Zanella di Caldogno, appello alle istituzioni del sindaco Ferronato per riaprire trattativa con Tengram e scongiurare la chiusura
Giovedi 29 Dicembre 2016 alle 14:15 | 0 commenti
Appello del sindaco Ferronato alle istituzioni per la Zanella. Il primo cittadino di Caldogno chiede anche a Regione e Provincia di attivarsi per riaprire una trattativa con Tengram e scongiurare la chiusura. A rischio 95 dipendenti
Il sindaco di Caldogno Nicola Ferronato, preoccupato per il silenzio calato sulla questione Zanella, con 95 dipendenti che dal primo gennaio rischiano di trovarsi senza lavoro, nella giornata di ieri ha inviato una lettera aperta ai vertici di Tengram e Vicenza Manufacturing, alle sigle sindacali, al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, all'assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan, al Presidente della Provincia di Vicenza Achille Variati, chiedendo che si riapra un tavolo di confronto per scongiurare la chiusura di un'azienda storica del territorio, con gravissime conseguenze per le tante famiglie coinvolte. Qui di seguito il testo della lettera.
Egregi Signori,
mi spiace disturbarvi proprio in questi giorni di festa, ma sento il dovere morale, come sindaco di Caldogno, di lanciare un accorato appello affinché si faccia immediatamente il possibile per tentare di risolvere una grave situazione di emergenza occupazionale e sociale, deflagrata in maniera del tutto imprevista nel nostro territorio appena una decina di giorni fa: un vero e proprio dramma per 95 famiglie, la metà delle quali residenti nel nostro Comune, che non hanno potuto certo trascorrere un Natale sereno.
Come sicuramente ricorderete, a metà di dicembre la holding americana Tengram ha comunicato di punto in bianco, senza alcun preavviso, la decisione unilaterale di chiudere in anticipo la collaborazione con Vicenza Manufacturing srl, sancendo così già da gennaio 2017 la chiusura della Zanella, storica azienda tessile di Caldogno che per oltre 40 anni è stata mirabile esempio di eccellenza produttiva veneta in tutto il mondo. Una decisione immotivata e per noi assolutamente incomprensibile, dati gli ordinativi già pronti per i prossimi mesi, la piena produttività dello stabilimento e i nuovi macchinari da poco acquistati che lasciavano immaginare un'ulteriore crescita della produzione nel prossimo futuro. Tutto cancellato con un improvviso colpo di spugna.
Una decisione gravissima da parte della proprietà , per la quale come Amministrazione ci siamo immediatamente dichiarati costernati, disposti a percorrere ogni via possibile per collaborare ad una soluzione alternativa alla chiusura. Da quel momento, però, sulla vicenda è calato un silenzio inquietante, come se fosse subentrata rassegnazione, o, peggio ancora, disinteresse. Nessuna notizia positiva è giunta dai sindacati, che pure avevano chiesto un incontro ai vertici aziendali. Nessuna presa di posizione forte da parte di Regione e Provincia, che pure in altre vertenze recenti che riguardavano un numero minore di occupati a rischio - si pensi alla Recoaro-Sanpellegrino - sono giustamente subito scese in campo con risolutezza. Nessuna levata di scudi da parte delle categorie produttive a difesa di una realtà storica del nostro territorio e dei 95 lavoratori - anzi delle lavoratrici - della Zanella, visto che per il 90% i dipendenti che si ritroveranno a casa dal primo gennaio 2017 sono donne.
Queste 95 famiglie, comprensibilmente, si sentono abbandonate da tutti: questo non è giusto e non è ammissibile. Tutti insieme dobbiamo unire le forze e lottare perché non sia calpestato il loro diritto al lavoro, a maggior ragione perché questo lavoro lo hanno sempre fatto con impegno, dedizione e risultati ammirevoli.
Mi auguro che questo mio appello non cada nel vuoto, ma trovi in tutti voi una risposta pronta e concreta che ci consenta quanto meno di creare pressione per riaprire subito un canale di dialogo con Tengram e Vicenza Manufacturing. Solo un anno fa il fondo americano ha rilevato un marchio storico e prestigioso del nostro territorio come Zanella, peraltro pagandolo ad un prezzo decisamente inferiore rispetto al suo valore reale, e nella scelta fatta dall'allora commissario ha sicuramente influito l'intenzione manifestata dall'acquirente di dare continuità all'azienda con un serio piano industriale di investimenti per assicurare un futuro importante. Cos'è cambiato in maniera talmente repentina per prendere oggi una decisione totalmente opposta? Ancora nessuno lo ha spiegato, eppure a Caldogno Tengram chiude dall'oggi al domani e intende spostare la produzione altrove in Italia: in base a quali logiche di ottimizzazione dei costi, visto che i contratti nazionali di lavoro dovrebbero essere uguali in tutto il Paese?
Attiviamoci tutti insieme perché questa preziosa realtà produttiva veneta rimanga tale e continui a creare occupazione e benessere sociale qui, dove è nata ed è cresciuta grazie ai sacrifici di generazioni di lavoratrici e lavoratori, famiglie che non meritano oggi di subire uno "scippo" così grave senza che nessuno le difenda!
In attesa di un vostro cortese riscontro e interessamento, vi saluto cordialmente
Nicola Ferronato - Sindaco di Caldogno
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