Atlas al posto di Atlante per BPVi e Veneto Banca? Col progetto Bob Diamond 3.500 esuberi, "svalutazione" di 16 miliardi di NPL e liberatoria per oneri legali
Sabato 8 Ottobre 2016 alle 15:26Di Federico Fubini, da Il Corriere della Sera
Quando era ai vertici di Barclays, il suo nome rappresentò l'ultima speranza per Lehman prima che la Bank of England gli proibisse di toccare il gigante malato di Wall Street. Oggi, lasciato il gruppo britannico, Bob Diamond gestisce un fondo che investe in banche in difficoltà in tutto il mondo e non poteva fare a meno di notare il mercato italiano. Di recente ha sondato le condizioni alle quali potrebbe acquisire Veneto Banca e la Banca Popolare di Vicenza dal fondo Atlante, che le controlla dopo averle salvate con un investimento complessivo da 2,5 miliardi a primavera scorsa. Diamond e Atlas, la sua società newyorkese, sarebbero interessati a un'offerta sui due istituti nel Nord-Est assieme ad altri tre grandi fondi statunitensi: Warburg Pincus, Centerbridge e Baupost. L'ex amministratore delegato di Barclays ne ha già parlato con il presidente di Atlante (di Quaestio sgr, ndr) Alessandro Penati.
Continua a leggereIl surplus commerciale tedesco minaccia l'Europa, stavolta Renzi ha ragione ma Merkel teme il suo elettorato: l'analisi del CorSera
Domenica 25 Settembre 2016 alle 11:59Le pensioni saranno più basse di quanto si aspettano per sei lavoratori su dieci
Sabato 19 Marzo 2016 alle 15:58Boeri, lei insiste sulla necessità di correggere con urgenza la riforma Fornero, per consentire ai lavoratori di andare in pensione qualche anno prima, sia pure con un assegno più basso. Perché?
«Se il governo ha intenzione di introdurre la flessibilità in uscita, vale la pena di farlo adesso - risponde il presidente dell'Inps, Tito Boeri -. Il brusco innalzamento dei requisiti stabilito con la legge Fornero ha bloccato nelle imprese una parte dei lavoratori che altrimenti sarebbero andati in pensione. Questo blocco ha avuto un effetto molto forte sulle assunzioni dei giovani. Lo abbiamo verificato controllando due campioni di imprese, il primo con lavoratori bloccati dalla riforma e il secondo no. Nel primo non c'era spazio per assumere. Si spiega anche così il tasso di disoccupazione giovanile del 40%» (leggi qui in Rassegna Stampa il resto dell'articolo)
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