected] (tel. 0444-1429915, redazione a Vicenza in viale Milano 31) riservato ai soci traditi dalla Banca Popolare di Vicenza che volessero una prima risposta ai loro problemi per i quali cerchiamo di indicare strade da percorrere con l'aiuto di studi legali e associazioni di azionisti. Oggi, dopo aver risposto privatamente ad altre, vi sottoponiamo, per aiutare chi fosse in condizioni simili, il caso da espsoto da m. c.

Buongiorno, mia mamma nel febbraio 2015 ha ereditato da sua zia 201 azioni della Banca Popolare di Vicenza. La mamma aveva già il conto corrente in Popolare e vive solo della sua pensione sociale, ha un conto corrente con qualcosina e non ha mai avuto un suo portafoglio titoli, non ha mai investito nè in fondi o obbligazioni, non ha mai avuto assicurazioni sulla vita o altro.

Nel momento in cui ha ereditato queste azioni ho pensato: bene le vende così almeno ha un pò di liquidità a disposizione. Io non avevo mai sentito parlare di azioni (obbligazioni, ndr) subordinate, e naturalmente nemmeno lei; poi ci siamo informati e siamo venuti a conoscenza che non si potevano vendere... A questo punto mi son chiesto ma è mai possibile che ad una signora di 72 anni venga fatto obbligo di aprire un portafoglio titoli per un pacchetto di azioni subordinate? A questo punto abbiamo chiesto delucidazioni in filiale e ci hanno detto che le azioni non si potevano vendere nemmeno nel caso in cui fossero state ereditate.
Naturalmente le tasse le ha pagate come se le azioni valessero € 62,50 cadauna ed ogni anno deve pagare anche i bolli per avere il portafoglio titoli intestato.
Ho letto la risposta dell'Avv. Franco Conte di Codacons in cui si parlava di azioni ereditate, spero si riesca a fare qualcosa! Mi sapreste dire a chi mi posso rivolgere? Grazie per la disponibilità, M. C.

 

Caro M. C.Abbiamo girato la richiesta proprio a Conte ed ecco la sua risposta, che contiamo sia utile anche ad altri nelle sue condizioni.

 

Va ricordato che la banca può operare in proporzione al "capitale"...
Mano a mano che i nuovi criteri contabili obbligavano ad evidenziare grosse perdite e svalutazioni, a partire dal 2012 in particolare, la Banca, era assatanata dalla necessità di trovare nuovi soci, collocare le obbligazioni specie convertibili (che costituiscono appunto "capitale")
Contemporaneamente doveva impedire l'uscita di capitale; quindi ritardare ed eludere gli ordini di vendita era sistematico, ma non per gli amici del Palazzo che hanno potuto vendere sino al maggio 2015.
Nel caso delle azioni da eredità la Banca è stata molto scorretta al punto da essere responsabile del danno.
Infatti per acquisire da eredità azioni della banca, sino a quando era SCPA (vale a dire sino all'Assembla del maggio scorso) si doveva diventare soci ed era un atto non ereditario ma in capo alla persona interessata: poteva scegliere di essere socio e quindi acquisiva le azioni, poteva non voler diventare socio e quindi andava "liquidato" cioè doveva essergli dato il controvalore delle azioni che incamerava la Banca e che tecnicamente, quindi, non costituivano più capitale!

Ecco perchè i promotori oscuravano questa facoltà e davano per scontato che l'erede diventasse automaticamente socio!

Il comportamento della Banca è censurabile sotto tre profili:
1) aver nascosto il dispositivo dell'art.13 dello Statuto (aver lasciato intendere che il passaggio delle azioni era automatico)
2) non aver tenuto conto della incompatibilità del profilo oggettivo dell'anziana risparmiatrice con il possesso di azioni oramai "spazzatura"
3) il mancato rispetto dei principi prudenziali di diversificazione concentrando le disponibilità in un solo titolo e per di più senza informare di come stava precipitando il rating.
Suggerisco di rivolgersi alle tante persone competenti.

Preciso che accolgo volentieri le sollecitazione del Direttore non per promuovere la mia associazione ma per sottolineare che non dobbiamo disperarci, che il pessimismo diffuso fa il gioco dei ladri. E, pur con i tempi italiani, c'è concreta prospettiva per riavere indietro i nostri soldi e vedere i ladri in galera.
E' importante diventare messaggeri di speranza, di una responsabile speranza che dobbiamo perseguire con costanza e competenza.

Avv. Franco Conte


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