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Veneto Banca, il rimborso anche a chi non è più cliente: alcune regole, valide anche per BPVi

Di Rassegna Stampa Domenica 12 Febbraio 2017 alle 11:31 | 0 commenti

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Fabio Poloni su Il Mattino di Padova illustra alcuni aspetti della transazione proposta ai soci di Veneto Banca ma utili da capire anche  per i "cugini", prossimi fratelli della Banca Popolare di Vicenza. Vi proponiamo l'articolo di seguito.

L'offerta: chi aderisce non potrà fare causa ai dipendenti ma neppure ai promotori. Scrive Fabio Poloni su "Il Mattino di Padova" di oggi: "Facciamo pace? Dai, ti ridò indietro qualcosa e ti faccio pure un nuovo conto senza costi". Il riassunto è estremo - in realtà sono ventisei pagine di regole, riferimenti, tempi, cifre - ma il succo è questo: dopo lo tsunami che ha raso al suolo il valore delle azioni, Veneto Banca lancia l'«offerta di transazione» ai propri soci. Un accordo, insomma, per evitare di andare allo scontro legale. L'impalcatura è ormai nota: l'ex Popolare di Asolo e Montebelluna offre ai soci il quindici per cento del valore andato in fumo, e c'è tempo fino al 15 marzo per accettare.

Meglio però mettersi comodi e leggere tutto, prima di firmare o stracciare la proposta, perché in ventisei pagine le cose da sapere sono tante, e decisive. Due esempi: se accettate il "ristoro" vi tenete comunque le azioni, ma rinunciate - tra le altre cose - a costituirvi parte civile in un eventuale processo penale contro i vecchi vertici.

Insomma, a chi vi ha fatto saltare in aria il portafoglio non potrete mai più chiedere nulla.

Il quindici per cento. Per «superare il peso del passato, recuperando la reputazione e riacquistando la fiducia da parte dei soci», VB propone a ciascuno di loro - sono circa settantacinquemila - il 15% della «perdita teorica» (9 euro a 94.000 soci BPVi, ndr), ovvero l'investimento andato in fumo con il crollo del valore delle azioni. I tempi. L'offerta vale esclusivamente per chi abbia acquistato azioni o convertito obbligazioni nel periodo compreso tra il primo gennaio del 2007 e il 31 dicembre 2016. Le eventuali adesioni all'offerta «dovranno pervenire all'istituto tra il 10 gennaio e il 15 marzo 2017». L'adesione va sottoscritta in filiale. Può aderire anche un azionista che abbia trasferito il proprio portafoglio azioni in un'altra banca e non sia più cliente di VB. Come si calcola. La banca chiama il monte da cui calcolare il 15% «perdita teorica», e la calcola con il principio Lifo (last in, first out): in caso di cessioni di azioni nel periodo in questione, «la prima vendita del periodo decurta l'ultimo acquisto effettuato».

Una volta individuato questo valore di azioni al "netto" delle vendite, «la quantità viene valorizzata al prezzo ufficiale in vigore alla data di esecuzione dell'operazione». In pratica, se avete acquistato cento azioni a quaranta euro ciascuna spendendo 4.000 euro, avrete un ristoro di 600 euro. Ma anche questa è una semplificazione. I dividendi. Dal calcolo della «perdita teorica», infatti, vanno sottratti i dividendi percepiti nel corso degli anni. Possono essere somme non indifferenti, basti pensare che nel 2000, per esempio, Veneto Banca staccava cedole da 72 centesimi di euro per ogni azione posseduta. La condizione sospensiva. L'accordo vale a condizione che «aderiscano all'offerta azionisti portatori di un numero di azioni complessivamente pari almeno all'80% delle azioni». È una soglia che ha fissato la stessa banca, riservandosi la possibilità di rinunciarvi. In pratica, Veneto Banca può aspettare il 15 marzo e vedere quanti hanno aderito: se si supera la soglia dell'80% del monte-azioni, l'accordo è valido. Altrimenti, decide la banca. Terza ipotesi: prorogare la scadenza al 30 giugno. Il pagamento. La somma del ristoro verrà versata entro cinque giorni lavorativi dalla data di comunicazione dell'esito dell'offerta, che la banca dovrà rendere nota entro il 30 aprile (o, in caso di proroga, «comunque non oltre il 30 giugno 2017»).

Niente tasse. Gli indennizzi non sono tassati e non compongono voce di reddito. Le azioni restano. «La corresponsione dell'indennizzo», spiega la banca, «non determinerà in capo agli aderenti un obbligo di restituzione delle azioni Veneto Banca da essi detenute, che resteranno quindi nella piena titolarità degli aderenti medesimi».

A cosa si rinuncia. La banca sottolinea in maniera esplicita che l'offerta di transazione non rappresenta un'ammissione di colpa che si possa rivelare un boomerang: non può essere «desunto, neppure implicitamente, alcun riconoscimento di responsabilità». Punto importante: sottoscrivendo l'accordo, il socio rinuncia «a qualunque diritto, pretesa, ragione ed eccezione nei confronti dell'istituto e delle altre banche del gruppo, di loro amministratori, sindaci, dipendenti, collaboratori, agenti, promotori finanziari, attuali o pregressi, con conseguente improponibilità di qualunque ulteriore azione civile e/o penale, ivi compresa la costituzione di parte civile». Per surroga, tale diritto resta solo alla banca stessa.

Remissione di querela. Se avete già avviato un'azione contro la banca in tema di azioni, potete aderire a condizione di «provvedere entro quindici giorni dall'accredito dell'indennizzo alla remissione di ogni querela, ovunque e in ogni tempo eventualmente presentata, anche contro ignoti». La banca, insomma, vuole anestetizzare, anzi, eliminare, qualsiasi rischio legale accessorio.

La proposta. A chi aderisce verranno concesse una serie di agevolazioni su conto corrente (canone zero per tre anni), depositi vincolati (tasso lordo annuo al 5% per i decennali) e mutui ipotecari (zero spese di istruttoria e di perizia)."


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