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Venerdì 24 udienza preliminare sul crac di Veneto Banca: 11 indagati e costituzioni di parte civile. Procuratore capo Giuseppe Pignatone: questa è sede per rivendicare diritti

Di Angelo Di Natale Giovedi 23 Novembre 2017 alle 18:03 | 0 commenti

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Roma. Dal nostro corrispondente. Il numero delle parti civili potrebbe essere alto già prima del quasi certo dibattimento. Per questa ragione è stata prescelta l'aula "Occorsio" della Corte d'Assise, al piano terra dell'edificio A di piazzale Clodio, per l'udienza preliminare del processo per il "crac" di Veneto Banca, in programma domani. Undici gli imputati, quasi tutti amministratori o controllori dei conti dell'istituto nel periodo in cui una serie di violazioni di legge ne avrebbe determinato il fallimento. I reati contestati sono, a vario titolo, aggiotaggio e ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza.

Due reati tipicamente dolosi che hanno il loro oggetto precipuo nell'esercizio di atti e comportamenti fraudolenti come attesta una fiorente casistica di crisi bancarie che hanno comportato la rovina di migliaia di piccoli risparmiatori tra correntisti, obbligazionisti e azionisti.
A rispondere delle accuse formulate dai pubblici ministeri Sabina Calabretta e Stefano Pesci saranno: Vincenzo Consoli, ex amministratore delegato e direttore generale; Flavio Trinca ex presidente; Diego Xausa e Michele Stiz ex componenti del collegio sindacale; Stefano Bertolo ex responsabile della direzione centrale amministrazione dal 2008 al 2014; Flavio Marcolin ex responsabile degli Affari societari e legali; Pietro D'Aguì, al vertice di Banca Intermobiliare (BIM); Gianclaudio Giovannone, titolare della Mava; Mosè Fagiani ex responsabile commerciale dal 2010 al dicembre 2014; Massimo Lembo, ex capo della Direzione Compliance; Renato Merlo direttore delle banche estere
Che l'attenzione sia alta e la coscienza della gravità di reati come quelli contestati molto avvertita lo dimostra anche l'anticipazione di due mesi e mezzo dell'udienza in un primo tempo fissata per il 7 febbraio 2018.

Il giudice Lorenzo Ferri l'ha fissata per domani anche perché incombe la prescrizione. Del resto che si debba andare al dibattimento è molto probabile sia perché le risultanze delle indagini preliminari hanno sorretto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pubblici ministeri sia perché almeno due degli imputati hanno già annunciato che, in caso di rinvio, sceglieranno il rito ordinario. E' il caso di Vincenzo Consoli e di Flavio Trinca, titolari delle cariche più alte nella gestione dell'istituto al tempo dei fatti.
Domani a piazzale Clodio partirà anche la corsa alle costituzioni di parte civile. Se ne preannunciano migliaia, ma sarà il giudice dell'udienza preliminare a vagliare le richieste e a deciderne l'ammissione. Le associazioni dei consumatori sono impegnate a raccogliere le adesioni e a dare tutela alle aspettative di risarcimento.
In proposito abbiamo interpellato "Primoconsumo" che con il proprio dipartimento Servizi finanziari diretto dall'avv. Ersilia Urbano sta seguendo le crisi bancarie ed ha già raccolto numerose adesioni sulla base delle quali in udienza l'avv. Giuseppina Massaiu presenterà le richieste di costituzione di parte civile.

 

Avv. Massaiu, Primoconsumo rappresenterà un alto numero di parti civili? Il vostro appello ha avuto il riscontro che vi attendevate?

L'Associazione Primoconsumo facendo seguito alle richieste ed alle sollecitazioni degli associati si costituirà parte civile, come Associazione ed in proprio per dare voce al diritto dei consumatori-risparmiatori traditi con lo scopo istituzionale della tutela del diritto alla trasparenza ed alla correttezza delle operazioni bancarie e delle informazioni.
Già prima ancora dell'ispezione da parte della Banca centrale europea, l'avv. Marco Polizzi, presidente di Primoconsumo, aveva segnalato anomalie procedurali da parte di Banca Popolare di Vicenza alle istituzioni, comprese Prefettura ed ABF (Arbitro bancario finanziario) ed il Dipartimento Servizi Finanziari dell'Associazione con l'avv. Ersilia Urbano aveva espresso perplessità.   
Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza sono un orrore e un disastro per migliaia di famiglie di consumatori e piccoli risparmiatori che si potevano e dovevano evitare in un paese civile. Stiamo parlando di migliaia di persone.
 
