Un Natale vicentino decisamente prelibato, Coldiretti Vicenza: 40 euro a testa per il pranzo in famiglia
Lunedi 26 Dicembre 2016 alle 15:14 | 1 commenti
Coldiretti Vicenza, Il presidente Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù: "la veglia di Natale ed il pranzo in famiglia si rivelano la soluzione più fedele alle tradizioni e preferita dalla gran parte dei vicentini"
Sono stati spesi almeno 40 euro a testa dai vicentini per celebrare il Santo Natale. A tanto equivale, infatti, secondo un'elaborazione di Coldiretti Vicenza, la cifra sborsata da ciascun cittadino per l'acquisto di cibi e bevande consumati tra la cena della vigilia ed il pranzo di Natale, che quasi nove vicentini su dieci hanno trascorso a casa con parenti o amici. È questo il bilancio stimato da Coldiretti Vicenza, che conferma, con un aumento del 5% rispetto allo scorso anno, come i consumatori non rinuncino all'appuntamento più tradizionale ed atteso dell'anno. A prevalere è stato il made in Italy, con i cibi esotici e fuori stagione praticamente scomparsi dalle tavole, dove si sono affermati il bollito, i polli arrosto, i cappelletti in brodo, le pizze rustiche ed i dolci fatti in casa, con il record di una media di 3,3 ore trascorse in cucina per la preparazione dei piatti, secondo l'indagine Coldiretti/Ixe'.
"È stato un Natale all'insegna della tradizione e della qualità , per celebrare l'agroalimentare made in Italy e vicentino - commentano il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù - sulle tavole del Natale. La festa in famiglia, infatti, è stata preferita al ristorante ed all'agriturismo che ha rappresentato un'alternativa soprattutto per i turisti in visita nel Vicentino ed in Veneto". Lo spumante si conferma il prodotto immancabile, a pari merito con la frutta locale di stagione, mentre il panettone con il 75% batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 72%. Nella provincia di Vicenza, però, si è brindato molto anche con il Durello ed il Prosecco e per il cin cin di buon Natale sono andata per la maggiore gli spumanti dolci ed i tanti passiti che esprimono la qualità delle produzioni del territorio. La maggioranza delle tavole sono state imbandite con menù di prodotti o ingredienti locali, con una spesa stimata di circa 40 euro a testa. A livello nazionale sono stati bruciati 2,3 miliardi di euro, suddivisi in 800 milioni di euro per pesce e le carni compresi i salumi, 400 milioni per spumante, vino ed altre bevande, 300 milioni per dolci con gli immancabili panettone, pandoro e panetteria, 400 milioni per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 200 per pasta e pane e 100 milioni per formaggi e uova. "A questo punto, a conti fatti, non resta che raccomandare - concludono il presidente Cerantola ed il direttore Palù - di non buttare gli avanzi, ma di riscoprire i cibi del giorno dopo che la tradizione ci ha tramandato, così da evitare sprechi ed al tempo stesso non appesantire il fisico, già provato da pasti abbondanti".
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