Da tali numeri quale indicazione si può ricavare circa la coscienza diffusa tra le vittime di questo (come di altri) crac bancario?
Purtroppo siamo ancora lontani da una coscienza diffusa in questo senso ed è per questo che è necessario costituirsi parte civile in questo processo come Associazione di Cittadini e Consumatori ed in proprio perché il risparmio tradito non riguarda solo le migliaia di risparmiatori truffati ma tutti noi.
Riteniamo infatti che chi doveva controllare - Banca d'Italia e Consob - non ha controllato e chi doveva tutelare il risparmio non lo ha fatto.
A queste responsabilità si aggiungono le responsabilità personali di chi ha mal gestito, ammesso e non concesso che si tratti di persone diverse e di responsabilità diverse in un sistema che lascia serie perplessità. 
Basti considerare gli incarichi professionali in Veneto Banca oggi in liquidazione coatta amministrativa per decreto governativo.
Aspettiamo giustizia da questo processo e ci costituiremo parte civile per dimostrare che è stata determinata artatamente un'alterazione del prezzo delle azioni della banca che ha inciso in modo significativo sull'affidamento che i risparmiatori riponevano nella stabilità patrimoniale dell'Istituto con la conseguenza che essi hanno diritto al risarcimento dei danni patrimoniali e non.
 
Dalle notizie finora disponibili e dalle risultanze delle indagini preliminari si evince quale possa essere stata la condotta dei responsabili della banca che più di altre ha danneggiato le parti ingiustamente colpite e quella che, nella percezione delle vittime, appare più grave e meno giustificabile sotto il profilo della fiducia, della correttezza e della lealtà dei comportamenti?
All'udienza preliminare di domani che si terrà davanti al Gup del Tribunale di Roma dott. Lorenzo Ferri i reati contestati sarebbero aggiotaggio ed ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza in relazione a presunte irregolarità di gestione compiute in varie operazioni dai vertici di Veneto Banca. A titolo esemplificativo sarebbero state fatte false comunicazioni periodiche sull'ammontare del patrimonio di vigilanza non corrispondente al vero. Il patrimonio di vigilanza, o capitale di vigilanza, è la quantità di capitale che ogni banca deve detenere per soddisfare i requisiti di "vigilanza prudenziale" previsti dalla normativa poiché gli è richiesta la funzione di copertura dei rischi di credito, mercato, ect. ed è un concetto molto diverso dal mero capitale sociale. L'organo di vigilanza competente per il controllo del rispetto delle disposizioni è la Banca d'Italia.
I prestiti concessi ai clienti per l'acquisto di azioni e obbligazioni della stessa banca -per intenderci le c.d. operazioni 'baciate' di Veneto Banca - avrebbero determinato una riduzione del patrimonio dell'istituto di credito che sarebbe stata nascosta all'autorità di vigilanza.
Questo sotto il profilo delle condotte in contestazione.
La gente, le persone, i risparmiatori si sentono traditi da tutti, Banche, Istituti di vigilanza e Stato, ed hanno ragione.
Il procuratore capo Giuseppe Pignatone (nella foto in commissione d'inchiesta) avrebbe riferito che i diritti dei risparmiatori potranno essere tutelati nel processo penale a Roma dove si potranno costituire parte civile e che, ai fini dell'inchiesta di Roma, rilevi non il fatto che le operazioni 'baciate' abbiamo generato o meno sofferenze ma che siano state nascoste alla Banca d'Italia.
Quindi Banca d'Italia dovrebbe essere parte lesa del procedimento. Nutriamo serie perplessità in merito. Questo disastro è stato determinato da un sistema e Banca d'Italia non può esserne considerata estranea e parte lesa.
 
La concomitante attività della commissione parlamentare d'inchiesta potrà avere effetti sugli sviluppi del procedimento e sul dibattimento che con ogni probabilità seguirà all'udienza di domani? 
Lo vedremo. Non nutriamo aspettative sull'esito delle attività della Commissione.


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